capitolo 24

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la mattina dopo ci svegliamo abbastanza presto, oggi andremo sulla London Eye. l'avevamo già programmato e non voglio starmene a casa solo perché Damon ha sbagliato, voglio godermi questo viaggio, anche se dovessi restare per tutto il tempo arrabbiata con lui.
D: stai benissimo così.
dice mentre mi sto guardando allo specchio. ho addosso una magliettina rossa senza spalline e dei pantaloncini jeans.
guardo Damon e sorrido.
io: grazie.
dico poi con non curanza.
io: vogliamo andare?
D: certo.
usciamo dell'albergo e ci dirigiamo verso la London Eye, sono abbastanza distaccata da Damon e lui se ne accorge. in taxi cerca in tutti i modi di avvicinarsi a me, ero praticamente spiaccicata alla portiera per non farmi toccare da lui. ora stiamo percorrendo il Ponte di Westminster e mi rendo conto di quanto è alta.
io: quasi quasi preferisco tornare indietro... non è troppo alta?
D: sei un vampiro, potresti arrivare là sopra con un salto.
io: non ti ho chiesto questo. ma se sia una buona cosa salire...
lui mi fa un sorrisetto.
D: sei bellissima quando ti arrabbi.
dice per poi intrecciare le sue dita alle mie e baciarmi sulla guancia. all'inizio resto stupita, poi sbuffo e torno a ignorarlo, se mi arrabbiassi sul serio non credo che si divertirebbe.
camminiamo per mano fino alla London Eye poi mi stacco da lui per pagare alla cassa e prendere il mio biglietto.
D: no.
dice fermandomi.
D: piccola faccio io.
dice facendomi il suo solito sorrisone ironico, io ricambio e lo guardo male.
io: grazie.
dico sbuffando quando ci allontaniamo dalla cassa.
D: è il minimo per la MIA fidanzata, non credi?
dice mettendomi un braccio intorno alle spalle. ok, sta facendo apposta il cretino. questa cosa mi infastidisce quanto mi diverte.
io: sei uno stupido.
D: mh... no. sono stronzo, sadico, impaziente, coglione, bugiardo e altri mille aggettivi che non ti starò qui a dire, ma non mi ritengo una persona stupida, quello no.
alzo gli occhi al cielo, quando ci si mette sa essere davvero fastidioso.
ci mettiamo in fila e lui comincia a dirmi cose dolci, tutti ci guardano come se fossi una stronza senza cuore che non ama il suo ragazzo, se sapessero quello che stava per fare ieri forse guarderebbero me come una santa.
io: okokok, Damon. cosa stai cercando di fare?
D: assolutamente nulla. sto passando tranquillamente una giornata con la mia fidanzata, cosa dovrei fare?
io: te lo dico io cosa stai facendo, stai cercando di mettermi in imbarazzo così ti chiederò di smetterla e tu mi ricatterai chiedendomi di perdonarti. ma questo non succederà, perché se continui ti spezzo il collo.
dico per poi sorridere. lui all'inizio rimane serio, poi mi fa di nuovo il suo sorriso sarcastico.
D: dobbiamo salire mia cara, prego...
dice mostrandomi la cabina e facendomi spazio per salire. lo guardo male e salgo, mi metto dalla parte opposta alla sua. mentre saliamo guardo dal finestrino e sento lo sguardo di Damon puntato addosso.
io: perché non guardi il panorama?
D: perché tu sei molto meglio.
lo fisso senza saper cosa dire.
io: oh, certo, ora sei passato alla fase del "facciamo i complimenti"?
D: piccola dico davvero. io voglio che mi perdoni.
io: stavi per uccidere un ragazzo, credi davvero che mi passa da un giorno all'altro?
D: no... però...
io: io ti ho detto di fermarti e tu mi hai praticamente riso in faccia. cosa dovrei dire? "tranquillo Damon, ti ho perdonato. la prossima volta però staccagli la testa dal corpo".
lui mi prende le mani tra le sue.
D: sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, in tutti questi anni di vita. e te lo ripeterei all'infinito se servisse. qualsiasi tempo ci voglia perché tu mi perdoni, io aspetterò, ho tutta l'eternità per aspettarti e la aspetterei. ti amo così tanto... non voglio perderti.
mi guarda negli occhi e mi fa tenerezza. ogni volta che mi dice qualcosa del genere mi si scioglie il cuore.
lui si stacca da me e mette una mano nella tasca posteriore dei pantaloni.
D: è proprio per questo, che ora farò una cosa.
si inginocchia.
D: ci conosciamo da quasi un secolo ormai, ci amiamo da altrettanto tempo. abbiamo litigato troppe volte, e ci siamo sempre allontanati, non posso più aspettare. non voglio permettere a qualcos'altro di dividerci, voglio averti mia per sempre.
tira fuori un anello.
D: mi vuoi sposare?
rimango pietrificata.
io: oddio... io... oddio sì! certo che voglio.
lui sorride e mi mette l'anello al dito. io gli salto in braccio e poi lo bacio.
non me l'aspettavo. non credevo che mi avesse portata a Londra per chiedermi una cosa del genere. sono felicissima, al settimo cielo, in questo momento vorrei solo strappargli i vestiti di dosso e fargli capire quanto lo amo, perché a parole non ci riesco.

50 sfumature di DamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora