Capitolo 24

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Bussai alla porta nella speranza che ester sia sveglia.

Ad un certo punto la porta si apre

- ciao Matteo.

- ciao ester, scusami per l'orario ma devo dirti una cosa.

- si si certo entra pure, non hai una bella cera.. Vuoi un caffè?

- si grazie mille.

Andammo in cucina e finito di bere il caffè andammo in salotto.

- dimmi tutto Matteo..

- inizio col dirti che non è una cosa bella..

- ecco, lo sapevo.

- allora.. Ecco.. Beh...

- dai parla!!

- è difficile da spiegare...

- dillo in poche parole!

- tuo marito se la fa con mia moglie.

- COSA?!

- è la verità...

- non ci credo. Hai le prove?

- uhh eccome.

Presi il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni, andai nella galleria e gli feci vedere il video.

Era sconvolta.
Mentre guardava il video piangeva a dirotto.
Guardava il video con degli occhi che trasmettevano tristezza.

- non ci posso credere..

Iniziò a piangere ancora di più e si buttò fra le mie braccia.. Mi misi a piangere pure io perché Comunque sia a mia moglie la amo..
Con lei ho passato momenti stupendi, e momenti bruttissimi, la conosco dal tempo delle medie, ci siamo fidanzati, e finito l'università ci sposammo. Dopo due anni nacque Sara, e fino a qualche settimana fa tutto andava bene, apparte qualche alti e bassi per la storia delle cassette di Giulia, poi la rovina..

- dai ester, andremo avanti, INSIEME.

- ora lui dov'è?

- eh....

Aveva uno sguardo che mi faceva paura, occhi profondi, blu intensi, occhi che danno un profondo senso di rabbia, era parecchio incazzata adesso.

- Matteo. Dimmi dov'è.

- ecco... L'ho picchiato e l'ho lasciato nel bosco.

- perfetto, entra in macchina e aspettami li.

Andai in macchina senza dire una parola, avevo paura, magari gliene avrebbe dette quattro, ma boh qualcosa mi puzzava parecchio.

La vidi uscire di casa sbattendo la porta, aveva in mano un ascia.

- in caso servisse, la useremo come arma.

- ma l'ho completamente addormentato a suon di pugni e calci, non serve che porti l'ascia.

- Meglio prevenire che curare.

- se lo dici te..

Andammo verso il bosco, era distante circa 15 minuti, e questi 15 minuti sembravano non finire più.
Un silenzio quasi imbarazzante, lei che spruzzava rabbia dagli occhi.

Ecco finalmente eravamo arrivati.

Quando stavo per togliere le chiavi per poi uscire dal veicolo, mi bloccò.
Ci guardammo intensamente, e improvvisamente, mi baciò.

Era un bacio molto strano, era un bacio a punto di domanda, non so perché me lo aveva dato, ma non mi dispiaceva..

- perché mi hai baciato?

- perché ne avevo bisogno, dai scendiamo, e cerchiamo quel bastardo.

Uscimmo dalla macchina ed entrammo nel bosco, lei con l'ascia in mano, e io la torcia del telefono.

Ad un certo punto lo vidi in lontananza.. Si stava per alzare, ci aveva notato, stava correndo verso di noi per chiedere aiuto.

Quando ad un certo punto...

il mistero dei bambini. Where stories live. Discover now