|capitolo cinque.|

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"Anche tu non riesci a dormire?"
Sobbalzai.
Era notte fonda e credevo di essere sola nella stanza, ma evidentemente mi sbagliavo.
Girai la testa il necessario per intravedere la sagoma di un ragazzo già visto, di cui non ricordavo il nome.
"Già." Mi limitai a rispondere.
Si posizionò sulla poltrona di fronte alla mia. Aveva gli occhi brillanti, neri, che riflettevano le ultime scintille del braciere lì vicino.
I capelli erano dello stesso colore.
Ero sicura che avesse la mia stessa età, ma non riuscivo a ricordare nient'altro.

"Sono Blaise."
"Io sono Angel."
"Perché non sei a dormire?"
"Troppi pensieri per la testa."
"Oh, allora non sono l'unico che dopo lo Smistamento è spensierato!"
"Esatto."
"Perché Pansy Parkinson urlava?"
"Diciamo che non condivide molto gli uccelli."

"Hai un uccello?"
"Una civetta. Si chiama Light. E la signorina aveva paura che le riempisse il letto di piume. Ora dorme e sbava tutto il cuscino. Non so quale situazione delle due sia meno igienica."
Il ragazzo rise di gusto.

"Sei forte. Anche la strigliata a Malfoy sul treno. Wow."
"Ehm... Semplicemente reagisco d'impulso. A volte dico cose sbagliate, ma non so trattenermi."
"Oh, non farti troppi problemi. A volte ci sta."
"Hai ragione." Abbozzai un sorriso che Blaise ricambiò.
"Vado a dormire. Parlare con te mi ha fatto bene." Si alzò.
"Blaise, grazie. Fino ad ora sei l'unico Serpeverde che mi ha parlato in modo calmo e pacato."
Sorrise e andò via, sussurrando un 'prego' o forse un 'buonanotte'.

Lasciai che la testa si afflosciasse all'indietro sulla poltrona.
Distesi le gambe, poggiando le caviglie sul tavolino, accanto alla lettera.
Trovai quella posizione terribilmente rilassante e lo scoppiettare del fuoco era un dolcissimo sottofondo.
Stavo per addormentarmi quando un'altra voce mi fece tornare vigile.
Non era Blaise Zabini.

"Quella poltrona è mia."
"Da quando c'è scritto il tuo nome sopra?"
"Da quando tu ti sei seduta, riempiendola dei tuoi germi."
Un fuoco mi invase completamente dentro. Avevo voglia di tirargli ad uno ad uno tutti i capelli platinati che si ritrovava su quella testa vuota.
"Suvvia, Malfoy, non vorrai litigare già dal primo giorno."
"Tecnicamente sarebbe il secondo. Sono le due di notte." E sbadigliò.
"Allora vai a dormire."
"No. Preferisco dormire qua, sulla poltrona." E, anche lui, si sedette di fronte a me.

I suoi occhi grigio-azzurri mi scrutavano, come se tentassero di andare oltre il superficiale, come se scavassero dentro alla ricerca di non so cosa di astratto.
E io, per quanto forte e determinata, non riuscii a sostenere il suo sguardo di ghiaccio.
Lui sogghignò, poi iniziò a giocare con il lembo del mantello.
Per quanto avessi sonno, tutt'a un tratto, decisi che dovevo rimanere vigile. Non mi fidavo un granché di chi mi sedeva di fronte.

"Puoi anche dormire." Fece lui, come se mi leggesse nel pensiero.
"Non ho sonno."
"Ma se tra poco crolli per terra."
"Calcolando la traiettoria, sbatterei la testa contro il tavolino."
Draco Malfoy rise.
Parliamone.
Era di una tenerezza terribile. E mi picchiai mentalmente per aver fatto quel commento.
Sorrisi lievemente.

"Sei spiritosa."
"Che ti serve, Malfoy?"
"Niente, pensavo solo che avessi bisogno di amici. E io posso aiutarti a fare le scelte giuste."
"Mh." Borbottai.
Qualcosa nel suo piano contorto non mi convinceva per niente.
Ma, allo stesso tempo avere un amico sarebbe stato utile.
Non mi sarei sentita sola, per nulla.

Accettai.
Non ero sicura di ciò che facevo, ma accettai.
"Okay, Malfoy. Amici."
"Perfetto, Fudge."
Mi tese la mano e gliela strinsi. Aveva una stretta forte, sicura.

"Anche io so parlarti in modo calmo e pacato."
"Hai origliato quello che dicevo con Blaise?"
"Vi chiamate per nome?"
"Perché non dovremmo?"
"Bah, buonanotte." E affondò la testa nella poltrona.
"Buonanotte." E mi addormentai anche io, col cuore forse più leggero.
Avevo un amico.
Non ero più sola in quell'avventura.

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