10. A Lot of Things Together

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Taylor si svegliò quando la luce biancastra arrivò a pungere il suo naso all'aria. Aprì gli occhi pesanti e rimase immobile in quella comoda posizione. Le sembrava una di quelle domeniche sotto Natale di anni fa in cui si risvegliava al calduccio delle coperte e aspettava che Amanda tirasse le tende per controllare fino a dove la neve fosse arrivata a coprire il vetro.

Si voltò per vedere se Jeremy stesse ancora dormendo e con un vago senso di delusione trovò il posto accanto al suo vuoto. In compenso c'era una coperta di lana a coprirla perché non prendesse freddo e un vassoio ai suoi piedi. Sorrise alzandosi e guardando con un sopracciglio inarcato il tentativo di succo d'arancia che il ragazzo le aveva lasciato. C'era un bicchiere con dentro quelle che sembravano interiora di qualche animale miste al suo sangue, ma comunque apprezzava lo sforzo.

Si sentiva bene, un po' stordita, ma felice.

Sul letto di Jeremy c'erano un paio di felpe di cui una un po' sbiadita, gialla, che prese in prestito perché sapeva che l'avrebbe tenuta al caldo. Infilò le sneakers che aveva raccattato in quel negozietto di Cirencester e si specchiò sull'anta dell'armadio vuoto. Raccolse i capelli in una coda e fece una smorfia: no, non la convincevano. Provò a lasciarli cadere, ma sembravano due drappi da teatro senza alcun significato. Sbuffò.

Quand'era stata l'ultima volta che si era preoccupata seriamente dei suoi capelli? Probabilmente nemmeno alla festa di Tessy le era importato così tanto.

Optò per una treccia laterale e invano cercò qualche traccia di cosmetico nella casa. Zero. In genere un po' di matita e mascara le avrebbero dato un tocco femminile e le sarebbe davvero servito in quel momento.

D'improvviso si rese conto che si stava davvero preoccupando di essere carina. In una situazione del genere. Stava dando i numeri.

Uscì scrollando la testa e seguendo il rumore di un motore proveniente dal retro della casa.

Di Jeremy riusciva a vedere solamente le gambe coperte dai jeans, dato che il resto del corpo era nascosto sotto una macchina che faceva un rumore infernale. La scrutò cercando di capirne il modello, ma rinunciandoci non appena notò che il volante era a sinistra.

Un modello europeo e per giunta senza targa, color grigio topo e con un'ammaccatura sul lato destro. Insomma, girare con quella equivaleva ad avere un insegna luminosa sul capo fatta apposta per insospettire la polizia.

Una sgradevole imprecazione uscì da sotto la macchina assieme a una nuvoletta di fumo.

"Che cosa stai facendo?" chiese Taylor avvicinandosi all'auto rombante.

Jeremy uscì a fatica da lì sotto: "Buongiorno, principessa." la salutò pulendosi il viso dalla cenere.

Taylor fece una smorfia: "Buongiorno. Che cosa stai facendo?"

"Non vedi? Mi sono sempre interessato di botanica, quindi sto dando un occhio al giardino."

Davvero irritante, la notte non l'aveva cambiato.

Forse Jeremy notò la sua faccia, forse pensò che nonostante si divertisse un mondo a prenderla in giro, lei non era nella giusta modalità: "Cerco di resuscitare questa vecchia carriola." spiegò.

Taylor diede un'occhiata attraverso i finestrini e storse il naso: "Non sembra che tu te la stia cavando alla grande."

"Vuoi provare tu?" propose passandole quella che doveva essere una chiave inglese.

Gli riservò un'occhiata fosca che esplicitava un convintissimo "no".

"D'accordo, principessa, non sia mai che sporchi quella meravigliosa felpa. A proposito, potresti prestarmela di tanto in tanto. Sembra fatta apposta per me."

All I want for Christmas is... YOUWhere stories live. Discover now