Capitolo 18

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Ike sbloccò il telefono, controllando l'ora e spostò gli occhi verdi fuori dalla finestra, dove iniziava a far buio e Leroy non era tornato, né aveva risposto ai suoi messaggi.

Era da qualche giorno che lo trovava strano, taciturno, non avevano nemmeno più fatto l'amore, cosa che solitamente facevano tutti i giorni, più volte al giorno.

Sospirò, socchiudendo gli occhi, cercando di mandare via i pensieri negativi che stavano affollando la sua mente.

D'un tratto la porta si aprì e Leroy fece capolino con l'aria stanca, due occhiaie scure sotto gli occhi ambrati e l'espressione di chi voleva essere lasciato in pace.

"Amore.. Mi hai fatto preoccupare" mormorò Ike, raggiungendolo velocemente e portandogli le braccia al collo, per stringerlo a sé.

"Scusa, avevo il telefono scarico" rispose l'altro, salutandolo con un bacio a stampo, fin troppo rapido per i gusti di Ike.
"Vado a farmi una doccia, sono stanco da morire"

Il più piccolo rimase fermo in mezzo alla stanza a guardarlo sparire in bagno, domandandosi perché le labbra del suo ragazzo avessero un sapore diverso dal solito.

Attese pazientemente che Leroy uscisse dalla doccia e quando se lo trovò davanti mezzo nudo, non poté che mordersi il labbro, sentendo la mancanza del suo corpo.

Si avvicinò lentamente alle sue spalle, avvolgendogli la vita con le braccia e posò le labbra al centro della sua schiena.
"Sembri tanto stressato" sussurrò, facendo scivolare le dita all'inguine, dove il nodo dell'asciugamano, rappresentava l'unico ostacolo.
"Posso farti rilassare un pochino"

Leroy afferrò i suoi polsi, allontanandoli dal telo, facendo accigliare il suo ragazzo.
"Non ho voglia adesso, sono stanco"

"Scusa amore.. È che mi manchi" mormorò Ike, allontanandosi di poco, ferito da quel rifiuto. Cosa mai successa in due anni della loro relazione.

"Ho capito. Quando mi sarò riposato potremmo scopare, okay?" sbottò infastidito, rendendo gli occhi verdi di Ike ancora più lucidi.

Quest'ultimo annuì leggermente e raggiunse la scrivania, mettendosi a sedere, facendo finta di prestare attenzione al libro, per nascondere le lacrime che avevano iniziato a scorrere silenziosamente sul suo viso.

Sospirò appena e Leroy dopo circa dieci minuti, entrò in uno stato di sonno profondo. Ike sentì il suo telefono vibrare sopra il comodino e d'istinto si alzò per vedere chi fosse. Non era certo la prima volta che uno rispondeva al telefono dell'altro, non avevano segreti, eppure Ike in quel momento si sentiva stranamente inquieto.

Sbloccò lo schermo, inserendo la password che sapeva a memoria, la data del loro anniversario, cliccò sulla casella dei messaggi e aprì l'ultimo arrivato, salvato con la lettera 'B.'

È stato bellissimo fare l'amore oggi, non vedo l'ora di rifarlo ancora e sentirmi tuo.

Ike sentì la terra mancargli sotto i piedi mentre leggeva e rileggeva quella frase, lasciò il telefono dove lo aveva trovato e spostò gli occhi a Leroy, dormiente.

Sentì ogni pezzo di sé sgretolarsi davanti a lui. Lo aveva perso? Aveva appena perso l'uomo della sua vita? Non poteva essersi stancato di lui..

Improvvisamente, l'aria gli mancò ai polmoni e camminò fino alla porta, uscendo a passi incerti, portandosi una mano alla gola mentre la testa girava e l'ambiente intorno a lui, diveniva sempre più sfocato.

Si poggiò con una spalla al muro del corridoio e sentì una voce chiamarlo e avvicinarsi, si sentì afferrare e sorreggere ma non capì chi fosse, finché non riconobbe gli occhi azzurri di Raphael.

Six Letters 2Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum