|capitolo ventiquattro.|

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L'infermeria mi metteva sempre ansia. Il bianco luminoso delle pareti dava fastidio ai miei occhi. Avevo ancora la vista appannata per via del sonno.
Mi sentivo ancora a pezzi, ma perlomeno avevo le forze necessarie per rialzarmi e andare da quello stupido biondo e arrabbiarmi.

"Buongiorno, bambina."
Il mio migliore amico era accanto a me, con un meraviglioso sorriso impresso sul volto.
"Fred, ciao." Cercai di sorridere e il labbro mi fece terribilmente male.
"Come stai, Angel?"
La fatidica frase. Mi colpì in pieno petto. Ma l'anonimo aveva detto di non essere un Grifondoro come me.
Aveva mentito?
Sorvolai quei dettagli e risposi.

"Meglio. Quanto ho dormito?"
Iniziò a contare le dita delle mani. Si fermò a sette.
"Sette ore, direi."
"E gli altri che hanno pensato della mia assenza?"
"Oh, Malfoy ha detto alla maggior parte che sei caduta dalle scale perché si sono mosse inavvertitamente."
"Cosa?!" Urlai. "Per Godric, mi prenderanno tutti in giro..."
"Ma a noi ha detto della Umbridge. Era terrorizzato." Mi interruppe.
"È un traditore. Non è terrorizzato. È falso e spregevole."
"Angel, è il tuo migliore amico."
"Tu lo sei, Freddie."
Sorrise.

"Si è fatto tardi, vado. A domani, sicuramente madame Pomfrey ti lascerà uscire."
"Buonanotte."
"Notte, angioletto."
Lasciò la porta aperta. Stava arrivando qualcuno.
Speravo fosse Eleanor, o il trio, o qualsiasi persona all'infuori di colui che entrò in seguito.
Le gambe erano rigide e faticava a fare dei passi in avanti, come se qualche fantasma lo tirasse dal mantello.
Ma la reazione era adatta alla situazione. Mi conosceva bene ed era consapevole del fatto che stava andando incontro ad una strigliata con i fiocchi.

"Te ne puoi benissimo andare." Sbottai.
"No."
"Che cosa vuoi, ora?"
"Ti devo delle spiegazioni."
"Non me ne faccio niente delle tue spiegazioni. Non ho bisogno di parole."
"Angel, non ho avuto scelta." Disse lui, tutto d'un fiato.
"E che vuoi che me ne importi?" Urlai.
Lui rimase impietrito.

Fece qualche passo e posò qualcosa sul comodino accanto al letto.
"Ti ho portato un libro, nel caso tu avessi voglia di passare il tempo."
"Grazie. Di certo è meglio che stare a parlare con te, ma non me ne faccio niente."
Ero troppo dura, lo sapevo, ma non riuscivo a star calma.
Il suo comportamento mi aveva dato enormemente fastidio.

"Credo che la maledizione Cruciatus ti abbia danneggiato anche il cervello." Sbottò lui, ad un certo punto.
Non doveva proprio farlo. Ero arrabbiata e Draco, anziché starsene zitto e meditare, continuava a rispondermi nel disperato tentativo di farsi ascoltare e avere ragione.
"Almeno io l'ho avuto per un po', il cervello."
Gli occhi si ridussero a fessure.
Prese un respiro profondo, come se volesse fare un discorso immenso.
Si voltò di spalle e uscì, sbattendo la porta.

Afferrai il libro nella speranza che non fosse un suo stupido scherzo.
Ci mancava solo che mi avesse portato qualcosa tipo 'Le fiabe di Beda il Bardo'.
Invece era il mio libro.
Quello con la copertina rovinata, con la mia frase preferita. Quello da cui cadde un biglietto, incastonandosi tra le pieghe del lenzuolo.

"Oh, Angel, l'avessi saputo prima. Avrei evitato tutto questo.
Stamattina sarei corso da te, quando sei venuta al nostro tavolo, e avrei esordito con quella frase.
A scriverlo adesso, mi tremano le mani.
Vorrei tanto sapere come stai. Sicuramente non ti va di parlarne, ma magari scrivere potrebbe risultarti più facile.
Non lo so, voglio solamente leggere la tua risposta, vedere la tua grafia e immaginarmi mentalmente la tua voce.
Probabilmente leggerai questo biglietto quando sarai già uscita dall'infermeria.
Ma chi lo sa, se domani decidessi di chiudere tutti i rapporti coi Serpeverde e non parlarmi più?
Continua a scrivermi, nonostante tutto.
Spero di vederti presto."

