|capitolo sedici.|

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"Troppi indizi tutti insieme.
Pensavo che sarebbe stato più difficile, anche se sospettavo già che fossi tu l'anonimo.
Polso destro fasciato, situazione imbarazzante, spirito da Grifondoro.
Angel Grace Fudge.
Sono sicuro che sia tu tanto quanto sono sicuro del mio nome.
E no, non te lo dirò.
Non te lo dirò perché tu scoppieresti a ridere.
Non te lo dirò perché mi renderei troppo vulnerabile, troppo debole.
Non te lo dirò perché devi essere tu a scoprirlo. Devi dedurlo.
So che stai pensando di appostarti in biblioteca tutto un pomeriggio, ma non otterrai risultati.
Guarda la grafia, guarda le parole. Non soffermarti mai all'apparenza. Né delle persone e né di ciò che scrivono.
Credo che attraverso le parole scritte sia molto più facile parlare di ciò che provo.
E la coincidenza più grande è stata che ho parlato della ragazza di cui sono innamorato alla ragazza di cui sono innamorato.
Esatto.
Non lo ripeterò, ti basta rileggerlo.
Scoprimi, ma non troppo in fretta.
Ti farò innamorare di me, come hai detto tu. In silenzio e da lontano, no?"

'Ho parlato della ragazza di cui sono innamorato alla ragazza di cui sono innamorato.'
Il mio cuore aveva saltato più di un battito per poi recuperarli tutti insieme, accelerando notevolmente.
Stava per schizzarmi fuori dal petto.

Dovevo scoprire chi era l'anonimo. Dovevo farlo.
O forse avrei dovuto lasciare che fosse lui a mostrarsi.
Non sapevo cosa fare.
Proprio per questo decisi di non scegliere ma di fare ciò che mi passava per la testa.
Il destino aveva deciso in un modo? Bene, non avrei cercato di cambiarlo.

Il polso era guarito.
Era passata una settimana dalla caduta.
Non avevo più fatto lezioni di recupero con Malfoy, non aveva il tempo. E nemmeno io ne avevo molto.
L'Esercito di Silente mi teneva occupata per un sacco di tempo, ma stavo imparando degli incantesimi fantastici e mi riuscivano per la maggior parte delle volte.

Lui invece si stava preparando alla partita contro i Corvonero e voleva assolutamente afferrare il boccino.
Era testardo.
Me l'aveva detto a pranzo qualche giorno prima.
Esatto, Draco Malfoy era venuto al tavolo dei Grifondoro per comunicarmi le notizie, sorridermi e augurarmi buon appetito.
Secondo il mio subconscio, oltre alla botta al polso, anche la testa doveva aver urtato da qualche parte. E anche forte.
Afferrai la piuma, la immersi nell'inchiostro nero e iniziai a scrivere.

"Caro anonimo dall'identità che non si può rivelare, affare fatto.
Starò al tuo gioco, ma devi darmi un appiglio.
Non so da dove iniziare a investigare.
Dammi qualsiasi cosa. Sia la grafia che il modo di scrivere non mi riportano a galla nessun ricordo.
Dimmi l'iniziale del nome del tuo cane, andrebbe anche bene. Inizierei a cercare maghi che hanno cani e ad escluderne altri.
Ho una scuola intera da setacciare.
Sì, sono pronta a trovarti.
Tu sii pronto a farti trovare.
Magari troviamoci a mezza strada. È bello.
Sarebbe bello vedersi e dirsi 'Sapevo che eri tu'.
Vienimi incontro.
Fammi innamorare. Non è troppo difficile.
Basta essere simpatici e gentili. L'aspetto fisico non mi interessa più di tanto.
La bellezza interiore, a volte, rende più piacevole l'esterno. Come se fosse una specie di Foschia.
Iliade.
Ti cerco e ti aspetto.
Non ha senso questa frase. Ma potrebbe acquistarne uno valido solo per noi, no?
Ti cerco e ti aspetto, anonimo.
Ti cerco e ti aspetto."

Mi sentivo soddisfatta.
Se l'anonimo avesse accettato di venirmi incontro sarebbe stato tutto più facile.
Ero speranzosa.
Iniziai a immaginarmi il ragazzo che impugnava la piuma che mi rispondeva.
Lo vedevo alto, con i capelli castani e gli occhi azzurri o verdi. Era gentile e profondo. Aveva un sorriso magnifico, ma che avevo già visto realmente sul volto di qualcuno. Non intendo nella conformazione e nei lineamenti del volto, sia chiaro.
Parlo dell'espressione.
Immaginavo il mio ragazzo ideale, anche se qualcosa dentro me diceva che non sarebbe mai stato così... perfetto.

"Che fai?"
La gente amava cogliermi di sorpresa, farmi sobbalzare e farmi prendere un infarto.
"Pensavo."
"A cosa?" Chiese Blaise, sedendosi accanto a me.
"Oh, roba profonda e filosofica. Ti annoierebbe."
"Fantasticavi su un ragazzo." Fece lui, come se avesse aspettato un sacco di tempo per dirlo.
"Ma che dici?" Arrossii.
"Sorridevi come un'ebete e accarezzavi la copertina del libro e no, Angel, le persone non accarezzano le copertine dei libri." E mi rivolse un sorriso gentile.

Ecco, il sorriso di Blaise era molto simile a quello del mio ragazzo ideale.
Che fosse così perché mi stavo innamorando di lui?
No.
Era più un amico, con il quale parlavo di tutto e di tutti senza aver paura di essere giudicata.
Anche il non giudicare era una caratteristica dell'anonimo.
Stavo già impazzendo.
Convinsi me stessa che Blaise Zabini non poteva assolutamente essere l'anonimo.
Era troppo disinvolto e spavaldo per andare a confessare i propri sentimenti in un foglietto piegato in un libro.

"Ci sei?"
Precipitai a terra, abbandonando il mondo delle nuvole popolato dai miei pensieri.
"Oh sì, scusa."
"Hai perso la testa per un ragazzo!" Usò la sua fantastica voce da oca a cui di solito ricorreva per le imitazioni di Pansy Parkinson.
"Se sapessi chi fosse..." Borbottai.
"E allora come fai a innamorarti di qualcuno se non sai chi è?"
"Probabilmente sono innamorata delle parole e di colui a cui le attribuisco."
"Che sarebbe...?"
"Una persona che non esiste."
"Strano." Farfugliò Blaise sottovoce.
"Come ogni cosa, dopotutto."

Hidden words. |Draco Malfoy|Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt