5. Fresh Fish and Hot Thoughts

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"Lor." Jeremy scosse delicatamente la ragazza addormentata nel retro della macchina.

Si erano fermati a Stroud, una piccola cittadina portuale sulla costa a Ovest dell'Inghilterra. Stranamente il cielo aveva regalato loro una giornata di sole, con i raggi caldi che filtravano dai finestrini della vecchia Betsie per distendersi sulla pelle di Taylor.

Mentre Alex era andato a procurare la colazione per tutti, Jeremy stava tentando di svegliarla, con scarso successo. Gli sembrava quasi un crimine non lasciarla riposare, ora che se ne stava zitta e buona. E poi, gli piaceva osservarla così serena.

Rimase a guardarla per un po', la portiera aperta che faceva entrare il freddo e i suoi ciuffi disordinati che si muovevano con l'aria, lasciando spuntare, di tanto in tanto, le due buffe orecchie. Non pareva sentire né il sole sulle palpebre, né la corrente sul viso, né, tanto meno, il respiro di Jeremy sulle sue guance. Eppure era così vicino; sospeso su di lei con un ginocchio appoggiato al sedile e la mano a far leva sul piantone dell'auto.

Una folata portò in alto il profumo di Taylor, di talco e di lavanda, e il ragazzo fu improvvisamente preso da un capogiro. Dovette aggrapparsi alla povera Betsie per non cadere sulla ragazza e prima che si riprendesse passò qualche secondo buono.

Sicuramente si trattava della sua anemia.

Sentiva che si stava aggravando; non assumeva del ferro da un po' di tempo e le pillole che aveva erano poche, doveva conservarle. Non poteva di certo usare i soldi di Cordano, ne avrebbe spesi troppi in un modo che avrebbe destato sospetti.

Le sue cure erano dispendiose e nella sua cartella clinica di quando era bambino era ben noto di che patologie soffrisse. D'altro canto, non osava chiedere nulla ad Alex, perché non voleva esporlo troppo e non voleva pesare ulteriormente, dopo tutto ciò che il suo amico stava già sopportando per lui.

Avrebbe stretto di denti, come aveva sempre fatto, sperando che non fosse accaduto nulla e che fossero venuti tempi migliori.

Si avvicinò ulteriormente e Taylor e le posò una mano sulla spalla per scuoterla. Ahimè, dovette fermarsi di nuovo mentre la testa vorticava e lui non poteva fare a meno di contemplare la dolcezza che esprimevano i lineamenti assopiti della ragazza.

Ma che gli stava prendendo?

Non stava propriamente benissimo, constatò. Non era lucido e faceva pensieri troppo strani. Si schiarì la gola, cercando di riprendersi. Forse era lui quello ad aver bisogno che qualcuno gli desse una bella scossa: "Lor, svegliati."

"PESCEEE! PESCE FRESCO ALLA GRIGLIAAAA!" un pescatore a pochi metri dalla loro macchina gridò così forte che Taylor si svegliò di soprassalto, sbattendo inevitabilmente contro la testa di Jeremy, fin troppo vicina alla sua.

"Ahia!" dissero all'unisono. Lei si massaggiò la fronte, lui si coprì il naso.

"Oh, scusa, scusami." mormorò la ragazza, ricomponendosi e mettendosi dritta sul sedile. Era decisamente sveglia, ora, ma disorientata; si era svegliata troppo brutalmente e per giunta in un paesaggio che non conosceva. Senza contare che vedere i magnetici occhi di Jeremy come prima cosa al risveglio era parecchio destabilizzante.

"Porca troia, Heavens."

Taylor fissò lo sguardo sul volto del ragazzo, allarmata: "Oddio, Jeremy." si ritrasse, inorridita. "Quello è sangue!"

"No, è ketchup. Sai, ne tengo sempre un po' di riserva nelle narici, non si sa mai che capiti un hamburger scondito." sbeffeggiò lui, cercando un fazzoletto o qualsiasi altra cosa potesse tappargli il naso.

In quella stupida macchina c'era solo ferraglia, nulla per pulirsi al di fuori della sua sciarpa. E non avrebbe di sicuro usato quella.

Taylor mugolò qualcosa e chiuse gli occhi, strizzandoli, come se Jeremy emanasse un'insopportabile luce naturale e lei non riuscisse a guardarlo.

All I want for Christmas is... YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora