|capitolo diciannove.|

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Sorprendendomi, Draco mi seguì dentro lo scompartimento. Mi aspettavo un rifiuto, una scusa abbastanza credibile, un impegno sorto sul momento.
E invece niente. Aveva deciso di stare nel mio scompartimento, assieme ad Eleanor e alla sottoscritta.
La mia migliore amica mi rivolse degli sguardi assassini per i primi secondi: il biondo non le stava molto simpatico per i guai che aveva causato ad Harry.
"Ciao." Sussurrò Draco impacciato e si sedette accanto a me.
Eleanor non rispose, beccandosi un'occhiataccia da parte mia.
"Ciao, Malfoy." Si sforzò.
Meglio di niente.

Il tempo passò velocemente tra chiacchiere e risate.
Draco, a differenza di ciò che pensavo fino a qualche settimana prima, era davvero simpatico.
Un po' pieno di sé, ma simpatico.
Eleanor era totalmente meravigliata da ciò che vedeva di fronte a lei: io e il Serpeverde che ci sfottevamo, che ridevamo facendo scontrare le due teste, che ci cimentavamo negli ultimi incantesimi prima che la Traccia ci impedisse di usare la Magia fuori da Hogwarts.

"Angel." Disse, interrompendo una mia osservazione filosofica sulle nuvole.
"Mh?"
"Posso parlarti?"
"Dimmi tutto." Dissi io, non capendo che la mia migliore amica era di troppo.
"In privato..." E arrossì.
Le sue gote si dipinsero di un rosa confetto, perfettamente a contrasto con la sua pelle color porcellana.
"Oh, scusa. Eleanor..."
"Andate!" E mi fece l'occhiolino.

Lei credeva che tra me e Draco ci fosse più di un'amicizia. Si sbagliava.
Il biondo era un bel ragazzo, non potevo negarlo, ed era anche simpatico.
Il problema consisteva nel fatto che, punto primo, io ero sicura di non piacergli, anche perché era fidanzato con Pansy Parkinson.
Punto secondo: l'anonimo del libro.
Ero innamorata di parole, di frasi, di citazioni. Come se mi innamorassi di Dante Alighieri solamente perché la Divina Commedia era assolutamente affascinante.

"Volevo salutarti." Esordì lui una volta arrivati sulla terrazza panoramica dietro al treno.
Stavamo entrando dentro Londra. Mancavano pochi minuti all'arrivo a King's Cross. Sentivo il bisogno di abbracciare mia madre e mio padre ma, allo stesso tempo, sapevo che Draco mi sarebbe mancato molto.
Nell'ultima settimana ci eravamo visti molto spesso, un po' per Pozioni e un po' per conto nostro, tra passeggiate sotto il portico e sulla riva del Lago Nero.
Ed era stato tutto fantastico.

"Allora salutami." Dissi, aspettandomi un 'arrivederci' e un sorriso.
Ma lui mi abbracciò, stringendomi a sé forte, fortissimo.
Ricambiai il gesto come se fosse la cosa più naturale e scontata che un ragazzo potesse fare.
Un ragazzo, sì, ma non lui.
Freddo e distaccato com'era, abbracciarmi era un grande passo. Soprattutto per essere una sua semplice amica.

"Draco." Sorrisi quando ci staccammo.
"Scusa, volevo farlo."
"L'avrei fatto io se tu, per caso, ti fossi tirato indietro."
"Sono un Serpeverde, non esiste."
Non sapevo cosa rispondere, quindi tornai a concentrarmi sui grattacieli di Londra.
La mia città.
Era bellissima.
"Mi... mi mancherai." Balbettò.
Mi precipitai verso di lui e gli misi le mani sulle spalle, iniziando a scuoterlo.
"Dov'è Draco Lucius Malfoy? Che ne hai fatto di lui?"
Il platinato sorrise. "Sei tu che mi fai questo effetto orribile e preoccupante."
"Orribile e preoccupante?" Mi accigliai.
"Esattamente, se non peggio."

"Ti odio."
"Amami o odiami, sono entrambi a mio favore; se mi odi sarò sempre nella tua testa, se mi ami sarò sempre nel tuo cuore." Declamò, solenne.
Non potevo credere alle mie orecchie.
Tra tutte le cose che avevamo fatto e che mi aveva detto, quella mi aveva sbalordita più di tutte le altre.
"Oh, per Godric. Non puoi citare Shakespeare senza prima avvisarmi e farmi preparare psicologicamente."
"Non ti piace?"
"Non mi piace? È assolutamente fantastico, Shakespeare."
"Assomigli ad una ragazza babbana ai concerti di qualche cantante babbano. Isteriche."

Sorrisi a quella scena. Francamente a volte ero pure peggio, ma preferii non dirglielo. Non volevo si spaventasse.
In realtà non mi importava di cosa avrebbe potuto pensare di me.
Ero semplicemente io, Angel.
Se avessi iniziato a spacciarmi per una ragazza con carattere e modi differenti dai miei, alla fine mi sarei trasformata in lei.
Come se mi Trasfigurassi, ma caratterialmente.
Ero me stessa e Draco lo apprezzava tantissimo. E riuscivo a capirlo dal fatto che anche lui era se stesso con me, abbandonando i suoi modi distaccati e superbi.
Si trasformava. Ed era fantastico.

In lontananza intravidi la stazione. Eravamo quasi arrivati a destinazione.
"Buon Natale, Draco. Ci vediamo a gennaio."
"Buon Natale anche a te, Angel."
"Mi aspetto delle lettere."
"Mi aspetto un regalo." Sorrise lui.
"Ci penserò, furetto." Lo abbracciai di nuovo e tornai nel mio scompartimento per mettere in ordine le ultime cose e sclerare con Eleanor per l'abbraccio e la citazione di Draco.

Hidden words. |Draco Malfoy|Where stories live. Discover now