17 capitolo

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Ormai conosco troppo bene questa sala d'attesa, ricordo ancora la mia prima visita dalla ginecologa e involontariamente prendo la mano di David che è seduto di fianco a me. Lui me la stringe in modo da rassicurarmi e mi accarezza con il pollice il dorso della mano.
"Tutto bene?" Mi chiede con tono dolce.
"Si, stavo solo pensando alla prima volta che sono venuta qui, tu non volevi sapere niente di noi" abbasso lo sguardo ma David mi mette due dita sotto il mento per impedirmi di tenere la testa bassa.
"Ally sono stato uno stronzo, non so cosa mi sia passato per la testa, guardaci adesso siamo insieme, ci amiamo, la nostra vita è perfetta, non so cosa farei senza di te, ci completiamo a vicenda, non avrei mai immaginato di diventare padre a questa età ma sono felice e non tornerei indietro nemmeno se mi pagassero"
Perché ha sempre le parole giuste per rassicurarmi? Come fa?
Mi avvicino per dargli un bacio veloce e sorrido sulle sue labbra.
"Grazie" sussurro accennando un sorriso.
"Signorina Brown" chiama la dottoressa aprendo la porta del suo studio.
"Si eccomi" rispondo alzandomi dalla sedia e camminando lungo il corridoio.
"Allora come stai?" Mi chiede la dottoressa chiudendo la porta.
"Bene, a volte mi sento stanca, infatti dormo molto ma per il resto credo che proceda bene"
"È normale che ti senti stanca, ormai sei arrivata al settimo mese giusto?"
"Si"
"Vieni stenditi sul lettino che controlliamo come sta la bambina" faccio come mi dice la dottoressa e scopro il pancione, David è di fianco a me che mi tiene la mano.
"E il papà? È nervoso per la nascita?" Chiede la donna rivolgendosi al mio ragazzo.
"Più emozionato, anche abbastanza nervoso ma con una ragazza come lei devo solo stare tranquillo" dice con tono pacato.
La dottoressa procede con la visita mettendomi sulla pancia quel gel congelato che ho sempre odiato.
"Ti sono già arrivate delle contrazioni?"
"No"
"Di solito negli ultimi mesi di gravidanza arrivano delle contrazioni ma non preoccuparti è normale"
"Okay ma quindi se ne arriva una che devo fare?"
"Devi solo fare dei respiri profondi e stare calma, in questi ultimi 3 mesi faresti bene a non rimanere da sola a casa"
"Okay" rispondo.
"Allora, la bambina sta bene, si è formata del tutto, adesso controlliamo il cuoricino"
È sempre un'emozione osservare la nostra bambina sul monitor, è così piccola.
Vedo che la dottoressa corruga la fronte e smette di parlare ma continua a muovere l'aggeggio sulla mia pancia.
"Dottoressa come sta la bambina?" Chiede David nervoso. La dottoressa ci rivolge uno sguardo misto di preoccupazione e incertezza.
"Aspettate torno subito" la donna stampa un foglio e velocemente esce dalla stanza chiudendo la porta.
"David e se stesse male?" Chiedo entrando totalmente in panico
"Piccola tranquilla va tutto bene, non le accadrà niente"
"É stata colpa mia, non dovevo stancarmi così tanto" dico e una lacrima mi percorre il viso.
"Ehi non piangere, sta tranquilla, non è stata colpa tua vedrai che non è niente, si sarà sbagliata" dice asciugandomi la lacrima e posando un bacio sulla mia testa.

Aspettiamo cinque minuti o poco più in quella stanza aspettando notizie dalla dottoressa, spero solo che la bambina stia bene.
Ad un tratto vediamo che la porta viene spalancata.
"Ragazzi scusate se vi ho fatto aspettare, è tutto apposto, sta bene ha un piccolo rallentamento del battito cardiaco ma se ti riposi adeguatamente, non fai sforzi e mangi bene prima che nasca questo piccolo problema si risolverà"
Io e David ci guardiamo sorridendo, io gli stringo ancora la mano che lui porta alle labbra e la bacia.
"Ti puoi ripulire" mi dice.
"Sono così contento che stia bene" sussurra David.
"Anche io" dico togliendo dalla pancia i residui di gel.
"Allora mi raccomando niente stress niente sforzi, niente pesi, devi mangiare di più e riposati intesi?"
"Intesi"

Arriviamo a casa dove mia madre ci aspetta.
"Mamma siamo tornati" dico chiudendo la porta.
Mia madre scende di corsa le scale e viene ad abbracciarmi.
"Com'è andata la visita?" Chiede curiosa.
"Bene, ha detto che la bambina sta crescendo ha solo un piccolo rallentamento del battito, e mi ha raccomandato di stare attenta perché negli ultimi mesi di gravidanza incominciano a venire delle piccole contrazioni"
"Quindi visto che io voglio che non ti accada niente di brutto starai sempre con qualcuno, ti devi riposare e devi mangiare di più e non ti devi affaticare e visto che il nostro matrimonio è fra una settimana finisco di fare tutto io, non ti devi preoccupare di niente okay?" Dice David.
"Si ma io dovevo andare dal fioraio, in chiesa a parlare con il parroco per la disposizione dei fiori, poi dobbiamo decidere la musica e non siamo ancora andati a comprare le fedi e fatto incidere i nomi all'interno David manca una settimana capisci e noi siamo alquanto in ritar-" non mi lascia finire la frase che mi zittisce mettendomi le mani sulle spalle.
"Fa un bel respiro" dice e io obbedisco.
"Ricordi? Niente stress, non preoccuparti, mi occupo di tutto io adesso va a riposarti che io ti raggiungo subito"
"Okay" salgo le scale con lentezza, adesso non ho voglia di riposarmi, non sono stanca così non sapendo che fare mi stendo comunque sul letto appoggiando la testa alla testata e mi metto un braccio sulla faccia.
"Ehi che succede?" Sussulto.
"Scusa non volevo metterti paura" dice David stendendosi al mio fianco.
"Sta tranquillo" rispondo un po' fredda e non so perché.
"Ally che hai?"
"Niente"
"Non ti credo" dice, neanche io crederei alle mie parole.
"Davvero non ho niente non preoccuparti"
"Ally ho fatto qualcosa di sbagliato? Qualcosa che ti ha dato fastidio?" Ma come può pensarlo?
"No, non sei tu, tu sei perfetto anche troppo" accenno un sorriso e lui mi accarezza una guancia.
"E allora che succede?"
"David io vorrei, vorrei che mio padre mi vedesse, anzi che ci vedesse, vorrei che vedesse quanto siamo felici adesso, vorrei sapere cosa pensa di me e di quello che sto facendo, vorrei che fosse orgoglioso di me" dico e una lacrima mi percorre il viso.
"Piccola, lui è orgoglioso di te, ti guarda da lassù e sono sicuro che adesso sarebbe fiero di te e sarebbe contento che tu sia felice" dice mettendosi di fronte a me in modo da guardarci negli occhi.
"Ti amo" dico smettendo di piangere.
"Anche io" si avvicina a me e mi abbraccia.
"Ricorda che potrai sempre raccontarmi tutto, le tue paure le tue incertezze, tutto quello che vuoi perché io sarò sempre dalla tua parte" sussurra al mio orecchio.
"Grazie" sussurro a mia volta.

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