28.Famiglia.

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Eppure qualcosa di positivo deve esserci per forza,nell'oscurità,se le stelle brillano solo grazie ad essa.

Un tonfo sordo,come di qualcosa che cade sulla moquette.
Stringo le palpebre,desiderando ardentemente di riaddormentarmi.

Silenzio.
Sospiro,forse è stata solo la mia immaginazione.

<Justin Amadeus Solace,mettimi immediatamente giù!> sento urlare, e a seguire altri rumori di sottofondo e qualcuno che ridacchia sommesso.

Le pareti di questa casa sono troppo sottili.

Poi una risata,acuta e familiare come poche.
Sbarro le palpebre,mettendomi a sedere sul materasso di colpo.

Mi metto in ascolto,forse sperando di essermi sbagliato.

La stessa voce,lo stesso fiume di ricordi che mi travolge.

Chiudo gli occhi,massaggiandomi le tempie con le punte delle dita,per poi alzarmi.

Esco dalla camera e l'ultima cosa che sento prima di entrare nell'ingresso,è la voce di Jennifer.

Poi la vedo.
Eternamente bambinesca,nei suoi vestiti color pastello e le ampie gonne decorate dal pizzo; i lunghi capelli color grano lasciati sciolti sulle minute spalle. Occhi da cerbiatta contornati da una leggera linea di eyeliner,il sorriso sereno e sincero sulla labbra sottili...
Non è cambiata di una virgola.

Poi si volta,facendo scontrare i nostri sguardi,gemelli.

Avevo pensato,nel primo momento dopo aver sentito la sua voce ,che non avrebbe fatto male.
Lo avevo sperato così disperatamente,e temevo così tanto che le mie speranze fossero vane.

E invece,vederla lì,può ancora fare male.
Fa ancora un male indescrivibile.

Lei,eterna bimba di casa,la piccoletta della famiglia che rallegrava tutti con i suoi discorsi esilaranti,diventata la marionetta di nostro padre,la sua gallina dalle uova d'oro.

Lei,che mi aveva sempre spronato a rincorrere i miei sogni,due anni prima era caduta tra le fauci del mondo della musica,dimenticandosi di rincorrere i suoi,di sogni.

Eppure ricordo che,quando Alexander aveva deciso di unirsi all'azienda di papá,quasi rimpudiandoci,non mi era sentito così...tradito.
Forse perché Alexander aveva sempre vissuto con nostro padre dopo il divorzio,e certamente il nostro rapporto era andato disperdendosi,arrivando fino a questo punto.

Jennifer,invece,è sempre stata la mia sorellina,il mio tesoro da proteggere a tutti i costi,finita a soli 15 anni a lavorare nella casa discografica di famiglia.

È sempre stata il collante della famiglia,senza mai sbilanciarsi,cercando quasi disperatamente di tenere unita la famiglia,nonostante il divorzio e le divergenze .
E ci era quasi riuscita, almeno un minimo,prima che io andassi al college, pochi mesi fa.

Non posso certo biasimare le sue scelte,nonostante non le approvi a pieno.
Ha sempre amato nostro padre,morbosamente, credendo che la sua ossessione per averci tutti nell'azienda fosse originato solo dalla voglia di riunire la famiglia.

O sottrarci alla mamma,facendole l'ennesimo torto.

Non che io o Justin non vogliamo bene a nostro padre,semplicemente abbiamo idee molto diverse di 'famiglia' o 'doveri familiari'. In più l'amore per il denaro ha cambiato nostro padre più di quanto potessi immaginare.

Mi riscuoto,sorridendo alla bionda placidamente,mentre i suoi occhi di  riempono di lacrime cristalline.

Si butta tra le mie braccia,singhiozzante.
<Stupido spilungone,sei ancora più alto! > esclama per sdrammatizzare,ridacchiando con ancora i lucciconi agli occhi.

Light In The Darkness|| SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora