29. -Do You Still Love Him?-

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-Non devi raccontarmi per forza tutto. Solo se te la senti, altrimenti non insisterò.- Gli ricordò la madre non avendo ricevuto alcuna risposta da Eren.

-È una lunga storia, ma...- Il giovane fece una piccola pausa. -Ho bisogno di dirlo a qualcuno.- Sospirò.

Il castano cercò gli occhi della madre, la quale cominciava a preoccuparsi.

-Era da poco più di una settimana che andava avanti.- Iniziò il ragazzo. -Levi non era più lo stesso.-

-In che senso? Era cambiato?- Si accigliò la donna.

Eren annuì. -Lavoro nel bar di Isabel, da quando sono andato via di casa, e quel giorno dovevo andare a lavorare di mattina. Prima di andarci, Levi era 'normale', poi una volta tornato a casa mi sembrava un'altra persona.- Spiegò il giovane.

-Come hai fatto a capirlo? Voglio dire, deve pur aver detto o fatto qualcosa per sembrarti diverso.-

-Era distaccato. Da quel pomeriggio cominciò a parlarmi sempre di meno, ad accantonarmi, a rispondermi male, a trovarmi fastidioso e stava sempre al telefono.- Rispose il castano sotto lo sguardo sconcertato della corvina.

-Hai provato a parlarci, immagino.- Commentò la madre.

Eren annuì per la seconda volta.

-Si. Avevo incontrato Zeke, da poco, così ho chiesto un consiglio anche a lui. Come hai detto tu, ho provato a parlarci, ma Levi non voleva fare lo stesso. Per cui non si è risolto niente.- Raccontò il castano. -Ero arrabbiato così sono andato a lavoro in anticipo senza avvertirlo, la sera tardi sono tornato a casa e lui dormiva, ho pensato di affrontare un'altra volta la discussione solo la mattina dopo.-

-Ed è cambiato qualcosa?- Chiese la madre, cominciando a pensare a qualcosa di negativo.

Carla aveva come il presentimento che fosse accaduto qualcosa di troppo, che aveva provocato solo Levi.
Ma non immaginava, che il racconto del figlio, dovesse ancora arrivare alla parte peggiore.

-Lui mi ha sentito rientrare, ma ha atteso che io andassi in bagno per poi alzarsi e aspettarmi fuori dalla porta.- Ricominciò il ragazzo, mentre percepiva altre lacrime rigargli le guance. -Mi ha dato uno schiaffo, e subito dopo un'altro.- Borbottò velocemente.

La corvina capì, al volo, le parole del giovane. Sgranò gli occhi esterrefatta.
Come si era permesso quell'uomo di picchiare suo figlio?

-Perché?!- Scattò nervosamente la donna.

-Non lo so. Gli ho chiesto cosa significassero, ma lui mi ha solo detto di avermi visto al bar con qualcuno. Ed era vero, ero con i miei migliori amici, ma credo che la sua gelosia abbia agito da sé. Poi mi sono rinchiuso in camera, avevo paura.- Spiegò il ragazzo cercando di scacciare le lacrime.

-Tesoro, è grave. Quell'uomo non doveva permettersi di alzare le mani, sia che tu fossi stato in torno o meno.- Gli ricordò la donna. -Come può sperare che il vostro rapporto si solidifichi, se fa così?-

-Anch'io ho pensato la stessa cosa, così ne ho parlato con Armin e lui mi ha consigliato di lasciargli del tempo. Sono stato due giorni a casa del mio migliore amico, senza dirgli dove fossi veramente. Speravo si fosse calmato, ma una volta tornato a casa lui mi ha gridato contro.- Riprese il castano abbassando lo sguardo sulle proprie mani. -Era convinto lo avessi tradito, con una persona che odia.-

-Ti ha permesso di parlare, almeno questa volta?- Domandò la madre calmandosi.

-No.- Negò il giovane. -Ho iniziato un dialogo, ma lui si è allontanato udendo il cellulare...-

-Forse c'è qualcosa lì.- Commentò la corvina, interrompendo il figlio.

-Infatti ho cercato in tutti i modi di leggere i messaggi che aveva ricevuto, ma mentre litigavo con lui, Levi ha ammesso di non volermeli far leggere.- Annuì il giovane. -Dopo quel 'dialogo' sono andato da Zeke, ed è da un mese che vivo da lui. Ho scritto un messaggio a Levi sperando che almeno così mi rispondesse, abbiamo parlato la mattina dopo al telefono, ma a lui non importava più di me. Ne sono sicuro.- Concluse tristemente sospirando.

-Quindi ora vivi da tuo fratello?- Domandò la donna.

-Si.- Rispose conciso il giovane.

-E come sei stato nell'ultimo mese?- Chiese la madre.

-Bene. Ho superato la rottura con Levi, non lo vedo mai e non so come stia o se sia ancora in città. Ammetto che di incontrarlo ho paura, ma solo perché non so come potrei reagire, per questo sono voluto venire qui.- Rispose il castano sforzandosi di sorridere.

La madre annuì, lasciando spazio ad un silenzio assordante. La casa era diventata poco rumorosa, non c'era alcun tipo di suono o fastidioso rumore che potesse distrarre i due dai loro pensieri.

-Eren.- Lo chiamò la donna. -Sai che se vuoi tornare qui, sei il benvenuto. Anche per poco tempo.-

-Grazie.- Sussurrò il castano.

-Quindi tu e Levi non siete più fidanzati? O vi siete solo presi una pausa?- Continuò la corvina.

-Non lo so.- Rispose il castano. -Io... io vorrei salvare il salvabile, come si suol dire.-

-Lo ami ancora?-

-Si.- Annuì il più piccolo. -So che è stupido. Sto amando un uomo che oltre a non ricambiare, mi ha mentito, ingannato, fatto del male, deriso, insultato e dimenticato, ma prima di quella settimana lui mi aveva chiesto di sposarlo. Credevo tenesse davvero a me, dopo aver divorziato dalla moglie.- Aggiunse poi.

-Sul serio?- Si meravigliò Carla. -Sai, se non fosse che la situazione è grave, avrei creduto fosse solo in ansia per le nozze.-

-È quello che avevo pensato io e che mi avevano detto quelli con cui ne ho parlato.- Concordò il figlio.

-Ah! A proposito di matrimonio, la nostra vicina di casa mi ha detto di essersi risposata dopo essere stata con un professore. Mi sembrava insegnasse nella tua scuola, il suo ex marito, mica sai chi è?- Chiese la madre.

-Ti riferisci a Petra? Beh... lei era la moglie di Levi.- Ammise il ragazzo.

-Davvero?- Domandò sconvolta la donna. -Ci incontriamo spesso e dopo un po', che parlavamo, mi ha spiegato come mai avevano divorziato.-

-E che ti ha detto?-

-Levi la tradiva, con uno studente. A questo punto credo che sia tu il ragazzo in questione, ma non posso credere che ti avesse mentito sul suo matrimonio.- Commentò la madre.

-Era lei a tradirlo, con il nostro vicino di casa. Ed io non sono mai stato l'amante di Levi.- Lo contraddi' il più giovane.

Ci fu qualche altro minuto di silenzio, poi il castano si alzò da tavola.

-Salgo un po' in camera mia.- Disse prendendo la via delle scale.



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