La casa del mago

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«Mi hai lasciato solo. Non sapevo dov'eri. Sono venuto qui, in Italia, perché ho dei parenti... ma non riuscivo a rassegnarmi. Dovevo sapere dov'eri, se eri viva... ho ingaggiato loro, i cacciatori. Dovevano trovarti, loro, ma siccome volevo essere sicuro che ti avrebbero trovata, ho ordinato che mi portassero ogni lupo che trovavano. Li pagavo per ogni lupo che portavano. Ma nessuno di loro era te...»

«Ma come hai potuto... »

«Già» mi interruppe «Come ho potuto pensare che dei cacciatori potessero prenderti?»

«Loro ce l'avevano fatta. Mi hanno presa insieme a... » cercai un modo per dirgli quella parola in italiano.

September non parlava più in inglese, come se sapesse che lo comprendevo alla perfezione.

Pillow... Cuscino.

«Mi hanno presa insieme a Cuscino»

«Chi è Cuscino?» chiese lui, terribilmente curioso.

Mi ricordò di nuovo la marmotta gigante. Sorrisi.

«Cuscino è un cucciolo. Un cucciolo di lupo... lo sto cercando. Sono venuta a salvarlo» Spiegai con calma.

September scosse lentamente la testa, come se stesse negando la mia affermazione, ma nell'ombra della sua frangetta e del suo capo chino vedevo un sorriso strano

«Cercavi un cucciolo?» mi chiese, sollevando lo sguardo e un sopracciglio «Hai messo su famiglia?».

Ah, ecco... era saltato alle conclusioni. Beh, anch'io sarei finita per pensare la stessa cosa, se mi fossi trovata al suo posto. Stavo per spiegargli che avevo adottato il piccolo Cuscino, ma September ricominciò a parlare

«Con chi ti sei messa?» mi chiese, cordiale, ma solo falsamente, con un sarcastica amarezza «Chi è il fortunato lupo pieno zeppo di testosterone che ha avuto il piacere di essere il tuo partner?».

Perché era diventato di colpo cattivo? Non mi aveva mai parlato così. Mai.

A quel tempo non sapevo riconoscere la gelosia, era un sentimento estraneo e di cui non avevo mai sentito parlare, perciò ero confusa. Tutt'oggi sono confusa riguardo a questa cosa: non aveva senso che September fosse geloso di me, noi non eravamo partner, non avevamo cuccioli insieme né programmavamo di averne e non guidavamo un branco tutto nostro né cacciavamo insieme.

Sospirai

«Con nessuno» risposi, stringendomi nelle spalle «Ho adottato Cuscino. Suo padre... suo padre è Azrael. Te lo ricordi, era il capobranco... devi ricordartelo... »

«Oh» esalò lui.

Le pupille gli si erano allargate e tutto il suo volto si era rilassato. Stupore felice, così lo chiamava qualcuno che conoscevo, ma che non ricordavo.

September si ritrasse e mi indicò l'interno della casa con la mano aperta, gentilmente

«Entra pure, milady» mormorò, sorridendo.

Io lo scrutai dall'alto, corrugando la fronte. Poi lo superai e varcai la soglia. L'interno della casa era in stile deliziosamente retrò, con tantissimo legno dappertutto. E mi ricordava un posto che avevo già visto.

Si era immediatamente nel salone e c'erano mensole artistiche, in legno massello lavorato, sormontate da statuette nere di ebano. Alcune ritraevano animali, altre erano cacciatori africani.

Mi avvicinai a una delle mensole e presi in mano la statuetta a forma di lupo. Aveva un ghigno mostruoso, le zanne scoperte, le labbra tirate. Il pelo era scolpito in maniera tale da sembrare ispido, in ciocche appuntite.

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