1. Piano B

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VIOLA

Porca miseria quanto pesano questi scatoloni, e pensare che sembravano due cose. Due cose, tutta la mia vita. Era stato duro chiudere quei pacchi, chiudere 8 anni, chiudere quel portone. Ma le ferite, quelle sembravano davvero impossibili da chiudere. Emozioni, sentimenti, ricordi, delusioni, tutte Polaroid di una vita condivisa e sfumata così a pochi giorni prima del Natale.

Starci a rimuginare ora è inutile, ormai è andata. Un ultimo sguardo alle finestre mezze abbassate, faccio ciao con la mano a quello scemo di Ettore ( si è intrufolato con il muso nella ringhiera e starà pensando che l'ho abbandonato, in fondo è così... mi mancherà troppo).

Inizia il piano B della mia vita, chiudo il cofano, entro in macchina, giro la chiave e parte la musica.

Non c'è percorso giusto, non c'è rapporto sano. Ma i ricordi e le esperienze ci rendono ciò che siamo

Sante parole caro mio, ingrano la prima e via , si ricomincia.

A volte quando si riparte da zero si cambia vita, città, lavoro, si mettono distanze, fisiche e mentali. Io ho fatto appena 10 km ma mi sento ugualmente spaesata.

Per il momento mi appoggerò dai miei, almeno in questi giorni di festa. Ma ho già organizzato tutto, a 26 anni suonati non me la sento più di stare sotto lo stesso tetto con la mia famiglia, ci starei "stretta". Andrò da una mia amica a Roma, si è trasferita da poco per lavoro e ironia della sorte, stava proprio cercando una coinquilina.

Mi squilla il telefono, è proprio lei. Devio la chiamata, non ho voglia di aprirmi al mondo per il momento, voglio restare un po' nella mia deprimente autocommiserazione. Ale mi conosce, capirà.

Era un secolo che non cenavo a casa da miei, in effetti era un secolo che non cenavo, anzi che non mangiavo con qualcuno. Ecco un altro tassello per realizzare quanto fosse tutto sbagliato. Metto la sveglia, silenzioso, è ora di dormire sono esausta. Poso il telefono, tempo tre secondi e vibra. Cazzo, sono troppo curiosa per non vedere almeno chi è. E' lui.

Marco
Ciao, pensavo che non facessi sul serio. Torna subito faremo finta che non sia successo niente. Ti aspetto

Rimango come una cretina a fissare lo schermo, 1-2-5-10 minuti. Forse non ci ho mai messo così tanto a rispondergli. Infatti vibra di nuovo.

Marco
Stronza,pensi di condurre tu i giochi? Brava questa ti costerà cara. Tanto qua devi tornare!

Mi dispiace, ma stavolta rimarrai là tu come un coglione ad aspettarmi. Poso il cellulare e crollo.









FEDERICO

Che cazzo sono proprio un imbecille. Ennesimo pantalone bucato con la sigaretta, se se ne accorge Giulia si incazza, per porco non sfioravo il divano.

Non ho voglia proprio di sentirla ora, con le sue menate sulla vita sana ed equilibrata. A volte non capisco perché si è messa con me, alla fine io sono così, siamo gli antipodi. Lei è sempre così perfetta, nei modi, nei sentimenti, in tutto.

Ultimamente però più di qualcosa si è inceppato nel nostro meccanismo perfetto, ma non voglio darle tutta la colpa. Io sono stressato perso. Un nuovo CD, televisione, eventi. Dover difendermi un giorno sì e l'altro pure da mille sterili critiche.

Aspettative e responsabilità che spesso non mi fanno dormire, ma la mia vita è questa. L'ho scelta io, come ho scelto Lei.

Il nostro forte è stato sempre lo stare in equilibrio tra il mio ed il suo mondo, ci siamo creati con non poche difficoltà una zona di limbo dove amarci.

Sono mesi però che questo equilibrio è sempre più precario, e nonostante entrambi ci impegniamo la situazione scricchiola sempre di più, sfuggendoci di mano. E se a volte la lontananza ci ha aiutato, avere questi immensi spazi liberi, ora, ha creato dei muri tra noi. Ricadiamo sempre negli stessi errori, che ci stanno allontanando inevitabilmente.

E' tornata stamattina da Torino, con la scusa dei mie impegni, è andata a trovare i suoi genitori il giorno prima che io partissi per un DjSet a Firenze.

Sappiamo entrambi come questa sia stata solo una scusa. La verità è che sembra non ci sopportiamo più. In casa l'aria spesso è appesantita da un ingombrante il silenzio, al quale non eravamo abituati. Prima si rideva anche del nulla insieme.

Giulia non ha mai portato via così tanta roba per stare dai suoi qualche giorno,io lo so. Non è mai stata via così a lungo.

Mi ha fatto male vederla fare quelle valigie piene, ma non ho avuto il coraggio di dirle niente, forse perché in fondo so che è giusto così.

Stamattina vederla rientrare dal cancello,mi ha sorpreso. E ho deciso in quel momento che non avrei fatto lo stronzo, ne sarei stato sulla difensiva. Voglio darci un'altra possibilità.

La sento uscire dal bagno.

"Giù, ti va se stasera ci prendiamo una pizza? Non ho voglia di uscire, e soprattutto di andare in centro, sono esausto. Risparmiami "

Si appoggia allo stipite della porta mezza nuda e mi risponde candidamente.

"Signorino, scordatelo. Stasera c'è l'inaugurazione del nuovo negozio di intimo di Sara, non possiamo mancare, ci sarà la Milano che conta"

Si, che conta per te.

Un'altra sera tra vestiti griffati, bollicine e gente del cazzo. Come se andare a questi eventi fosse questione di vita o di morte. Poi si avvicina col suo fare femminile, che m'inchioda a lei come quella sera che la vidi in disco.

Non fare lo stronzo Fede, ricordati, non essere prevenuto.

Menomale che ho appena spento la sigaretta altrimenti a sto giro un buco sul divano ci scappava davvero. E' perfetta, e il sangue sta defluendo velocemente dal cervello verso altre zone.

Federico sei fottuto.

Come faccio a dirle di no, le mie mille paranoie si volatilizzano in un attimo.

E così eccoci all'ingresso del negozio. Guardo dentro e mi viene il magone, Giulia rallenta la presa sul mio braccio, è già proiettata verso quel mondo che tanto ama. E' tempo di calare la maschera e sorridere, ci sono abituato. Pronti? Fedez entra in scena.

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora