|capitolo tredici.|

5.2K 251 40
                                    

"Angel, ti va di fare due passi?"
Blaise mi si piazzò davanti, nel mezzo delle scale.
"Mi spiace Blaise, non posso." Cercai di aggirarlo, ma fu inutile.
Non si decideva a spostarsi e mancavano pochissimi minuti all'appuntamento in biblioteca per le ripetizioni.
"Che fai, scappi?"
"Guarda, farei di tutto per venire con te. Ma non posso."
"Non rispettare le regole." Suggerì lui con un sorrisetto malizioso.

"Ci va di mezzo il mio voto in Pozioni."
"Per Salazar." E diede un pugno alla ringhiera, facendola vibrare.
"Cosa?"
"Tu."
"Io?"
"Sei tu quella a cui Draco deve dare ripetizioni! Ecco perché ha rifiutato di venire con me a giocare a Quidditch."
"Invitalo più spesso. Magari rifiutasse di aiutarmi."
"Lui era abbastanza neutro, forse troppo."
Draco Malfoy neutro? Blaise mi diceva troppe cavolate per addolcirmi.
"Io non lo sono."
"Pazienza. A dopo."
"Ciao."

Corsi in camera a prendere il libro di Pozioni e poi mi precipitai in biblioteca alla velocità della luce.
Mi sedetti su una sedia della biblioteca alle sei in punto. Puntuale, forse, per la prima volta in tutta la mia vita.
Mi guardai intorno ed individuai una chioma biondo platino fin troppo conosciuta accanto allo scaffale dei libri. Dei miei libri.
Decisi di avvicinarmi piano piano.
Stava leggendo il mio libro, quello in cui mettevo i bigliettini destinati all'anonimo.

Tossii per cercare di attirare l'attenzione.
"Oh, sei venuta." E chiuse il libro.
"Che ci fai con quel libro?" Chiesi, come se fosse di mia proprietà.
Lui, prima di rispondere, si guardò intorno con uno sguardo furtivo.
"Leggo."
"Dammelo." Dissi, decisa.
"Oh, che c'è in questo libro di così tanto importante?" E iniziò a sbatterlo e a sfogliare tutte le pagine finché non cadde un bigliettino.
"Uuh, la cosa si fa interessante." Disse afferrandolo.
"Dammelo, Malfoy."
"Non prima di averlo letto."
Si sgranchì la voce e iniziò.

"Forse ci riuscirò, ma non ho fatto nulla, né io e né il mio cuore.
Ho colto la palla al balzo.
Dovrebbe andare tutto bene. O almeno lo spero.
Grazie per i consigli.
Parli come una Tassorosso, sai?
Forse in quella Casa andate tutti d'accordo su certi ideali.
Anche se molte volte credo che tu sia una Grifondoro. O non lo so, cavolo. Hai molte qualità.
Grazie per i tuoi consigli, sul serio."

"Oh, per Salazar, stai sentendo un ragazzo attraverso dei bigliettini in un libro? Che cosa dolce." Mi schernì.
"Almeno io mi sento con qualcuno. Piuttosto pensa a te e al fatto che tutte le ragazze ti stanno alla larga." Sbottai.
"In realtà sono fidanzato con Pansy Parkinson." Fece lui, seccato.
Un colpo al cuore, in pieno petto e non sapevo nemmeno io perché.
Avevo sperato che fosse lui il ragazzo dei bigliettini, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di leggerlo ad alta voce e di prendermi in giro.
E poi stava con Pansy, una ragazza che pendeva dalle sue labbra dall'era dei tempi.
Credevo avesse gusti migliori.
Non potevo dargliela vinta, così decisi di avere io l'ultima parola.
"Sì, perché è l'unica ragazza che ti considera."
Storse le labbra alla ricerca di una risposta che non trovò.
Boom. Colpito e affondato.

Mi sedetti ad un tavolo e lui mi imitò.
"Spiega." Ordinai.
Si addentrò in una spiegazione del Distillato della Morte vivente. Roba assurda e incomprensibile che però lui riusciva a farmi entrare in testa.
Presi una marea di appunti, feci grafici e disegni.
Il biondo parlava senza interruzioni. Appena provavo ad aprire la bocca per chiedere lui mi zittiva, dandomi la risposta a ciò che avevo in mente.
Mi sentivo stanca. Il cervello scoppiava per le troppe informazioni.

"Wow, Malfoy." Dissi, a spiegazione conclusa.
"Cosa c'è?" Sbuffò.
"Non sapevo fossi così bravo in Pozioni." Ammisi.
Lui sorrise compiaciuto e il mio stomaco si attorcigliò.
"Beh, nemmeno io lo sapevo fino ad oggi."
"Mi prendi in giro?"
"No."
E poi regnò il silenzio, interrotto solo dai nostri respiri che rimbombavano sui muri della biblioteca.

Indietreggiai per andare via, ma inciampai nella gamba del tavolo e caddi a terra.
Nel cadere il polso urtò sul pavimento, facendo un sonoro crac.
"Angel!" Urlò il biondo e si precipitò accanto a me.
Mi aveva chiamata per nome. Bastò quello a riportarmi sulla Terra.
"Ti sei fatta male?" Chiese con un tono premuroso.
"Il polso destro..." Balbettai.

"Vieni, ti porto in infermeria." E mi sollevò, poggiando il mio braccio sinistro attorno al suo collo.
Io mi scansai subito.
"Che hai?" Sbuffò.
"Ti farai vedere in giro con una Grifondoro e per lo più traditrice dei Serpeverde."
"Come..."
"So come mi chiamate e come mi prendete in giro."
"Non m'importa." Disse e, tornati nella posizione di prima, mi accompagnò in infermeria.

"Oh, cara, per tre giorni non potrai né scrivere e né impugnare la bacchetta. La frattura deve guarire bene." Mi sussurrò dolcemente Madame Pomfrey.
"Può frequentare le lezioni?" Chiese il biondo, che non se n'era mai andato dalla sedia accanto al mio letto.
"Oh certo, può anche andare a cena tra pochi minuti." Sorrise la donna.
"Grazie Godric." Sospirai e mi alzai dal letto.
Il polso era fasciato e mi era impossibile muoverlo. Avrei dovuto mangiare con la mano sinistra ed io ero incapace. Totalmente.

"Grazie per essere rimasto."
"Non c'è di che." Fece lui.
"Ora puoi andare a cena, sta per iniziare."
"Allora andiamoci."
"Insieme?"
"Insieme. Vorrei evitare di portarti di nuovo qui correndo. Sei pesantissima." Sorrise beffardo Malfoy.

Hidden words. |Draco Malfoy|Where stories live. Discover now