XVI

2.8K 217 53
                                    

Era partito.
Il giorno prima era rimasto tutto il giorno da me, e questo lo avevo apprezzato, poteva decidere di riposarsi un po' prima di partire.

Erano già due ore che non lo sentivo, sapevo che non poteva usare il cellulare sull'aereo. Avrei aspettato, sicuramente.

Non mi sono mai sentito così triste in vita mia. Mia madre aveva preparato anche la mia colazione preferita per farmi sentire meglio, mio padre invece voleva anche guardare anime insieme, cosa che non facevamo da quando ero piccolo.

Ma tutto questo non bastava, ero spaventato dall'idea di non stare con lui.
Ironico, no? Prima non lo sopportavo, volevo che gli capitassero le cose peggiori. Ed ora volevo soltanto tenerlo con me e coccolarlo.

Patetico.

Torno in stanza dopo la supplica di mio padre di stare con lui, e mi butto sul letto a peso morto.
Avrei aspettato un messaggio, una chiamata o ancora meglio una videochiamata da parte sua.

Dopo ore e ore a disperarsi Yoongi mi aveva chiamato, da quello che riuscivo a vedere dall'altra parte era il nulla, solo tanto nero, ma in quel momento mi bastava lui.

«Jimin, mi stai ascoltando?»

«Mh, dicevi?»

«Che é strano non averti intorno e darti fastidio. É una cosa che mi mancherà tanto in queste settimane»

«Ah ah, spiritoso»

«Aish, é così frustrante. La prossima volta vieni con me»

«É una domanda o un'affermazione?»

«Un comando»

«Ma avevi detto che..»

«So cosa ho detto, stupido. Scherzo, decidi te»

«Voglio venire»

«Benissimo, chissá come mai avevo il presentimento che avresti voluto»

«Quanto sei simpatico oggi»

«Modestamente»

«Jimin-ah?»

«Mh?»

«Mi dai un bacio?»

«U-un bacio? E come?»

«Avvicinati alla web-cam»

Annuisco, avvicinandomi alla videocamera del computer.

«Ora appoggia le tue labbra sulla web-cam, io farò lo stesso»

Arrossisco di colpo, scuotendo la testa. Questa cosa é imbarazzante.

«Dai Jimin-ah.»

Lo guardo per un momento non sapendo che cosa fare. Gli dico di aspettare un attimo e controllo che la porta di camera sia chiusa.

Ritorno com'ero prima, e bacio il mio computer. Quando mi stacco riesco a vedere le labbra di Yoongi. Quanto vorrei poterlo baciare sul serio.

«Grazie, Jimin-ah»

«Smettila di chiamarmi così, cos'é tutta questa confidenza»

«Non dai tutta questa confidenza al tuo ragazzo?»

«Esattamente»

«Questo é un male»

«Sará»

«Sai che me la pagherai quando torno, vero Jimin-ah?»

«Sicuro, Yoongi-ah»

«Mh, passi alle maniere forti»

«Sempre»

«Mi piace»

«Vai a dormire, Yoongi. É tardi, lá»

«Va bene, buonanotte Jimin-ssi»

«Buonanotte a te, Yoongi»

Guardo per l'ultima volta il suo volto, prima di chiudere il computer e cambiarmi per andare a lavorare.
Avevo trovato un lavoretto in una pasticceria, giusto per non passare queste due settimane da morto/zombie.

Scendo al piano di sotto più contento di prima, e i miei genitori mi guardavano in modo storto. Certo, un figlio più lunatico di me non potevano avere.

Esco di casa, e cerco la via di quella pasticceria. Ci andavo da piccolo con mamma, mi piacevano un sacco quei dolcetti con sopra la frutta e sotto la crema.
Pensarci mi fa sorridere, penso a mia madre quand'era più giovane. A quanta pazienza ha dovuto avere con un bambino come me! Immagino la madre di Yoongi invece.
Sarebbe stata veramente orgogliosa di quello che sta diventando.

Mi guardo alle spalle prima di entrare nella pasticceria e chiedere una mano.
Mi si presenta davanti una ragazza con i capelli lunghissimi, e con degli occhioni mareoni che mi guardavano in modo curioso.

«Tu devi essere il nuovo aiutante!»

«Sì, sono io»

«Piacere di conoscerti sono Kim Haneul. Il mio nome significa 'cielo' nome importante, non pensi?»

"Mh...ehm sì."

"Bene e tu come ti chiami?"

«Park Jimin. Il mio nome invece significa saggezza. In poche paroleil mio nome dovrebbe andare bene ad una persona che si occupa degli altri»

«E tu sei così?»

«Non saprei, non ci ho mai davvero pensato»

«Bene Jimin dal nome dal significato profondo; iniziamo subito! Stai al banco e servi ai clienti. Puoi farcela?»

«Certamente!»

«Benissimo, al lavoro!»

La seguo dietro al banco, aspettando i primi clienti.

Dopo una mezz'oretta circa vedo degli studenti avvicinarsi. Non era strano vedere ragazzi con la divisa, anche se in vacanza.

Ma aspetta.

Quella é la divisa della mia scuola.

E quelli i miei compagni di classe.

Jackson.

PERCHÉ?

Wolf boy | yoonмιnWhere stories live. Discover now