Capitolo 23 -> "And now we're just outside of town"

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Oggi era il giorno del diciannovesimo compleanno di Michael e lui continuava ad insistere sul non volere una festa. Io volevo organizzargli una piccola uscita con i nostri amici in un bar economico. Non volevo organizzare al mio compagno di stanza una festa estravagante in qualche locale costoso. Ero una studentessa dell'università con pochi soldi, quindi l'idea di una grande festa era da escludere. Ma ogni volta che proponevo a Michael l'idea di questa piccola "riunione" lui mi diceva che non voleva niente. Tutto quello che voleva era passare il suo compleanno con me e nessun altro.

Dopo una piccola discussione in cui dicevo a Michael che avrebbe dovuto passare il suo compleanno anche con i nostri amici, mi ero arresa e gli avevo dato quello che voleva perché, in fin dei conti, era il suo compleanno. Se voleva passare il suo giorno speciale con me allora lo poteva fare perché i compleanni sono solo una volta all'anno. Erano una delle poche volte all'anno in cui potevi chiedere qualcosa e ottenerla senza che nessuno si opponesse per il semplice fatto che era il tuo compleanno. Mi sentivo un po' in colpa per non aver accettato subito la sua richiesta, ma adesso non importava perché mi ero arresa al suo desiderio. Il mio unico problema era dire a Luke e agli altri che la festa non si sarebbe fatta. In realtà, avevo detto loro che i genitori di Michael erano venuti a New York da Los Angeles e che avrebbero passato il compleanno con il loro unico figlio e che Michael non aveva la possibilità di rifiutare. E quando Luke mi aveva chiesto se volessi uscire con lui, mi ero morsicata la lingua e gli avevo detto che dovevo studiare perché gli esami si stavano avvicinando. Quello che Luke non sapeva non gli avrebbe fatto male. O almeno era quello che mi ripetevo ogni volta che iniziavo a sentirmi leggermente in colpa.

C'era solo un piccolo problema oggi. Il mal di pancia che avevo da una settimana e mezzo non era andato via come mi aspettavo e oggi il mio ciclo era in ritardo ufficiale di una settimana. C'era solo una spiegazione logica e cioè la possibilità che fossi incinta. Mentre mi pettinavo i capelli iniziai a pensare che se fossi stata incinta, chi era il padre? Avevo dormito con due persone nello scorso mese ed erano Michael e Luke. Quindi significava che o Michael o Luke potevano essere i padri del bambino dentro di me. Non avrei saputo con certezza di essere incinta finchè non avessi fatto un test, ma non potevo farlo oggi visto che avevo già promesso a Michael che avrei passato la giornata con lui. Se ero davvero incinta, questo bambino poteva aspettare un giorno o due. L'ultima cosa che volevo era rovinare questo giorno scoprendo che saremmo stati genitori.

Ignorando il dolore allo stomaco, finì di truccarmi, desiderando che oggi fosse il giorno migliore per Michael tra tutti quelli della tua vita. Oggi si trattava di lui e solo di lui. Non avrei rovinato il giorno del suo compleanno dicendogli che c'era la possibilità che fossi incinta con il suo bambino o di Luke. Ero consapevole del disastro che si sarebbe potuto evitare se avessi fatto la cosa giusta lasciando Luke quando avevo iniziato a sentire qualcosa per Michael. Avrei anche dovuto dire a Luke che avevo dormito con il mio compagno di stanza dopo la prima volta. mentre iniziavo ad incolparmi per la situazione, la porta si aprì quasi colpendomi in faccia.

Michael entro, indossando una canotta nera e i suoi skinny jeans. Quello che catturò la mia attenzione furono i suoi nuovi capelli. L'ultima volta l'avevo aiutato io a tingerli, ma sembrava che questa volta avesse deciso di farlo solo o che l'avesse fatti in qualche parrucchiere vicino al nostro palazzo. In qualsiasi caso, ero un po' offesa che non mi avesse chiesto di aiutarlo. Anche se era attraente con quei capelli rosa pallido.

"Bei capelli." Gli dissi e lui si guardò subito allo specchio per poi guardare me con occhi preoccupati.

"Non ti piacciono? Sono brutti?" Mi chiese in modo nervoso.

Io scossi la testa, ridendo per il nervosismo del mio coinquilino. La risposta era che ovviamente mi piacevano i suoi capelli. In realtà, li amavo. Il rosa gli stava bene e si abbinava al suo colorito di pelle pallido e agli occhi verdi. Se avessi detto queste cose a Michael, lui mi avrebbe lanciato un'occhiataccia e mi avrebbe detto che non parlava il linguaggio delle femmine. Quindi invece gli dissi qualcosa che avrebbe capito. "Li amo." Risposi, alzandomi. "Sei sexy."

Sex | m.c (traduzione italiana)Where stories live. Discover now