Errori di valutazione

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Bussai di nuovo.
"Un secondo, arrivo"
Qualche istante dopo mi accolse un Lorenzo spettinato e assonnato, con indosso solo un paio di pantaloncini corti.
"Buongiorno!"
Mi salutò con uno sbadiglio.
Il mio sguardo si posò sulle spalle ampie e muscolose, per poi percorrere il petto marmoreo, fino agli addominali.
Sentii le guance in fiamme.
Da quando mi ero trasformata in una maniaca repressa?
"Buongiorno!"
Cercai di ricompormi.
"Scusa, ieri ho fatto tardi e non ho sentito la sveglia."
Si giustificò facendo spallucce, completamente a suo agio in quella tenuta.
Annuii, ancora paonazza.
Lorenzo sorrise, divertito.
"Abbiamo trovato il modo di farti stare zitta, a quanto pare.
Però ti consiglio di chiudere la bocca, sai, non vorrei entrassero le mosche.
Sono un tipo piuttosto geloso, pretendo l'esclusiva sulle tue labbra."
Arrossii ancora di più, questa volta per il nervoso, e serrai la mascella.
"Senti Lorenzo..!"
"Non ti scaldare. Era solo una battuta."
Mi interruppe prima che potessi continuare.
Gli lanciai uno sguardo assassino.
"Entra, fai come se fossi a casa tua, intanto mi... sistemo..."
Varcai la soglia dell'appartamento, crocifiggendolo con gli occhi.
"Puoi sederti, eh!"
Urlò salendo le scale per dirigersi in quella che doveva essere la camera da letto.
Attesi per oltre 15 minuti prima che si degnasse di tornare.
"Alla buon'ora!"
Esclamai quando finalmente fece il suo ingresso trionfale in soggiorno, vestito di tutto punto, i capelli impeccabili e un sorriso smagliante.
"Speri di cavartela con un sorrisino?"
Chiesi mantenendo la facciata.
"Assolutamente no.
Anche perché mi hai già perdonato."
"Io ti odio, sia chiaro."
"Lo è. È cristallino, oserei dire."
Si lasciò cadere sul divano, al mio fianco, con pochissima grazia.
"Elefante."
Dissi a denti stretti, ma lui mi ignorò.
"Quindi possiamo iniziare?"
"Direi di sì, mi hai già fatto perdere abbastanza tempo."
La scelta dell'argomento fu un supplizio.
Finalmente, dopo quasi 3 ore, trovammo un punto su cui convergere.
"Quindi siamo d'accordo."
"Si, speriamo che lo sia anche la Contini"
"Speriamo."
"Beh, allora vado a casa."
Non avevo fatto caso a quanto fossimo vicini.
A separare i nostri volti non c'erano più di 10 centimetri.
"No dai, rimani ancora un po'. Guardiamo un film, ti va?"
Mi spostai, istintivamente.
"Perché dovremmo guardare un film? Io e te ci odiamo."
"Anzi, tu mi odi."
Aggiunsi rivolgendomi più a me stessa che a lui.
Avevo riflettuto su ciò che provavo ed ero certa fosse un sentimento a senso unico.
Allontanarlo era la cosa migliore da fare.
"Non ti odio e ti ho già chiesto scusa per come mi sono comportato."
"Certo, chi non avrebbe chiesto scusa ad una ragazza in lacrime?
Era solo compassione la tua."
"No. Mi dispiace sul serio."
"Come no."
"Quando ci siamo conosciuti, mi sembravi una ragazzina che ha tutto dalla vita, tutta moine e sorrisini, snob e piena di sè.
Poi ho iniziato a capire che c'era dell'altro. Molto altro.
Hai dimostrato di avere carattere nei momenti giusti, ma anche di saper essere fragile.
Ho commesso un errore.
Un terribile errore di valutazione.
Sei l'esatto opposto di quello che vuoi far credere di essere."
"Tu invece sei esattamente lo stronzo egocentrico che vuoi far credere di essere."
Fece spallucce.
"Può darsi. Però ti piaccio."
"Assolutamente no."
Dissi impassibile.
"No?"
Chiese avvicinandosi pericolosamente.
"Visto che sei incline agli errori di valutazione, valuta molto attentamente quello che stai per fare."
Mantenni un tono neutro e controllato.
Si fece ancora più vicino.
"Molto molto attentamente."
Ripetei, questa volta in modo meno sicuro.
"Ma io ho valutato, moooolto, mooolto attentamente."
Mi sussurrò a fior di labbra, prima di poggiarle sulle mie.
Mi sovrastava completamente e io non ebbi la forza di lottare ulteriormente contro ogni singola cellula del mio corpo, che pretendeva Lorenzo.
Sfogammo tutta la rabbia, la frustrazione, le incomprensioni, la tensione che si era creata tra noi, in quel bacio.
Fu tutt'altro che casto.
Le sue labbra rosse, calde e umide spingevano sulle mie.
Le dischiusi quel tanto che bastava perché potesse insinuare prepotentemente la lingua nella mia bocca.
Il bacio si fece più intenso.
Ci incalzavamo e ci rincorrevamo a vicenda, scambiandoci saliva, gusti, sentimenti e risentimenti.
Capii subito che sarebbe stato il bacio con il quale avrebbero dovuto misurarsi tutti i precedenti e i successivi della mia vita, senza mai essere all'altezza.

"Chiara."
Lorenzo si staccò da me, con il fiato corto e il battito accelerato.
Piegò la testa all'indietro, con gli occhi socchiusi, prendendo un respiro profondo.
Aveva i capelli scompigliati, le guance arrossate e le labbra leggermente gonfie.
Era bellissimo.
Riaprì gli occhi e mi rivolse uno sguardo intenso, sensuale, caldo.
"L'errore di valutazione è molto più grave di quanto tu creda.
Mi sono innamorato di te, e ho finalmente deciso di accettarlo."
Aprii la bocca, per rispondere, ma non ne uscì alcun suono.
Lorenzo era molto bravo a leggere emozioni e anche quella volta non si smentì.
Mi prese il mento con la mano, accarezzandomi le labbra con il pollice.
"Shhh. Non dire niente. Aspetterò."
E si chinò di nuovo a baciarmi.

Ho visto mani perdersi per paura di stringersiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora