54. La finale

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VIOLA

Vorrei catapultarmi direttamente al 25 dicembre, non perché io ami così tanto il Natale – anzi da sempre mi mette addosso una dose non indifferente di malinconia – ma perché non sopporto più le folle inferocite che infestano i Centri Commerciali alla ricerca del regalo.

Sembra che anche l'aria che respiro ormai mi stressi. Ok lo ammetto, la colpa non è solo di ciò che mi circonda, no il problema principale è dentro di me. Sono triste, da morire. Stasera c'è la finale di XF, e se dopo il comunicato stampa della mia "assunzione" sembrava fondamentale per Federico che io partecipassi a questo evento, ora sembra che non gli interessi minimamente che io ci sia.

Dopo quell' anonimo Buona Giornata non ha più dato segni di vita. Cerco di non pensarci, ma il mio cuore e tutti i media del mondo sembrano ricordarmi della sua esistenza ogni minuto della mia giornata.

"Sì, ci vediamo per le 20.30 a casa di Bea...No, non vengo prima, ho dei giri di fare... Ok prendo io qualcosa da portare..." – perdo il filo della discussione con Ale perché intravedo in lontananza un uomo abbastanza corpulento vicino alla mia macchina – "...Aspetta un attimo!"

Cerco di arginare il fiume delle parole della mia amica perché vedo che si è letteralmente appoggiato con la spalla allo sportello. Non capisco cosa stia facendo. Allungo il passo, cammino impettita come se fossi la persona più coraggiosa al mondo. Gli arrivo giusto alle spalle, ma lui distratto dalla confusione del traffico romano non se ne accorge. Gli picchietto sulla schiena.

"Mi scusi ma lei cosa starebbe facendo poggiato qui. Questa è la mia macchina"

Si gira, barba corta e un'espressione da finto duro che si scioglie subito in un sorriso timido. Lo riconosco all'istante, rimango a bocca aperta.

"...Ehi si può sapere che cosa succede?"

La voce della mia amica arriva forte e chiaro come fosse in vivavoce a ricordarmi che non avevo nemmeno chiuso la chiamata. La saluto velocemente e ripongo il cellulare in tasca.

"Tu devi essere Viola, piacere Alessandro"

Allunga la mano per presentarsi ed io rimango lì come una scema per qualche istante prima di stringergliela. So benissimo chi è e proprio per questo la mia salivazione si è ridotta a zero.

"Cosa ci fa qui?"

"No, non darmi del lei ti prego. Comunque sono venuto a prenderti, abbiamo un aereo tra un po'!"

Un aereo, fermi tutti. Ho un déjà-vu.

"Io non ho nessun volo in programma per la giornata di oggi veramente!"

"Perché non guardi bene la posta!"

La mente mi rimanda immediatamente l'immagine di me stessa stamattina che esco di corsa da casa, prendo dalla cassetta della posta un malloppo di buste e le infilo velocemente in borsa, ripromettendomi di controllarle appena uscita dal lavoro.

Frugo velocemente tra il pandemonio di oggetti e trovo la mazzetta di carte. Velocemente le scorro una ad una, fino a trovare una busta con l'intestazione dell'etichetta discografica. L'apro velocemente, faccio scorrere il foglio dall'interno appena oltre il bordo e riconosco subito una carta d'imbarco per un volo con destinazione Milano. Alzo gli occhi e incontro quelli dell'uomo di fronte a me.

"Aveva paura che tu non vedessi la posta stamattina, perciò mi ha mandato a controllare e nel caso a consegnarti direttamente il biglietto. Pronta?"

Lo guardo incredula. Non ci credo, sta succedendo di nuovo.

"No che non sono pronta. Sono appena uscita dal lavoro, non ho niente con me"

"Mi ha detto che non ti servirà!" – guarda l'enorme orologio al polso – "Ma se hai bisogno di qualcosa in particolare hai qualche minuto"

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora