Lei è tornata

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Capitolo 11: Lei è tornata

Strappai a morsi la pelle del mio braccio e feci cadere velocemente una grossa quantità di sangue nella sua bocca semiaperta. “Ti prego funziona” pensai solo. Pregai tante volte che non fosse troppo tardi. Dopo pochi minuti sentii Harry tossire e riprendersi.

-Che cazzo ti è passato in mente brutto deficiente?- gli urlai contro allontanandomi dal suo corpo. Cercai di controllarmi il più possibile dal prenderlo a pugni.

-Non è stata colpa mia, mi gira la testa- disse portando le sue mani intorno alla testa

-Si, troppo sangue può far male- spiegai

Cercò di alzarsi ma non ci riuscì e cadette per terra di nuovo.

-Stai giù e spiegami che è successo!- ringhiai

-Sono andato dal gruppo di Luke, quello che mi vendeva la roba, per dirgli che non la volevo più, così lui mi ha iniettato qualcosa nelle vene e non sono riuscito a fermarlo, erano in tre ed io solo uno, quel bastardo si nasconde dietro i suoi amici- disse arrabbiato.

Aveva detto la verità, potevo sentire i battiti del suo cuore regolari, senza accelerazioni. Sorrisi, aveva proprio un bel faccino da arrabbiato, era dannatamente dolce. “Beth, ma cosa diamine dici?”, avevo pensieri altalenanti sul suo conto, a volte ammettevo che forse, sotto, sotto c’era qualcosa, mentre in altre negavo ogni piccolo sentimento. Credo fosse tutta colpa del suo carattere, mi costringe a diventare lunatica come lui e cambiare idee spesso.

-Vieni con me, ti porto a casa- dissi aiutandolo ad alzarsi da terra.

-Spero che la casa che intendi sia la tua, non voglio andare a casa mia, non c’è nessuno- disse piano

-Va bene, basta che ti metti a letto e dormi per un po’, non sei abituato al mio sangue- dissi guardandolo

Lui annui e cercò di camminare ma appena fatto un passo le sue gambe cedettero e, se non era per i miei riflessi, sarebbe caduto a terra.

-Dovrò portarti in braccio- sussurrai.

-Non se ne parla neanche, il sono l’uomo, dovrei essere io che porto in braccio te, dovrei essere io che ti proteggo, non tu- disse guardandomi.

Era ancora appoggiato alla mia spalla, il suo odore stava entrando sempre più prepotente nei miei polmoni, ma la cosa che per ora mi preoccupava erano i suoi occhi, quel verde smeraldo si rifletteva nel mio rosso sangue. Sembravano secondi infiniti quelli in cui io rimasi ferma immobile a guardarlo, erano come una calamita, forse molto più forti dell’odore del sangue.

-Beth, ci sei?- mi chiese sorridendo

Notò molto volentieri la mia faccia sbigottita ed il mio sguardo da stupida e rammollita, in questo momento tutti i miei buoni propositi per non cadere nella trappola “Harry” erano andati falliti.

-Si, smettila di guardarmi così- dissi irritata

Lui rise ed annuì, le fossette erano appena apparse, stupende anche loro. “Ok, la prossima volta che dico una cosa del genere prometto di sbattere la testa al muro”.

-Reggiti forte, faremo prima, giuro che per la tua popolarità non dirò nulla- sorrisi

Stavo scherzando, lo avrei urlato ai quattro venti appena possibile. Corsi velocemente ed in pochi secondi ero davanticasa mia. La faccia di Harry era una delle migliori in assoluto, era un misto tra spaventato, deluso, irritato, strabiliato ed anche un po’ nauseato. Cominciai a ridere di gusto vedendo i suoi tratti.

-Perché ridi?- disse irritato

-La tua faccia, è incredibile, dovresti vederti- tra una parole e l’altra non riuscivo a soffocare una risata.

The eyes of a VampireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora