9. Heavens and Bell

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Jeremy mollò lo zaino ai piedi di Taylor, che alzò la testa dal foglio e lo scrutò senza parlare.

"Ce ne andiamo." disse.

Dietro di loro, Alex aprì la porta del motel, trascinando il suo borsone noncurante del rischio che si potesse sporcare. Sembrava non importargli di nulla, in quel momento. Aveva il muso lungo e le labbra serrate da giorni.

"Dove andiamo?" fu la naturale domanda della ragazza, a cui sembrava di star rivivendo un dejà-vu.

"Una mia vecchia conoscenza ci lascia la sua casa in periferia a Cheltenham." spiegò il biondo, iniziando a riempire lo zaino con le poche cose di Taylor. "Staremo lì fino a Natale."

"Mancano solo cinque giorni a Natale. E poi che faremo?" si lasciò sfuggire Taylor, impaziente di sentire buone notizie.

"E poi, se tutto andrà come dovrebbe andare, sarai libera." le rispose lui, più seccato che gentile.

Taylor sorrise d'istinto, anche se non avrebbe voluto. Aveva così tanta voglia di rivedere i suoi cari che non poté ignorare l'euforia che fomentava dentro di lei. Allo stesso tempo, però, non riusciva a immaginarsi in assenza di Jeremy e Alex. Ormai poteva dire di essersi abituata a quei due, alla loro presenza, ai loro ritmi, alle loro voci attorno.

Era così strano, ma in qualche modo erano diventati una parte di lei; una parte che non sapeva se amare od odiare, ma che indipendentemente da tutto, la rendeva completa. Sembrava assurdo a dirsi, ma attualmente Taylor Heavens si trovava tra due fuochi: la sua famiglia, da una parte, e i suoi rapitori, dall'altra. Due fuochi così ardenti, uno dei quali avrebbe potuto bruciarla in qualsiasi momento.

Doveva ammettere che da quando Jeremy le aveva parlato di sua madre, aveva iniziato a considerarlo diversamente. Non riusciva più a vederlo solo come un rapitore o come una persona che faceva del male volontariamente, ma piuttosto come un ragazzo solo e sofferente, che si comportava in un determinato modo perché nessuno gli aveva mai dato la possibilità di agire diversamente.

Avrebbe voluto abbracciarlo perché era sicura che meritasse un po' d'affetto nella vita. Avrebbe voluto dirgli che era riuscita a comprendere i motivi dietro le sue scelte e che le dispiaceva di avergli detto certe cattiverie. Avrebbe voluto ammettere che provava qualcosa di strano e diverso per lui. Qualcosa di inspiegabile, che andava oltre la compassione e la logica. Avrebbe voluto, ma non poteva.

Da una parte non ci riusciva, perché sapeva che i suoi sentimenti erano insensati e privi di buon senso, oltre che sicuramente non ricambiati. Dall'altra non osava nemmeno immaginare che la situazione potesse prendere risvolti più rosei e felici. Era troppo complessa e sbagliata per lasciar spazio a ipotesi di miglioramento.

"Non racconterò di voi alla polizia." esordì, decisa.

"Lo so." ribatté Jeremy con un mezzo sorriso.

All'inizio pensava che sarebbe dovuto ricorrere alle minacce con lei. Era sicuro che l'avrebbe terrorizzata, in modo tale che la verità sarebbe rimasta per sempre un segreto e lei avrebbe raccontato ai suoi familiari una storia messa a punto per far quadrare ogni cosa e non destare sospetti su i veri responsabili.

Tuttavia, col tempo aveva capito che non era necessario. In qualche modo era giunto a fidarsi più di Taylor che di se stesso e si era accorto che tra loro tre era nato qualcosa. Un rapporto, lo poteva definire, che gli dava la sicurezza che Taylor non lo avrebbe mai messo nei guai più di quanto lo era ora. E lo stesso discorso valeva per Alex. Poteva starne certo.

"Ehi, non essere così sicuro di te." Taylor si alzò in piedi e guardò il ragazzo con occhi maliziosi. "Potrai anche essere un sommo rapitore, ma io sono pur sempre la ragazza sbagliata, ricordi?" sussurrò.

All I want for Christmas is... YOUWhere stories live. Discover now