21 capitolo

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"Ally sto andando a lavoro, ti serve qualcosa?" Mi chiede David piano all'orecchio, mi stavo riposando anche se sono le quattro di pomeriggio.
"No, non mi serve niente, ci vediamo dopo?" Gli chiedo aprendo gli occhi e stiracchiandomi.
"Si, torno presto" dice e mi bacia sulle labbra. Esce dalla stanza accostando la porta e io mi addormento di nuovo.

Squilla il mio telefono e purtroppo sono costretta a svegliarmi del tutto.

"Pronto" dico assonnata, non ho nemmeno visto chi è.
"Amore tutto bene?" risponde mia madre.
"Si si mamma stavo solo riposando, sei già partita?" Le chiedo cambiando discorso.
"Non ancora, ma credo che sarò lì fra un paio d'ore" mi dice.
"Okay, vuoi che ti prepari qualcosa?" Le chiedo.
"No, Ally non fare niente devi riposarti, a proposito come stai?"
"Bene, credo" rispondo accarezzandomi la pancia.
"Ally adesso devo andare, chiamami per qualsiasi cosa o chiama David okay?"
"Si non preoccuparti ci vediamo dopo"

Stacco la telefonata e decido di alzarmi dal letto visto che ormai sono le sei passate, appena metto un piede a terra sento una fitta nel basso ventre, faccio dei respiri profondi e cerco di calmarmi. Il dolore si attenua così vado in bagno e decido di farmi un bagno rilassante, entro nella vasca e la riempio con acqua tiepida. Quando ormai mi sono rilassata abbastanza avvolgo intorno al mio corpo un asciugamano e vado nella mia camera infilando l'intimo e una maglietta.
Mi siedo sul letto e noto che ho lasciato una scia per terra di acqua dal bagno fino ai miei piedi, aggrotto le sopracciglia e guardo verso il basso, poi capisco.
"Mi si sono rotte le acque" dico ad alta voce, mentre un dolore lancinante mi trapassa il corpo, mi piego in due mettendomi una mano sulla pancia.
Cerco il mio telefono sul letto e quando lo trovo compongo il numero di David che per fortuna risponde subito.

"Ehi Ally non posso parlare sto lavorando" dice a bassa voce.
"David ci siamo, mi si sono rotte le acque" dico respirando affannosamente ed entrando in panico.
"Ma com'è possibile il tempo non è finito" dice e posso sentire il nervosismo nella sua voce.
"Devi venire subito a casa, Ah!" Dico urlando.
"Si non ti preoccupare sto arrivando, respira piano e sta tranquilla okay? Non muoverti, sto arrivando" dice e sento lo sportello della macchina sbattere.
"Okay ti prego fa presto" dico e attacco.

Provo a calmarmi ma il dolore aumenta sempre di più, cerco di aggrapparmi al letto ma non trovo appiglio e cado a terra, inizio a piangere avvilita prendendomi la testa fra le mani.

"Piccola sono qui" dice David spalancando la porta della nostra stanza.
"David non ce la faccio, fa troppo male" dico piangendo.
"Ehi calmati, certo che ce la fai, io sono qui, respira piano" dice prendendomi il viso tra le mani asciugandomi le lacrime con i suoi pollici.
"Ally dobbiamo andare all'ospedale" dice.
"Si, ma non riesco ad alzarmi fa troppo male aaah!"
"Ti aiuto io, ti prendo in braccio okay?"
"Si ma fa piano" dico mentre lui mi prende in braccio lentamente. Scende le scale rapidamente e apre con agilità la porta di casa.
"David la valigia" dico all'improvviso.
"L'ho già messa in macchina ieri, per fortuna" dice poggiandomi con delicatezza sul sedile anteriore poi fa il giro correndo, sale in macchina e parte di corsa.
"David più veloce" grido respirando affannosamente.
"Siamo quasi arrivati, resisti manca poco" dice rassicurandomi.

David scende di corsa dalla macchina, mi apre la portiera e mi porta in braccio all'interno dell'ospedale, un dottore si avvicina a noi.
"Salve, si sono rotte le acque è alla 35esima settimana di gravidanza" spiega David al medico.
"Presto una barella" grida l'uomo.
David mi mette su una barella, mi accarezza i capelli e la fronte leggermente sudata mentre la barella corre fra i corridoi.
"Lei non può entrare" dicono i medici a David fermandolo.
"No vi prego io non ce la faccio da sola" mi sollevo dalla barella.
"Signorina il suo compagno entrerà fra poco non appena l'avremmo visitata"
"Ally sta tranquilla arrivo fra poco" dice David baciandomi sulle labbra.
Io mi contorco sulla barella per il dolore, mi portano in una stanza.
"Adesso la visiterò vediamo di quanti centimetri è dilatata, una volta arrivati a più o meno dieci la porteremo in sala parto, lei stia tranquilla e faccia dei respiri profondi" mi spiega il dottore e io cerco di calmarmi.
"La prego faccia entrare mio marito, non ce la faccio senza di lui, per favore" supplico il medico, sono nel panico totale. Devo per sino aver fatto pena al dottore che subito va a chiamare David.
Entra nella stanza spalancando la porta, appena mi vede corre da me mettendosi al mio fianco e stringendomi la mano come mi aveva promesso.
"Ehi, sta tranquilla sono qui" mi dice rassicurandomi.
"Adesso posso visitarla?" Mi chiede il dottore un po' spazientito.
"Si" dico facendo dei respiri profondi.
"Credevo non venissi più" dico rivolgendomi a David.
"Amore non gliel'avrei mai permesso" dice baciandomi la fronte inumidita e tenendo sempre la mia mano nella sua.
"È a cinque centimetri, deve cercare di arrivare a dieci quindi cammini per i corridoi o per la stanza, quando sente una contrazione si fermi e respiri, torno fra un po' a rivisitarla" mi dice il dottore uscendo dalla mia camera.
"Come ti senti?" Mi chiede David.
"Male" dico chiudendo gli occhi.
"Hai sentito che ha detto il medico?"
"Si, devo camminare"
"Ti aiuto vieni" mi dice aiutandomi a scendere dal letto.
"Però restiamo nella stanza mi vergogno di stare fuori" dico cercando di camminare.
"Okay" dice prendendomi il braccio e camminando insieme a me piano per la stanza.
"David aspetta ho una contrazione" dico fermandomi e piegandomi in due dal dolore.
"Aaah fa malissimo" quasi urlo.
"Piccola rilassati, respira piano, guarda come faccio io" lo imito e il dolore passa molto lentamente.

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