Vero amore

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Io e Riccardo ci frequentavamo ormai da oltre un mese.
La scintilla che speravo si accendesse, non era mai scattata, nonostante lui fosse davvero adorabile.
Non ne andavo fiera, ma il fatto che non avessimo esattamente definito il nostro rapporto, mi rallegrava.
Per quanto paradossale fosse, quell'incertezza mi rassicurava.
Quella sera, dopo il solito rituale dell'aperitivo in centro, mi accompagnò a scuola di danza.
Parcheggiò davanti all'ingresso posteriore, totalmente deserto, dato il largo anticipo rispetto all'orario di inizio della lezione.
Mi rivolse uno sguardo intenso, caldo, carico di desiderio, accarezzandomi la guancia destra.
Avvicinò il viso al mio, poi mi sfiorò delicatamente le labbra rosee con le sue.
Spinse gentilmente, invitandomi a schiuderle.
Fu un bacio lento, timido, romantico.
Fece scorrere la mano sul mio collo, dall'orecchio alla clavicola, avanti e indietro, senza interrompere il bacio.
Si staccò e prese ad accarezzarmi il labbro inferiore con l'indice.
Proseguì tracciando una linea immaginaria lungo il mento, la gola.
Precorse lo sterno, seguendo il solco tra i seni e continuò a scendere. Indugiò sul bordo inferiore della maglietta, per poi sollevarlo lentamente.
Mi sfiorò la pelle nuda del ventre e dei fianchi, totalmente coperta dai brividi.
Una fitta di eccitazione contrasse il mio bassoventre quando le sue dita raggiunsero il bottone dei jeans.
Istintivamente portai la mano sulla sua, fermandolo.
Nonostante il mio corpo lo bramasse, non volevo che si spingesse oltre.
Si ritrasse subito abbassando lo sguardo.
"Scusa, non avrei dovuto."
"No, non hai fatto nulla di male, solo che non me la sento di andare oltre.
Scusami."
"Si invece. Non avrei mai dovuto."
Aveva lo sguardo afflitto.
"Hei, tu sei perfetto, sono io che faccio un po' fatica a lasciarmi andare..."
Mi prese il volto tra le mani.
"Chiara, ho aspettato quasi 5 anni per uscire con te, non sarebbe un problema aspettare che tu sia pronta.
Il problema è che, per quanto io mi sia impegnato per abbatterlo, tra noi c'è un muro invalicabile.
Tu non riesci a fidarti fino in fondo di me, non sei mai totalmente rilassata.
Voglio essere sincero.
Io sono innamorato di te, da sempre.
Dall'open day del liceo, quando ti ho vista per la prima volta con quelle trecce ridicole, per essere precisi.
Voglio che tu sia felice, voglio vederti sorridere, voglio che tu stia bene.
Per me è l'unica cosa che conta.
Certo, vorrei essere io a stringerti, a rassicurarti, a baciarti, ma se non sono in grado di darti abbastanza, è giusto che cerchi altrove."
Mi sentivo davvero malissimo per non ricambiare un sentimento tanto puro e profondo.
Incontrai il suo sguardo.
Aveva gli occhi lucidi.
Io non riuscii a trattenere le lacrime, né a dire nulla.
Riccardo mi strinse al petto, con l'intensità di chi sta per perdere ciò che più ama al mondo e la delicatezza di chi ha tra le mani ciò che di più fragile esiste.
"Chiara, credo tu debba andare ora."
Disse con voce malferma.
"Ci vediamo a scuola."
Balbettò mentre chiudevo la portiera alle mie spalle.

Indossai il body e iniziai il riscaldamento, ma non riuscivo minimamente a concentrarmi.
"Chiara dove hai la testa?"
Strillò per l'ennesima volta Priska, la mia odiata-amata insegnante.
"Mento troppo basso.
Da capo."
"Priska, non ce la faccio più."
"Ancora una volta!"
Sentivo le gambe molli e la schiena a pezzi.
"Non ce la faccio!"
"No vero.
Ancora!"
Presi un respiro profondo ed eseguii nuovamente la coreografia, ma fui interrotta da un nuovo urlo, dopo pochi passi.
"Punta no abbastanza.
Da capo."
Sapevo che lamentarsi sarebbe stato inutile, così decisi di lasciar perdere e impiegare le poche energie rimaste per provare nuovamente il balletto.
Questa volta sbagliai un appoggio.
"Da capo."
Avevo i piedi in fiamme, l'indomani avrei certamente dovuto fare i conti con nuove dolorosissime vesciche.
Sospirai e mossi gli stessi passi per l'ennesima volta.
Mi lasciò proseguire fino alla fine, con espressione impassibile.
"Chiara.
Stasera fatto schifo.
Punta fatto schifo, schiena fatto schifo, braccia fatto schifo.
Tu fatto schifo.
Non diventerai mai vera ballerina se non lasci problemi fuori palestra.
Va a casa e pensa.
Se mercoledì sta ancora così, meglio se sta a casa."

Ho visto mani perdersi per paura di stringersiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora