16.We were so perfect

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Mescolo la cioccolata calda nel pentolino, guardando distrattamente le notizie alla televisione e tentanto di abbassare il fuoco.

"Justin Bieber di nuovo single?"

Fottiti.

Cambio canale e, dopo aver trovato Jersey Shore su MTV, spengo definitivamente la televisione, così come il fuoco.

Mi verso la cioccolata nella tazza e prendo un cucchiaino, andando fuori nel portico e sedendomi sul dondolo.

Sono passati due giorni da quando Chad ha dato la lettera a Justin, e le uniche notizie che ho dal cantante arrivano indirettamente da Internet o dalla televisione.

A quanto pare adesso è a New York per un concerto, e non tornerà fino al giorno dopo la mia partenza.

Sospiro e mescolo la cioccolata, prima di berne un po'.

"Eve!"

Alzo lo sguardo e vedo Serena arrancare su per le scale con una borsa in mano.

Mi alzo di scatto e lei ridacchia. "Stai tranquilla, non sono qui per mandarti sotto un camion."

Oh, che peccato. Ci speravo quasi. "Che c'è?"

"Ti ho portato questa." Mi porge la borsa e si siede accanto a me, stiracchiandosi. "Che bella giornata."

"Parla per te." Mugugno, aprendo la borsa e trovandoci dentro i libri di scuola che avevo lasciato al college. "Beh, grazie, allora."

Mi fa l'occhiolino. "Dai, Ev, ci sono almeno 40 gradi. Come fai a bere la cioccolata calda?"

Faccio spallucce e appoggio la schiena allo schienale. "Non so."

"Come state tu e Justin?" Cambia totalmente discorso e si volta verso me, sorridendo.

"Pensavo ormai lo sapessi anche tu."

Inarca un sopracciglio, visibilmente confusa. E la capisco: devo avere la stessa espressione da un paio di giorni, ormai. Non faccio altro che ascoltare Sad, Beautiful, Tragic di Taylor Swift e chiedermi se abbia scritto quella canzone come autobiografia o come mia biografia.

"Cosa è successo?" Chiede Serena, distraendomi dai miei pensieri.

Faccio spallucce e poso la tazza, portandomi le gambe al petto. "Non stiamo più insieme. In realtà non so se siamo mai stati insieme, ma così sembrava."

"Che ha combinato? Dai, ti aiuto io a tagliargli i capelli. Diventeremo ricche, cazzo!" Scoppia a ridere e mi da una sberla sul braccio.

Faccio una smorfia. "Come mai sei qui? Pensavo mi odiassi."

"Pensavo tu mi odiassi. Beh, avresti tutte le ragioni, ma sono contenta che tu non ce l'abbia con me. Mi dispiace davvero tanto per quello che ti ho fatto. Non so cosa mi sia preso." Sospira, passandosi una mano tra i capelli.

Ridacchio. "Come mai ora hai i capelli marroni?"

Lascia cadere le braccia sulle gambe. "Sai, ho deciso di fare un cambiamento."

"Che genere di cambiamento?" Domando, aggrottando la fronte.

Fa spallucce e guarda l'albero davanti a sé. "Ho capito che se non cambio io, non posso cambiare niente di ciò che sta intorno a me. Ho passato così tanto tempo cercando di essere originale, quando ormai l'originale era diventato normale."

Annuisco leggermente. Ha senso, se ci penso per bene.

"E poi un giorno mi sono svegliata e lo sapevo."

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