Capitolo 27

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"Non possiamo permettere che prenda tutta la tua eredità, tanto meno lasciarla libera. Chissà quali altri piani psicopatici ha in mente" affermò Raphael distrattamente, lanciando delle occhiate in direzione di Jarred, seduto sul bordo della scrivania, con i gomiti poggiati alle ginocchia e la testa tra le mani.

"Se Tim fosse vivo.." mormorò col cuore in gola e il ricordo di quegli occhi marroni, sempre allegri e vivaci.

"Lo troveremo, se è realmente là fuori faremo il possibile e l'impossibile. L'importante è far rinchiudere quella pazza, ne va del bene di tutti noi. Le indagini procedono, stiamo analizzando ogni minuscolo dettaglio, Jar. È finita" ribatté, avvicinandosi al biondo, obbligandolo ad alzare il viso verso il suo, poggiandogli entrambe le mani sulle cosce.

"Perché ho la sensazione che invece, non sia affatto finita?" domandò in un sussurro Jarred, allungando le braccia attorno al collo dell'altro per farsi stringere.

"Troveremo Tim" ripeté con determinazione il maggiore, socchiudendo gli occhi e inspirando il profumo intenso di Jarred, prima di tirarsi leggermente indietro e cercare le sue labbra. Vi poggiò sopra le proprie e mentre le sue mani sparivano sotto la maglietta a stringere i fianchi, la lingua affondava nella bocca dell'altro, facendola propria.

Jarred si gustò il sapore di Raphael, allacciandogli le gambe attorno ai fianchi, spingendo il bacino verso il suo, mugolando contro le sue labbra, dimenticandosi per quei minuti di ogni problema.

Raphael, come ogni volta che era vicino a lui, sentì una scossa partire dall'inguine e percorrere tutto il corpo, finendo al cervello, ormai annebbiato.

"Sicuro?" sussurrò, alzando ancora la maglietta. Nonostante il membro pronto a esplodere nei jeans, non voleva obbligarlo in qualche modo, in quel momento difficile ma Jarred aprì gli occhi di smeraldo, annuendo deciso.

"Ho bisogno di te" soffiò piano, come il più grande dei segreti e Raphael sorrise, un attimo prima di avventarsi  sulle sue labbra.

Mugolii e schiocchi di saliva furono accompagnati da un lieve bussare alla porta, non ci badarono poi molto, finché la voce di Justin non giunse chiara alle orecchie di Jarred, che si staccò quasi subito, correndo ad aprire.

Non fece neanche in tempo a chiedere cosa volesse che Justin, con un'espressione preoccupata, gli ordinò di andare da Jaycob.

Subito scattò per il corridoio, raggiungendo la sua camera, non avendo idea di cosa aspettarsi e quando lo trovò in mezzo alla stanza, intento a riempire una valigia, non capì.. Non capì le lacrime che stava versando ininterrottamente.

"Jay?" mormorò con cautela, seguendo con lo sguardo i movimenti da automa.
Jaycob, sentendo la sua voce provò una fitta al petto che preferì ignorare, continuando nel suo compito e a piangere.

"Jay, cosa fai? Cristo Jaycob, fermati!" sbottò, avanzando e bloccandolo per un braccio.
Nel farlo, alcuni vestiti caddero a terra e finalmente gli occhi azzurri pieni di sofferenza si posarono su quelli verdi che amava.

Rabbrividì e tirò via il braccio dalla presa dell'altro, coprendosi il viso con entrambe le mani, singhiozzando quasi disperatamente.
La testa pesante, scoppiava per le lacrime versate, le tempie pulsavano e il suo corpo sembrava non smettere di tremare, neanche quando si sentì avvolgere da Jarred.

"Dimmi cosa c'è.." mormorò contro la fronte su cui aveva posato le labbra e Jaycob dovette prendere coraggio, staccarsi da quelle braccia calde e ammettere a sé stesso che non aveva più forze di lottare.

"Ti sembrerò la persona più incoerente del mondo.. Ed è realmente così ma non riesco, non ce la faccio più! Ho passato così tante fasi tra odiare Tim, piangere la sua morte, provare gelosia per Hyram, condividerti con Raphael, eccitarmi all'idea di voi due insieme!" finì, urlando, ammettendo situazioni che aveva sopportato e custodito fino ad allora.

Six Letters 2Where stories live. Discover now