14. All Kinds of Love - part 2

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Allyson camminava lungo i corridoi ascoltando l'eco prodotto dai suoi passi. Non amava attirare l'attenzione, ma apparentemente lì ci riusciva benissimo, nonostante avesse in piedi un paio di mount boot ancora sporche di fango che producevano un rumore abbastanza molesto.

Forse, comunque, non era esattamente il rumore a far rizzare le antenne a quella gente, quanto il fatto che una ragazza giovane e di bell'aspetto vagasse per quel posto inusuale.

Tuttavia, Allyson non guardava e seguiva a testa bassa la guardia che le faceva strada.

Svoltato un angolo pieno di asciugamani da lavare tra cui una donna di servizio stava frugando, la guardia si fermò ed estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca.

La massiccia porta di ferro si aprì non senza produrre un fastidioso cigolio e l'immagine di una sala abbastanza grande si stagliò di fronte agli occhi della ragazza. Al centro vi erano tre lunghi tavoli con delle panche incorporate e una delle pareti era divisa orizzontalmente tra muro e vetro. Il colore dominate era un verdino acido, abbastanza sgradevole, sui tavoli e sulle pareti.

In ogni caso, non era quello a risaltare, ma piuttosto l'arancio vivo della divisa di Richard Stuart, che si trovava seduto al tavolo centrale, assorto in chissà quali pensieri, poco prima che Allyson entrasse.

Non appena sentì il rumore delle chiavi nella toppa, rizzò la testa repentinamente e, riconosciuta la sorella, si alzò in piedi con tutta l'aria di un fuoco d'artificio che sta per esplodere.

"Ally!"

"Richard!"

La guardia non ebbe nemmeno il tempo di trattenere la ragazza per un braccio, che questa era già saltata al collo del fratello, i piedi sollevati da terra e il viso affondato nella sua spalla.

Non ce la fece quell'uomo a sgridarla o ad ammonire il ragazzo, distolse semplicemente lo sguardo come se non si fosse accorto di nulla. D'altronde sapeva la storia del neo-detenuto e, non appena aveva dato un'occhiata alla scheda del visitatore, ossia Allyson, aveva previsto che sarebbe stato un incontro toccante. Era raro, per il carcere di Bourton, detenere gente così giovane.

"Oh, Ally..." sussurrava il ragazzo che la guardia vedeva di spalle, mentre non poteva notare come accarezzasse dolcemnete i morbidi ricci della sorella.

Allyson allentò la stretta solo per guardare Richard negli occhi e riconoscervi un'inaspettata serenità. Al contrario, però, il ragazzo si era accorto già da qualche istante che gli occhi di lei erano tutt'altro che tranquilli.

Le passò una mano sulla fronte per spostare i riccioli ribelli e poi dolcemente percorse il profilo della sua guancia con il pollice: "Ehi."

"Richard, sei stato un incosciente." disse a bassa voce, con un'espressione preoccupata e confusa. Doveva ancora capire molte cose, Allyson.

"Tutt'altro." spiegò lui pazientemente. "La mia è stata una presa di coscienza."

"Sì, lo capisco, ma..."

"Per la prima volta ho fatto qualcosa di giusto, Ally. Lo dovevo fare." cercò di tranquillizzarla. "Per Parker, per Taylor, per te e...soprattutto per me."

"Ma adesso...?" la ragazza gli rivolse uno sguardo vuoto, gli occhi che impiegarono pochissimi istanti a riempirsi di lacrime.

"No, non devi piangere." la sgridò portando entrambe le mani sul suo volto.

Facile a dirsi, pensava. Da tre giorni a quella parte era stata bravissima: non aveva versato mai nemmeno una goccia, né per la disperazione di Taylor, né per la rabbia di Alex. Non si era fatta sopraffare da nessuna emozione, nessun pianto l'aveva contagiata, era come se per 32 ore fosse stata completamente apatica.

All I want for Christmas is... YOUWhere stories live. Discover now