Quel biglietto non fece altro che confondermi ulteriormente.
Non poteva essere Draco, perché l'anonimo era convinto che avrei letto il messaggio dopo essere uscita dall'infermeria. Quindi non sapeva che il biondo traditore mi avrebbe portato il libro.
Eppure mi sembrava tutto troppo strano, troppo incasinato.
In più, non riuscivo a dormire, a pensare. Non riuscivo a fare niente. Il trambusto che faceva un altro ragazzo mi annebbiava la mente.
"Madame Pomfrey, sto benissimo. Posso andare a dormire nella mia camera?" Tentai.
"Oh, cara. E se ti sentissi male?"
"Sono sicura di star bene. Preferirei tornare nel mio dormitorio. Domattina ho da fare."
"Va bene, va'."

Dovevano essere le otto di sera, perché i corridoi erano vuoti e dalla Sala Grande si levava un cicaleccio incredibile.
Decisi anche io di andare a cena.
Quando entrai nella stanza tutti si ammutolirono, esplodendo poi in delle risatine trattenute a stento.
Mi davano davvero fastidio, ma cercai di non farci caso, dirigendomi verso Fred e gli altri.
Loro erano sempre pronti ad accettarmi, a non fermarsi alle apparenze, a volermi bene nonostante tutto.
Infatti con poca fatica riuscirono a togliermi il broncio e a farmi sorridere.
Avevo degli amici fantastici, dovevo ricordarmelo più spesso.

Tornata in camera mia, decisi di mettere in ordine il mio baule, come prevedeva la mia routine al ritorno dalle vacanze di Natale.
Tirai fuori tutto: divise, cappelli, guanti di pelle di drago, pergamene, provette varie, bilance e penne e calamai.
Rimanevano delle scartoffie accartocciate e un foglietto piegato che faceva capolino da una piccola tasca interna.
Lo presi e lo spiegai. Se l'avevo portato ad Hogwarts doveva essere una cosa importante, un ricordo probabilmente della mia famiglia.
Mi mancavano terribilmente. E li avevo salutati solo due giorni prima.

Quando spiegai il foglietto mi accorsi che aveva la stessa grafia dell'anonimo del libro.
E allora mi ritornò in mente quando mi disse che mi aveva già scritto e che potevo risalire a lui in quel modo.
Ma io non ricordavo di aver ricevuto lettere da persone diverse dai miei soliti amici.
Allora iniziai a leggerlo.

"Angel Grace Fudge,
i miei genitori mi hanno obbligato a scriverti una lettera come si deve, ma ti allego anche l'idea principale, giusto per farti capire quante parole meriti.
Hanno detto che non leggeranno ciò che scriverò, ma anche se lo faranno non m'importa. Ormai le cose me le tirano fuori con la forza.
Ma, tranquilla, non le vengo a dire ad una come te.
Il muro che si è creato tra noi non fa altro che rafforzarsi, giorno dopo giorno. Mi sono totalmente pentito di essermi dimostrato così debole con te, che non meriti nemmeno un mio sguardo di odio.
L'indifferenza è la minima pena per ricambiare la sofferenza che mi hai causato.
Esatto.
Ho sofferto, Fudge, come si soffre quando muore il proprio cane. Cioè, non eri il mio cane, ma comunque ci tenevo ad esserti amico.
Mi affascinavi e non poco, e ho desiderato per tutto quel tuo giorno di permanenza nel mio dormitorio che quel letto che avresti dovuto occupare diventasse davvero tuo.
Ma no, la vita e tu dovevate prendermi a schiaffi.
E sai qual è il problema?
Che, nonostante il muro, io continuo ad affacciarmi a quella barriera per vedere oltre. Per vedere te. Per vedere gli altri che hanno l'onore di esserti amici, che io non ho avuto.
Di cui tu mi hai privato.
La colpa è solo tua, Fudge.
E no, non sarà una lettera in cui un Draco femminuccia farà la solita cosa romantica di dire che è tutta colpa sua.
Perché no, non è colpa mia.
Hai i tuoi amici e io ho i miei. E non m'importa del desiderio che ho ancora di averti accanto, perché l'odio e l'indifferenza lo sovrastano.
Ecco cosa sei e cosa mi fai diventare: odio e indifferenza.
Spero che il mio cuore che è là con te continui a battere, perché me ne hai privato quando abbiamo deciso di ignorarci, quel 2 settembre di cinque anni fa.
Cordialmente,
Draco Lucius Malfoy."

Il libro cadde dalla postazione in bilico in cui l'avevo lasciato, facendo uscire proprio il foglio col biglietto.
Il destino non voleva proprio lasciarmi andare a dormire in pace, quel giorno.
Ripresi in mano la lettera, quella che Draco mi aveva mandato il giorno del mio quindicesimo compleanno.
Accanto alla sua firma si allargò una macchia bagnata e trasparente.
Non mi accorsi che stavo piangendo.

Hidden words. |Draco Malfoy|Where stories live. Discover now