Capitolo 8: la stanza segreta

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...si allontana.
-cosa è successo?-
-ho sentito uno strano rumore...- sussurra preoccupato Luca.
-ti prego non sussurrare...parla con la tua normale voce-
-ma così potrebbe sentirci...- mi contrasta Luca.
-non importa. Parlami a voce normale-
-come vuoi- cede.
-va bene così?- fa una voce buffissima e scoppiamo a ridere. Ci alziamo dal letto e ci dirigiamo verso il passaggio segreto nel muro. Le scale rimangono illuminate per un breve tratto anche con l'uso di una torcia.
-ho paura Luca- sussurro spaventata.
-sono qui io con te- mi rassicura mettendo una mano sulla mia spalla.
-andiamo?- mi chiede.
-andiamo- confermo mentre faccio luce con la torcia del mio cellulare.
Dopo le scale scivolose arriviamo in in corridoio che si trova decisamente in basso nel sottosuolo. Percorriamo il corridoio che, da largo 3 metri, diventa largo solo poco più di mezzo metro.
L'unica soluzione è camminare di lato e respirare silenziosamente.
Luca è davanti a me e mi fa strada senza trasformarsi in un mostro come ieri. Il corridoio nel frattempo finisce in un clima di ansia e paura assoluta e arriviamo in una stanza buia. Le luci si accendono e illuminano tutto tranne il pezzo di pavimento accanto alla porta.
-cosa facciamo?- mi chiede Luca senza abbassare la voce.
-siamo già arrivati fino a qui!- esclamo.
-andiamo allora. Vado io avanti-
-ok-
Procediamo verso la porta e l'attraversiamo tranquillamente.
Arriviamo in un'altra stanza, più grande e con dei mobili al suo interno. Non ci sono più porte: è l'ultima stanza. Per fortuna non abbiamo trovato nessuno. Premiamo un interruttore e si accende la luce. Spegniamo le torce e mettiamo i cellulari in tasca.
Nella stanza, sui mobili ormai pieni di ragnatele e polvere, ci sono svariati aggeggi di tortura: da coltelli affilati e colmi di sangue a corone spinose, da croci di legno a misura d'uomo a chiodi per fissare le persone, da catene a pettini con i denti di chiodi e spine e persino letti spinosi chiusi i gabbie. Ma dove sono gli scheletri di tutte le persone morte qui dentro?
Rovistiamo in tutti i cassetti di ogni mobile fino a quando troviamo dei documenti ordinati per cognome leggermente insanguinati è un libro con una copertina in pelle.
Prendiamo e mettiamo tutto nello zaino.
-dobbiamo andare adesso- dico a Luca mentre riaccendo la torcia e spengo la luce della stanza. Riattraversiamo la stanza e ci fermiamo i secondo per vedere se c'è qualcuno in corridoio.
-Anna c'è qualcuno nel corridoio- sussurra Luca mentre mi porge il suo zaino e apre la cerniera per prendere una pistola.
-Luca cosa fai?!- sussurro.
-potrebbe essere un assassino!- bisbiglia.
Lo guardo e gli faccio cenno di proseguire. Io tengo la torcia e lui la pistola mentre trema.
Quando arriviamo più vicino all'uomo notiamo che ha anche lui una pistola. Cazzo!
-e adesso?-
-tranquilla...è come immobile...come in uno stato di trance...non lo ucciderò...- sussurra balbettando e tremando Luca.
-ora- dico al suo orecchio mentre carica la pistola e preme il grilletto contro la gamba dell'uomo, prendendolo in pieno. L'uomo grugnisce e io e Luca lo prendiamo mentre lui sviene.
-portiamolo in quella stanza- mi dice Luca porgendomi la torcia che ha messo tra le labbra e dandomi la pistola mentre tiene l'uomo tra le braccia.
Quando siamo arrivati nella stanza lo facciamo sedere su una vecchia sedia.
L'uomo si risveglia.
-allora...chi sei?- chiede Luca puntando la luce sullo strano uomo come nei film.
-Anna-
-cosa vuoi?- chiedo nascondendo il mio tono sorpreso...come fa a sapere il mio nome?
-Anna otlom acnam non...itrednerp a eneiv erotarrussus li-
-cosa diavolo ha detto?- chiede Luca.
Un rumore di lama che sferza sul muro arriva alle nostre orecchie.
-shhh- sussurro

Il sussurratoreWhere stories live. Discover now