Capitolo 1- come uccelli migratori

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Ciao io sono Anna, ho 16 anni e vivo a Venezia: una città magnifica!

ho una sorella di nome Giorgia Scarpa...si lo so: il mio cognome è piuttosto strano, ma a me piace. Poi ho mia madre, Clarissa e mio padre.

Sono una ragazza molto semplice: capelli neri ricci, occhi verdi, pelle chiara, viso ovale, di media statura e magra. Frequento il liceo linguistico e amo leggere i racconti horror. Questa passione è stata tramandata da mia nonna a me. Infatti quando ero piccola mia nonna amava parlarmi di fatti straordinari, fuori dal normale e di cose spaventose, ma non usava dei libri per raccontarle e mi faceva credere che tutto fosse vero...forse sembra un po' strano, ma a me piaceva sentirla raccontare queste storie bizzarre e fantastiche quanto spaventose. Inoltre era l'ultimo parente in vita che mi rimaneva a parte i miei e mia sorella. Quando morì, infatti, soffrì molto...i medici dicevano che era morta per un morso letale al collo da parte del suo pastore tedesco, ma Lucky era così buono con tutti...non ci ho mai creduto, secondo me dietro tutto ciò c'è qualcosa di misterioso...sì forse leggo troppi horror...

-Anna è pronta la colazione!- urla mia madre fungendo da sveglia.

scendo al piano inferiore e mi dirigo in cucina.

-ciao Anna- mi saluta mia sorella, che ha 19 anni.

-ciao- le rispondo.

Dopo un solo minuto scende anche mio padre.

-buongiorno ragazze- dice prima si stampare un bacio a mia madre e accomodarsi.

Mamma ci porta il caffè e tutti beviamo in silenzio. Appena abbiamo finito andiamo a vestirci e usciamo tutti di casa. Mia sorella e i miei vanno a lavoro con le loro macchine e io vado in bici a scuola.

-buongiorno ragazzi- esclama la professoressa mentre entra in classe. Io sono l'unica ad alzarmi e a salutare la professoressa.

-ciao Anna- sussurra la mia unica amica mentre si siede accanto a me...sì sono piuttosto timida e non amo particolarmente la confusione o le feste e roba del genere...preferisco un'unica e fidata amica.

Quando la lezione finisce ritorno a casa con la mia bici, come è solita la routine settimanale.

Ma appena entro in casa mi accorgo che questa monotonia si è spezzata.

-cosa è successo?- chiedo a mia madre, che è in lacrime. Mia sorella non è in casa e nemmeno papà lo è.

-cosa è successo???- ripeto a voce più alta. Mia madre si gira verso di, accorgendosi finalmente della mia presenza.

-tuo padre è morto...durante il lavoro- singhiozza mia madre. Qualcosa dentro si rompe, ma nessuno ne sente il rumore, solo io lo percepisco. Se solo avessi saputo che stamattina era l'ultima volta che l'avrei visto, sicuramente lo avrei degnato di un degno saluto, avrei sfruttato di più il tempo che mi rimaneva da passare con lui...perché la morte deve arrivare sempre così alla...alla sprovvista? Perché non ho sfruttato appieno il tempo che potevo passare con lui. Perché prima la nonna e poi lui???

Cosa ho fatto di male?

I giorni passano lenti come gli anni e ogni secondo che passa mi strappa per sempre un ricordo di lui: del suo viso, del bene che voleva alla sua famiglia e del suo essere sempre così positivo...quel saper rispondere a ogni domanda...

Un mese è ormai passato dall'avvenimento che ha stravolto la vita della mia famiglia e ancora non riesco a credere che mio padre sia morto. Per dimenticare più in fretta mia madre ha deciso di passare da una città a un paesino di circa 5000 abitanti: Poggio Torriana(in provincia di Rimini). Domani partiremo da casa alle 15:00 e la mia amica non sa nulla...forse dovrei dirglielo, ma non ci riesco...cambierò numero di telefono così non potrà più rintracciarmi e così potrà anche rifarsi una vita. MI sono informata sul paese dove stiamo per recarci e ho scoperto che è il paese della leggenda di Azzurrina e io, una ragazza che adora l'horror in un modo impensabile, voglio assolutamente visitare il castello! Non vedo l'ora! Forse mi farà anche dimenticare tutto quello che ho passato a Venezia...o almeno lo spero.

-siete pronte ragazze?- chiede mia madre dal piano inferiore.

Quando scendo mi domanda:-sei sicura di voler andare a scuola?-

-si, voglio salutare la mia amica-

-ok- risponde mi madre. Da quando papà è morto ha smesso di curarsi come faceva prima. Mentre quando lui era in vita, lei si truccava persino in casa, ora ha smesso di farlo persino quando ha riunioni importanti a lavoro. Questo ha favorito le occhiaie e le rughe, che si vedono più del dovuto per una donna di 43 anni. Inoltre i suoi capelli color rame ora sono per la maggior parte grigi perché non li tinge più. il trasferimento farà bene a tutti noi.

Arrivo a scuola e mi preparo ad affrontare l'ultimo giorno con la mia unica amica. Quando tutte le lezioni finiscono mi chiede:-quindi sabato andiamo in pizzeria come al solito?-

-io...non posso...- le rispondo. Dopodiché l'abbraccio e mi dirigo a casa in bici.

Quando arrivo mia madre è già pronta e mia sorella le sta accanto con la mia e la sua valigia. Abbiamo deciso di lasciare tutti i mobili all'interno della casa e di acquistare una casa completamente nuova.


Fatemi sapere nei commenti se questo primo capitolo vi è piaciuto. So che all'inizio non è per niente horror, ma era solo l'introduzione perché già dal prossimo lo sarà. Aggiornerò molto probabilmente domani.

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