43. -Attempt-

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-Piccolo mio, non ti ho ancora risposto a quel messaggio che mi mandasti tempo fa. Mi avevi detto addio, ma io stentavo a crederci. Vorrei che quell'addio non fosse stato frainteso dal sottoscritto, ma ti ho considerato un pazzo mentre leggevo ciò che tu avresti voluto dirmi.

La maggior parte delle risposte non ti interesseranno neanche più, ma voglio risponderti ed essere sincero con te. Ti dirò esattamente quello che ho pensato e perché ho agito così.

Mi sono comportato male con te, acidamente e trattandoti come una persona che detesto, per gelosia. Ero geloso di te e del 'cliente misterioso' che avevi incontrato al bar, ho scoperto solo dopo troppo tempo che era semplicemente tuo fratello.

Mi aveva informato uno sconosciuto di questo, ed io ho creduto alle sue parole. Ma non voleva rivelarmi il nome della persona che avevi incontrato e che continuavi a vedere.

E ti chiederai, ora.
'Perché non mi hai chiesto subito chi era?'

Avevo paura che pensassi che non mi fidassi di te, e quel giorno, se ricordi, ti avevo telefonato. Non sapevo ancora di quel 'cliente', mi mancavi davvero.

Volevo sentire la tua voce, come lo voglio ora. Avevo solo bisogno di te, Eren.

Mi rendeva nervoso il perderti, vederti con un altro o solo sapere che eri con quel 'cliente' mi mandava fuori di testa. Se avessi saputo subito che era tuo fratello... ho fatto un errore enorme, e ti ho perso per la mia gelosia.

No, piccolo, non sei tu. Io non ti ho mai odiato, in quei momenti avevo solo bisogno di sfogarmi, di parlare e di sapere ciò che volevo, ma me la prendevo con te.
Non so quante volte ti chiederò scusa, non saranno mai troppe.

Eren non odio niente di te. Niente. Dai tuoi pregi ai tuoi difetti, amo tutto quello che fai, della pazienza che hai avuto con me, dell'amore che mi hai dato e della fedeltà che non ho saputo riconoscere.

Adoro quando tornavo a casa e tu mi accoglievi abbracciandomi, mi stringevi a te e mi chiamavi 'gigante'. Quando mi hai preferito alla tua famiglia, quando mi hai presentato a loro e mi hai baciato davanti ai tuoi genitori, quando mi hai seguito fuori da casa tua dicendo addio a tua madre e tuo padre, in ogni singolo momento del nostro amore, io non ti ho mai odiato.

Piccolo, potrei fare un elenco infinito delle cose che amo di te, ma di quelle che detesto non ci riesco.
Posso elencarti le mie.

Odio me stesso, quel me stesso che ti ha trattato così per troppo tempo. Odio i miei modi di fare. Odio la mia freddezza ed acidità. Odio essere geloso. Odio averti perso.
E odio il mio carattere.
E potrei continuare.

Quando ti ho chiesto di sposarmi, non ti prendevo in giro.
Piccolo potrai non perdonarmi, e lo accetto, ma quella volta, al mare, tu con le lacrime agli occhi, io in ginocchio, mentre di chiedevo di restare tutta la vita con me... quello era vero. In quel momento non ti prendevo in giro.

Io ti voglio sposare.
E parlo al presente, perché lo voglio tuttora, ma mi  rendo conto del danno che ho fatto e dell'amore che ho perso.

E di aver distrutto il tuo cuore.

È più di un mese che non ricevo un bacio da te, e devo ammettere che non ho mai capito cosa significasse rimpiangere qualcosa fino ad adesso.
Se potessi tornerei indietro nel tempo e sistemerei tutto, ti parlerei dello sconosciuto, di me e ti stringerei forte.

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