capitolo 1

7.4K 179 14
                                    

ho diciannove anni, vivo con la mia coinquilina e collega di lavoro Bonnie in una casetta non troppo grande a Milano, faccio la barista per mantenermi.
torno a casa dopo essere stata al lavoro. nella cassetta della posta c'è una busta con scritto il mio nome, la prendo e la porto in casa. mi siedo sul divano e la apro. è un invito ad una festa, dice "ciao. se frequentavi la scuola G. Pascoli quando eri alle medie vuol dire che questo invito è proprio per te. noi della scuola abbiamo pensato di organizzare una festa e invitare tutti gli alunni che sono venuti qui. per rincontrare vecchi amici e far riaffiorare i ricordi. la festa si terrà alla discoteca Legend Club di Milano il 31 di questo mese, comincerà alle 9:00 della sera. se non abiti a Milano e nelle vicinanze contattaci al numero segnato dietro la busta, stiamo organizzando un pulmino per tutte le persone sparse per l'Italia, vogliamo che ci sia molta gente! puoi invitare chiunque, grazie in anticipo se verrai!". beh, oddio, sono sorpresa. non me l'aspettavo proprio. penso che ci andrò dato che non ho nulla da fare, quel giorno.

sono le sette, sono appena uscita dalla doccia e mi sto preparando per andare alla festa. rivedrò alcuni miei vecchi compagni di classe e sono in ansia. sono cambiata molto da allora, li voglio stupire. mi metto un vestito blu scuro con i brillantini, un po' attillato che mi lascia la schiena nuda. e dei tacchi neri lucidi.
alle nove e mezza sono davanti al Legend.
io: salve.
dico alla signora seduta ad un tavolo messo lì davanti.
...: sei qui per la festa della Pascoli vero?
annuisco.
...: puoi dirmi il tuo nome?
io: Isabella
consulta una lista e poi alza gli occhi.
...: isabella? eri in 3^D?
io: si.
...: ok... dovresti darmi un documento.
annuisco e glielo do.
...: ok grazie. buon divertimento.
dice ridandomi la carta d'identità.
io: grazie.
appena entro c'è la musica a palla e una puzza di alcool incredibile. non pensavo che avrebbero assunto un barman professionista per questo genere di festa. ci sono già un casino di persone ed io mi guardo attorno per vedere se ne riconoscono qualcuna.
...: isabella?
mi giro e mi trovo davanti alla Valentina.
io: oddio non ci credo! Vale? quanto sei cambiata?!
ci abbracciamo.
V: come stai?
io: bene bene, tu?
V: si, sto bene. e tua sorella?
io: non la sento da un po' in effetti. però penso che sarà venuta.
annuisce.
io: hai visto qualcun altro della nostra classe?
V: si. Kevin è laggiù con degli amici che ha invitato. prima l'ho salutato.
io: allora magari dopo lo saluto anch'io.
restiamo a parlare per non so quanto tempo delle nostre vite ma verso le undici se ne va e io resto sola. quindi decido di andare a bere qualcosa e mi prendo una vodka liscia. appena mi giro verso la pista vado a sbattere contro qualcuno, alzo lo sguardo e mi trovo davanti un ragazzo, molto più alto di me. ha i capelli neri come la pece e gli occhi chiarissimi, anche la pelle è abbastanza pallida. non posso fare a meno di notare che in confronto a me è un colosso, ha delle spalle enormi e il giacchetto in pelle nero gli da un'aria da badboy incredibile. mi fa un sorriso bellissimo e per poco non sputo la vodka che ho in bocca.
io: s-scusa.
mi guarda negli occhi e sembra che mi stia leggendo nell'anima, per questo abbasso lo sguardo velocemente.
...: no... scusa io...
oddio che voce sexy!
...: sono molto maldestro. stavo per farti rovesciare tutto il drink addosso.
sorrido.
io: oh, non ti preoccupare, non è poi così costoso.
...: come ti chiami?
io: isabella. e tu? non mi sembra di averti mai visto a scuola... oh beh, con la memoria che mi ritrovo probabilmente sarai uno dei miei ex compagni di classe e ora starò facendo una figura di merda e...
mi rendo conto che mi sta guardando in modo strano.
io: sto parlando a macchinetta vero?
...: no... beh...
io: ok si, scusa.
ridiamo.
...: comunque non credo proprio che fossimo compagni di classe dato che sono finito a questa festa per caso. mi chiamo Damon, Damon Salvatore.
mi porge la mano.
io: piacere Damon.
gliela stringo ma appena la sfioro noto che ha la mano freddissima e questa cosa è abbastanza strana visto che qui dentro ci saranno trenta gradi. ma non ci faccio molto caso.
io: e come mai sei a questa festa?
