HBD Ludovico pt.1

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"E questo?"
Chiesi provando l'ennesimo vestito.
"No, e ancora no."
"Perché no? A me piace!"
"Perché devi uscire con Riccardo.
R-I-C-C-A-R-D-O"
Disse Camilla, la parte più ponderata del terzetto, scandendo bene le lettere.
"Hai presente? Mister sorriso-Mentadent?
Quello che ti mangia con gli occhi da più o meno 5 anni?"
Era più entusiasta di me all'idea.
Non che non mi andasse di vederlo, anzi, avevo fantasticato tanto sugli ormai proverbiali sorrisi che mi riservava e avevo sperato per anni che non fossero solo sinonimo di gentilezza ed educazione, ma non riuscivo a liberarmi dall'irritazione che scaturiva dal solo fatto che ci sarebbe stato anche Lorenzo.
"Greta, tu che ne pensi?"
Le chiesi avvicinandomi allo schermo dell'iPhone, attraverso il quale la mia amica stava seguendo la sessione di shopping disperato.
"Fa schifo."
Sentenziò lei, lapidaria.
"Sempre molto gentile."
Sospirai.
"A parte che non vedo il motivo di tutta quest'ansia solo perché Winnie the Pooh ha deciso di darti un passaggio..."
"Chi?!"
"Hai capito benissimo.
Fosse un vero appuntamento, poi..."
"Dai Greta, non fare la guastafeste!"
La rimbeccò Camilla, asciutta.
Ignorai i loro battibecchi sul fatto che si trattasse o meno un vero appuntamento.
"Ragazze, io non ne posso più. Provo questo e poi basta.
Se non va bene, metto i jeans."
Mi diressi sconsolata in camerino, mentre Greta e Camilla si punzecchiavano via FaceTime.
Indossai l'abito nero che avevo portato con me.
Era un tubino aderente, lungo fino ai piedi, con un lungo spacco a sinistra.
Al davanti, piuttosto semplice e casto, si contrapponeva una profonda scollatura sulla schiena.
Fu amore a prima vista.
"Vi piace?"
Chiesi raggiante
"Stai benissimo!"
Esclamò Camilla, mentre Greta urlò un 'wow' talmente forte, che la commessa ci lanciò uno sguardo assassino.
"Direi che siamo tutte d'accordo."
Ero al settimo cielo.
"Perfetto, allora vi lascio, ci sentiamo più tardi."
"Ciao Gre!"
La salutammo in coro io e Camilla.
Dopo il tour de force, decidemmo di concederci una pausa da Arnold Coffee.
"Quindi tu e Matteo?"
Le chiesi sorseggiando il mio Americano alla nocciola.
"Non lo so, è strano.
Non so se gli interesso...
Ci sentiamo da più di un mese, ma non è ancora successo niente..."
"Cami, stai tranquilla.
Secondo me ha solo paura che tu possa rifiutarlo.
Cerca di lasciarti andare e vedrai che farà il primo passo."
"Dici?"
"Fidati. È il migliore amico di Ludovico, e purtroppo lo conosco bene.
Fa tanto l'uomo vissuto, ma in realtà è timido e insicuro."
Camilla mi sorrise, decisamente più rilassata.

Prima di indossarlo, appoggiai il vestito sul letto e rimasi per un po' ad osservarlo, lisciandolo con la mano.
Chissà se a Riccardo sarebbe piaciuto...
E a Lorenzo?!
Scacciai con forza quel pensiero, dedicandomi al rossetto con molto più impegno del dovuto.
Dischiusi leggermente la bocca e ne delineai il contorno con attenzione.
Quando fui soddisfatta del risultato, strinsi le labbra, premendole, per fissare il colore.
Mi guardai allo specchio, inclinando la testa prima da un lato, poi dall'altro.
Ritoccai il bordo superiore e misi un filo di blush sulle guance.
Osservai nuovamente il mio riflesso, finché non fui distratta dalla familiare suoneria del telefono.
Era Riccardo:

Quando vuoi, sono qui 😘

Sospirai.
Erano già le 19.30: Ovviamente ero in ritardo.

Due minuti e arrivo 😘

Rispose immediatamente:

Ho capito, mi metto comodo 😉

Sorrisi immaginando la sua espressione sconsolata:

Giuro, faccio in fretta 👼🏼

Raccolsi l'essenziale e lo infilai nella borsetta, afferrai il cappotto e mi diressi verso la porta, non prima di aver spruzzato una generosa dose di Alien sul collo e sui polsi.
Per una volta, mi concessi il lusso di prendere l'ascensore.
Riccardo, impeccabile, mi aspettava in piedi davanti alla sua Audi, tirata a lucido.
Fortunatamente avevo seguito il consiglio di Camilla e Greta: avrei certamente sfigurato davanti a tanta eleganza, se non avessi indossato quell'abito.
Il suo completo nero era raffinatissimo: sembrava glielo avessero cucito addosso.
I pantaloni gli ricadevano sulle gambe, valorizzandone la figura alta e slanciata.
Il primo bottone della camicia, sui polsini della quale erano ricamate le sue iniziali, RB, in corsivo, con filo dorato, era slacciato, lasciando intravedere il petto marmoreo.
"Chiara, sei bellissima!"
Disse mentre mi avvicinavo, destreggiandomi sui tacchi vertiginosi.
Il suo sguardo percorse le mie lunghe gambe, in particolare la sinistra, quasi totalmente scoperta, indugiando sull'ultimo tratto del profondo spacco.
Arrossii, farfugliando un "Ciao Riccardo, anche tu stai benissimo!"
"Grazie!"
Rispose sfoderando un sorriso bianchissimo che mi fece sciogliere, dimenticando l'iniziale imbarazzo.
"Prego signorina."
Disse aprendomi la portiera con fare galante.
Era decisamente perfetto.
Aspettò che mi sistemassi e richiuse lo sportello, poi si accomodò al posto di guida.
Mise in moto e le familiari note di 'All of me' invasero l'abitacolo.
Socchiusi gli occhi, rapita dalla melodia.
"Ti piace?"
"Si, forse un po' troppo smielata..."
"Hai ragione: tieni - disse porgendomi il cellulare collegato all'impianto stereo dell'auto – scegli tu."
Ero talmente impegnata a scorrere la galleria, che non mi accorsi che la canzone era finita da tempo.
"Chiara, dovresti mettere la musica, non guardare tutte le mie foto."
"Scusa, non ho resistito."
Riccardo scosse la testa, divertito.
Con lui era tutto così naturale, spontaneo... Non come con Lorenzo...
"Ecco, dovremmo esserci."

Ho visto mani perdersi per paura di stringersiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora