6. Oh Holy Light

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"Il vestitino nero non è più sufficiente alle mie esigenze. Ecco qui, principessa. Un intero negozio a tua disposizione."

"Scherzi, vero?"

Jeremy e Taylor si trovavano davanti a una vetrina che faceva angolo, nel bel mezzo di un incrocio deserto, alle nove di mattina. L'insegna cadeva a pezzi e l'entrata era sbarrata da una tavola di legno orizzontale.

"È un negozio che vende abiti di seconda mano." spiegò semplicemente lui. "Sua Maestà si troverà un po' a disagio, ma il servo non può offrirle di meglio. Nel caso decidiate di tagliarmi la testa vorrei lasciare la mia eredità, cioè nulla, ad Alex."

"Come diavolo hai trovato questo buco, si può sapere?"

"Ho cercato il meglio per te, Taylor."

La ragazza lo fissò con intenzioni omicide.

Jeremy ridacchiò divertito: "Una volta era una rinomata pellicceria e mia nonna ci veniva per farsi fare le pellicce su misura." rabbrividì al pensiero delle pellicce, poi al pensiero di sua nonna, poi al pensiero di sua nonna con una pelliccia. "Viaggiavamo da Bourton fino a Stroud sulla sua carriola piena di fumo solo per venire in questo posto. Un vero orrore. Poi la proprietaria morì e l' 'Emporio della pelliccia' non rimase che una vecchia gloria, sostituita dall' 'Emporio della seconda mano'. O 'Mporo dlla sconda ma', se vogliamo guardare l'insegna."

Taylor scoppiò a ridere e Jeremy ne fu sorpreso. Non si aspettava di divertirla con il suo racconto, ma ciò fece sorridere anche lui e sistemò la situazione in un'inconsueta atmosfera pacifica.

Si avvicinarono alla piccola bottega e Jeremy batté sul legno. Taylor si aspettava di non ottenere alcuna risposta, invece dopo qualche secondo una ragazza si affacciò all'entrata e sorrise: "Posso esservi utile?"

Per quanto Taylor riuscisse a vedere dalla fessura, notò che aveva un aspetto giovanile, anche se un po' trasandato.

"Dovremmo comprare dei vestiti." disse Taylor, un po' in soggezione dalla sbarra di legno. "Siete...aperti?"

La ragazza sgranò gli occhi scuri: "Siamo aperti? Uhm...beh, certo. Certo che siamo aperti."

Taylor e Jeremy si scambiarono un'occhiata.

La ragazza, sorpresa di avere davanti a sé un paio di nuovi clienti, levò il legno e controllò a destra e a sinistra come per accertarsi che non fosse uno scherzo: "Prego, entrate pure."

Si fecero avanti, Taylor più timidamente, ed entrarono attraverso una doppia porta. Il negozio era molto spazioso; si intuiva che in passato doveva aver ospitato un considerevole business, ma ormai le pareti erano annerite e gli angoli occupati da montagne di scatoloni accatastati. La merce era disposta al centro del negozio, in maniera ordinata lungo scaffali ed espositori. Taylor dovette ammettere che, a eccezion fatta per l'aspetto un po' decadente, quel negozio non sembrava poi così male. L'organizzazione e la varietà dei capi a disposizione risvegliarono in lei una voglia di shopping che negli ultimi giorni si era per forza di cose assopita.

"Sono molto lieta che abbiate scelto il nostro negozio. Posso...ehm, posso aiutarvi?" la ragazza, non abituata a trattare con clienti saltuari e sconosciuti, se ne stava in piedi davanti a loro, mentre si torturava le mani in grembo.

"No, grazie." le sorrise Taylor. "Darò un'occhiata."

Anche se abbastanza strana, pensò, quella ragazza le infondeva una certa simpatia.

Jeremy si allontanò verso un espositore di foulard dalla parte opposta della stanza; le aveva lasciato quaranta sterline e le aveva, come al solito, intimato di non parlare troppo, né di uscirsene con strane trovate. Non aveva avuto bisogno di ricordarle la sua promessa; Taylor l'aveva molto ben presente da quella sera all'hotel di Cirencester.

All I want for Christmas is... YOUWhere stories live. Discover now