D: l'amico di alcuni miei amici li ha invitati qui e quindi dato che non avevo niente da fare mi sono fatto trascinare anch'io.
io: ahh ok.
D: ti posso offrire da bere?
io: si grazie.
D: cosa prendi?
io: qualsiasi cosa va bene.
D: d'accordo.
ordina due Jack Daniel's e poi torna a guardarmi con quei suoi occhi profondi.
D: abiti da queste parti?
io: si. proprio vicino al duomo, e tu?
D: sto un po' più in periferia di solito. non mi piace la città.
io: ah, e perché?
D: beh... credo che sia perché... ehm... le persone. ce ne sono troppe...
io: anche qui ce ne sono troppe.
D: si ma...
scoppio a ridere.
io: dai scherzo. tranquillo, ho capito quello che intendi.
sorride.
D: hai voglia di ballare?
io: non sono la persona più indicata a cui chiederlo.
D: eddai. scommetto che sei bravissima!
mi trascina in pista e cominciamo a ballare.
D: te l'avevo detto io! sei un talento nascosto!
dice dopo un po'.
io: dai non esagerare.
dico ridendo.
io: ora il talento nascosto ha bisogno di fermarsi un'attimo. non sei stanco?
dico uscendo dalla pista seguita da lui.
D: nah.
sorrido. per sbaglio mi cade l'occhio sull'orologio appeso al muro. sono le una passate.
io: forse è meglio che ora torno a casa.
D: ma no perché? ci stiamo divertendo!
io: si, ma ho molta strada da fare e mi sta venendo sonno. e poi i tuoi amici ti staranno cercando, no?
D: ti accompagno fuori allora.
io: va bene.
mi accompagna fino all'auto.
io: grazie per stasera. mi sono divertita.
D: è stato un piacere. oh, aspetta.
lo guardo male mentre mi mette una mano dietro l'orecchio e se ne esce con un foglietto di carta in mano.
io: wow, come hai fatto?
D: tanto tempo di esercitazione.
dice sorridendo. rido.
D: tieni.
mi porge il bigliettino, lo prendo e c'è scritto il suo numero. sorrido.
D: quando vuoi chiamami.
io: certo.
mi apre la portiera dell'auto.
io: ci si vede.
D: ciao.
mi bacia la guancia e poi entro in auto. arrivo a casa per le due.
B: era ora.
io: oh, scusa. non pensavo che mi avresti aspettata sveglia...
B: tranquilla. è stato divertente guardare tre film d'amore con una vaschetta di gelato.
rido.
io: che gelato era?
B: vaniglia.
io: mhhh, buono.
B: allora... non mi racconti niente? se sei arrivata così tardi vuol dire che la festa non era poi così noiosa, no?
io: ho conosciuto un ragazzo.
B: si? e com'era?
io: si... carino. mi ha offerto da bere e poi abbiamo ballato. a fine serata mi ha dato il suo numero.
B: e lo chiamerai?
io: non penso.
B: perché no?
faccio spallucce.
io: non è il mio tipo. e poi non sembrava voler una storia seria.
B: perché no?
io: era più come quelli che piacciono a te.
B: ehi, non li becco sempre tutti così.
ridiamo.
io: beh ora se non ti dispiace preferirei andare a dormire, sto morendo di sonno.
B: si, vai. buonanotte.
io: buonanotte.
mi cambio e vado a letto, mi addormento poco dopo.
*sogno*
sto correndo in un bosco, qualcuno mi insegue. mi giro, l'ho seminato, mi rigiro per continuare a correre ma è proprio davanti a me. cado per terra. alzo lo sguardo e c'é Damon. "tutto bene? come stai? dobbiamo andarcene da qui. sta arrivando" dice con voce quasi spezzata. mi prende in braccio e comincia a correre veloce, velocissimo. dopo un po' mi mette a terra. "qui sarai al sicuro". appena finisce di parlare qualcosa gli arriva addosso e lo scaraventa contro un albero, ma non è qualcosa, è qualcuno. lo sta tenendo per il collo. io urlo. lo sta soffocando. mi giro per scappare ma me lo ritrovo davanti, mi accarezza il viso, ha la pelle gelida e pallida. mi sussurra "carne fresca" all'orecchio e poi il suo volto si trasforma. gli si allungano i canini e gli occhi si scuriscono e anche la pelle è diversa. apre la bocca per mordermi.
*fine sogno*
mi sveglio di colpo. sto tremando e sudo. sono impaurita e confusa. mi alzo e vado in cucina, bevo un bicchier d'acqua. chiudo gli occhi per un attimo e si apre di colpo la portafinestra che da sul giardino. spalanco gli occhi per la paura e mi avvicino. sta piovendo e c'è vento. chiudo subito la portafinestra e noto che appoggiato al muretto c'è un corvo. lo fisso per un po' ma poi vola via. e io torno a dormire.

SPAZIO AUTRICE:
Il primo capitolo è terminato, spero vi sia piaciuto. presto ne metterò uno nuovo, nel mentre vi invito a mettere una stellina e a commentare cosa ne pensate. bacioni💋

50 sfumature di DamonWhere stories live. Discover now