7. Monsters at the Diderot

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Jeremy si rigirò nuovamente sotto le lenzuola, finendo a pancia in su. Fissò il soffitto, la mente intasata di immagini. Gli faceva male la testa e, nonostante la stanza fosse riscaldata, aveva le mani e il naso congelati. Erano i sintomi della sua anemia in peggioramento, ulteriore pensiero che doveva aggiungere alla lista dei tormenti che gli impedivano di addormentarsi.

Mancavano solo sei giorni a Natale e, se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe finalmente gettato una pietra sopra al suo debito con Cordano. Avrebbe intascato una parte del riscatto che, per quanto esigua, gli avrebbe comunque permesso di scappare lontano e non farsi vedere mai più. Se ne sarebbe andato da quello squallido bed&breakfast di Bourton e avrebbe ricominciato da un'altra parte, senza più furti, senza più minacce, e cercandosi un lavoro come si deve.

Sperava che si sarebbe congedato presto da Taylor; con lei tutto era diverso, e più difficile. Nonostante ci fossero momenti in cui le avrebbe volentieri attaccato del nastro adesivo sulle labbra, ogni tanto riusciva davvero a farlo sorridere, a renderlo spensierato. Poi si ritrovava a passare intere nottate insonni, ma l'altalenare del loro assurdo rapporto andava di pari passo con l'altalenare delle sue emozioni. Da quelle che spingevano più in alto a quelle che lo facevano capitolare di nuovo in basso in un batter di ciglia.

Ultimamente si era addirittura imbarcata nell'impresa di fargli mettere in dubbio l'esistenza di un Dio. Lei ci credeva così tanto che sembrava l'avesse incontrato di persona e lui, anche se non ci avrebbe mai e poi mai creduto, si era lasciato guidare dalle sue istruzioni, chissà se per farla tacere o perché desiderava, in fondo, lasciarsi andare solo per un po' al sapore della speranza.

Si passò una mano sul viso: se esisteva un Dio, allora perché l'aveva messo in una situazione del genere? L'avrebbe domandato molto volentieri a Taylor; a vedere se in quel caso avesse saputo dargli una delle sue filosofiche e bigotte spiegazioni, o se se ne fosse semplicemente rimasta zitta davanti alla realtà nuda e cruda.

Cambiò di nuovo lato. Era confuso e interdetto come mai in vita sua. Il tempo scorreva, quei soldi sembravano un traguardo così irraggiungibile e intanto davanti a lui si presentavano sfide sempre più difficili. Aveva messo in conto che non sarebbe stata una passeggiata in relazione al lato pratico, ma non si aspettava minimamente che ci sarebbe stato anche un lato morale. Né sentimentale, se i sentimenti esagerati e indefiniti che lo tormentavano potevano valere.

Ricordò la prima volta che vide Taylor, in lacrime sotto la luce di un lampione. Il suono del suo pianto l'aveva subito colpito ed era difficile ammetterlo, ma, anche se senza un'apparente ragione, l'aveva toccato. Aveva sentito l'istinto di prendersela con la causa della sua sofferenza e ora, ironia della sorte, era stato proprio lui a ereditare quel ruolo.

C'erano momenti, la notte specialmente, in cui si odiava per quello che le stava facendo, per averla allontanata dalla madre e per averla destinata a essere in continuo pericolo. Specialmente dopo l'inaspettata visita di Richard, questa preoccupazione si era decisamente acuita. Forse perché fino a quel momento c'erano stati solo lui e Alex e non aveva realizzato che Taylor, esattamente come lui, poteva essere sacrificabile come qualsiasi altra pedina nel gioco di Cordano.

Aveva anche immaginato di poter lasciarla andare, di come lei sarebbe stata felice nel riabbracciare la madre e di quanto sarebbe stata sollevata di potersi dimenticare di lui. Ma sapeva che questo avrebbe voluto dire una cosa ben precisa: Cordano l'avrebbe perseguitato finché non l'avesse visto morire sotto i suoi squallidi occhi. E allora era giusto ragionare in quel modo? Era umano veder soffrire lei al suo posto?

Si girò di nuovo, la testa scoppiante. C'erano troppe domande a cui sapeva rispondere, ma fingeva di ignorare, troppe cose a cui pensare, troppe emozioni da combattere. Forse non era tanto forte quanto pensava. Ce l'aveva sempre fatta da solo, aveva superato ogni ostacolo e lottato contro i più malintenzionati individui. E proprio ora che qualcuno aveva deciso di affiancargli l'essere più innocuo del mondo, si trovava davanti al rischio di perdere la partita più importante della sua vita.

All I want for Christmas is... YOUWhere stories live. Discover now