4. The Value of a Life

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Tessy ed Allyson aspettavano nervosamente fuori dall'ufficio.

Era tardo pomeriggio e il corridoio pullulava di segretarie indaffarate. Allyson osservava la più giovane di queste, una donna sulla trentina, piena di energie e con il sorriso stampato in viso. Si chiedeva a cosa stesse pensando; probabilmente al suo lavoro che andava bene o alla persona che amava e che l'avrebbe aspettata a casa al suo ritorno.

Tessy, invece, era intenta a ripassare mentalmente le note del suo assolo. Purtroppo, però, era piuttosto inutile, perché arrivava fino a metà e poi non riusciva più a continuare. C'era un senso di colpa che occupava non solo il suo cuore, ma anche la sua mente, deconcentrandola da qualsiasi altro pensiero.

"Tessy, non devi sentirti in colpa." disse Allyson, rompendo il silenzio. La conosceva talmente bene che sapeva come potesse sentirsi o lo poteva immaginare senza difficoltà.

Tessy ricambiò lo sguardo, leggendo a sua volta negli occhi dell'amica: "Nemmeno tu."

La ragazza si passò una mano sul viso, sospirando: "Avrei dovuto chiamarla. Avrei dovuto accorgermi della sua scomparsa, come ho potuto essere così disattenta?"

"Ma non è dipeso da te."

"Oh sì, invece. Sono stata io a insistere per trascinarla alla festa. Sono stata un'enorme egoista."

"No, Ally, è colpa mia se è scappata." snocciolò Tessy, come se si liberasse da un macigno. "È colpa mia. L'ho trattata male e non le ho detto grandi cose."

Allyson corrugò la fronte: "Come sarebbe a dire?"

"Sono stata un po' sgarbata, forse?"

"Tessy."

La mora sbuffò e si ravvivò i capelli: "L'ho presa in giro, ecco. Non ho pensato che potesse ferirla così tanto da farla scappare."

"Non è possibile." fece Allyson, secca e arrabbiata. "Non chiedevo che diventaste migliori amiche, ma, Tessy, lo sai, dovevi solo cercare di comportarti in modo civile con lei. Era così difficile? Non ti ho mai domandato grandi favori, se non questo."

"Lo so, Ally. Mi dispiace." la ragazza sembrava davvero sincera, e tesa, quasi in apprensione. Si torturava le talentuose mani, mentre il suo sguardo colpevole saettava da un angolo all'altro della stanza. "So di aver sbagliato, ma l'ho capito solo ora. E, lo so, è un po' troppo-"

"Tardi." completò Ally, dura.

Il fatto che la sua amica non avesse rispettato la sua unica richiesta le dava un tremendo fastidio. Più di quanto desse a vedere, a dire il vero. Innanzitutto, aveva tradito la sua fiducia e poi era stata la miccia di una grave esplosione, le cui conseguenze erano ancora tutte da vedere.

Ally conosceva bene Taylor; non c'era niente che potesse toccarla più della questione famiglia e aveva paura che avesse potuto combinare qualche stupidaggine. Certo, se lei non l'avesse costretta ad andare alla festa non sarebbe successo nulla, ma complice anche il comportamento di Tessy, ora la possibilità che Taylor fosse scappata era del tutto realistica.

Sospirò, preoccupata.

Appena Tessy le aveva riferito dell'incontro con Amanda, non aveva esitato a tornare a Bourton di corsa. Aveva rimandato l'appuntamento con suo fratello per poter arrivare in tempo alla Money House e parlare con Oliver assieme a Tessy. Le dispiaceva da morire per Richard, ma al momento l'agitazione per la sua amica era più grave.

La segretaria si avvicinò alle due ragazze: "Il signor Heavens può ricevervi in questo momento."

Senza scambiarsi una parola, si alzarono e la seguirono fino all'enorme ufficio tutto vista e mobili coordinati, che dava sul parco della città. Il signor Heavens stava comodamente seduto sulla sua poltrona girevole, minimamente turbato e con un espressione serena sul volto.

All I want for Christmas is... YOUDonde viven las historias. Descúbrelo ahora