3.Che cos'è un bacio

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Ridacchio maleficamente mentre compongo il mio numero.
Ridacchio maleficamente mentre aspetto che risponda.
Ridacchio maleficamente mentre mi ripasso la scenetta in testa.
Bestemmio in Turco mentre cerco di arrampicarmi sul letto dopo essere caduta dopo aver riso maleficamente dopo aver ripassato la scenetta in testa.
"Pronto?" Borbotta un Justin mezzo addormentato.
"Justin Bieber?" Chiedo velocemente, imitando la voce di un giudice. Un giudice donna, chiaramente.
"Si. Chi è lei?"
"Sono il giudice Emily Sanders. Non so se ne è al corrente, ma aspettiamo una sua visita in tribunale da qualche mese, ormai. Mi dica, è ancora intenzionato a richiedere la custodia totale di suo figlio?"
"CHE COSA?!" Sbotta Bieber, e sento il letto cigolare dall'altra parte del telefono. "Aspetta, questo non è il mio numero, non..."
"Abbiamo chiamato il suo numero e una ragazza ci ha detto di riprovare con questo. Allora, signore, vuole ancora la custodia di suo figlio o vuole darlo via"
"E... Chi è la madre?" Chiede piano.
Sono malefica. "Se non lo sa lei, signore. Noi abbiamo i documenti pronti, manca solo una sua firma. Ora prenda una decisione, vuole prendere il bambino come suo legittimo figlio, o vuole mandarlo all'orfanotrofio?"
"Aspetti, sono... Non ho un figlio..."
"Il test del DNA ha dato risultati positivi, Justin. Ha 18 anni, è economicamente in grado di prendersi cura di suo figlio, non penso che abbia problemi."
"Si, ne ho di problemi! Non ho un figlio, sono vergine, porca troia!"
"Signor Bieber! Non usi quel linguaggio con me, sono una donna!" Ribatto offesa.
"Mi scusi." Sospira. "Non ho figli, non ho fatto alcun prelievo del sangue. Probabilmente è qualche idiota che cerca di incastrarmi."
"Beh, può venire direttamente al tribunale appena torna dall'Australia, e vedremo di risolvere la faccenda. Va bene?"
"Si, va bene. Basta che la stampa non venga a conoscenza di questa storia. Non voglio paparazzi."
"Si, signore. Ora, posso chiederle un'ultima cosa?"
"Si."
"Quanto puoi essere coglione da uno a dieci?" Scoppio a ridere e saltello sul posto.
Silenzio. Silenzio. Silenzio.
Ho ucciso Justin Drew Bieber, il ragazzo bianco del Canada.
"Evelyn! Porca puttana, non sono scherzi da fare!" Sbotta.
"Oh, andiamo! Era divertente. Eri disperato, mi sento quasi in colpa." Ridacchio.
"Dovresti! Sei crudele, sei una pessima persona, c'è un girone all'inferno fatto apposta per te!" Sbuffa.
Ridacchio piano. "Ok, scusa. Cercherò di comportarmi bene."
"Rivoglio il mio telefono!" Sospira.
"E io rivoglio il m- No, non è vero. Mi sto divertendo. Ho appena chiamato Taylor Swift e le ho detto che ho tamponato la sua macchina e ho ucciso il suo gatto."
"Hai fatto cosa?!"
Rido. "Vado, ci sentiamo, Bieber."
"Ma vai a quel Paese!" Sbotta, riattaccando.
Che scorbutico.

"Perlana!" Chad mi salta accanto a mi mette il braccio intorno alle spalle. "Come stai?"
"Bene!" Sorrido. "Se vuoi ti presto la piastra."
Inarca un sopracciglio. "E perchè mai?"
"Così, pensavo volessi assomigliare a una persona." Faccio spallucce e prendo il caffè dal tavolo, alzandomi e dirigendomi verso l'uscita della caffetteria.
"Ho un indovinello per te!" Chad mi segue fuori e si incammina accanto a me.
"Ok, spara." Bevo un sorso del caffè. Che schifo, troppo zucchero. Vabbé.
"Che cos'è un bacio?" Sorride, guardandomi.
Aggrotto la fronte. "Non lo so."
"Dai, prova a indovinare." Mi incoraggia, muovendo le mani da tutte le parti e quasi dando una sberla a un tipo che passava di lì.
Ci penso su. Chissà che sta facendo Justin adesso. Probabilmente sta inseguendo canguri per l'Australia o facendo il bagno nudo.
Oh, porca paletta, nudo.
Chad mi sventola una mano davanti al viso. "Ehi?"
"Eh?!" Sbotto.
"Allora?" Inarca un sopracciglio.
"Allora... Allora..." Lo guardo, sperando in un aiuto.
Ridacchia. "É un modo per conoscere altre lingue!"
Sbatto contro un ragazzo che mi versa una bottiglia d'acqua addosso. "Oddio, mi dispiace!" Sospira, allontanandosi da me.
Sbuffo leggermente. Tranquillo, tanto sono come Sharpay Evans, ho un rifornimento infinito di vestiti nel mio armadietto personale. Rosa shocking.
"Tranquillo." Accenno un sorriso.
"Dai, vieni, ti presto una maglia." Mi dice velocemente.
"No, ecco, vedi queste?" Indico il mio seno. "Sono tette. Sono colline che definiscono la forma di un corpo femminile."
Scoppia a ridere. "Dai, andiamo. Gioco a football, ho magliette grandi."
Faccio spallucce. "In questo caso. Ciao, Chad. Bell'indovinello."
Mi fa l'occhiolino "Ogni tanto potremmo conoscere altre lingue insieme." Se ne va.
Idiota.
Seguo il ragazzo fino al suo armadietto. "Ah, sono Connor." Mi porge la mano.
La stringo. "Evelyn."
"Posso chiamarti Eve?" Mi sorride, porgendomi una maglietta larga e verde scuro.
Annuisco leggermente. "Si."
"Il bagno delle ragazze è in fondo al corridoio. Che corso hai adesso?"
"Um, Francese."
"Perfetto, ti aspetto." Sorride, prendendomi la borsa e il caffè di mano. "Fai con comodo."
Annuisco e vado in bagno, chiudendomici dentro. Mi tolgo la maglietta e mi metto quella di Connor, per poi uscire.
Che minchia.
Era la mia maglietta preferita. Aveva la faccia di Johnny Depp stampata sopra, ed era fottutamente fuxia!
Dannazione.
Sospiro e prendo la mia borsa da Connor, gettandoci dentro la maglietta bagnata. "Grazie."
Mi sorride. "Sei nuova qui, vero?"
"Si nota così tanto?" Ci incamminiamo lungo il corridoio.
"Beh, di solito la gente di qui si sposta velocemente quando cammino per il corridoio."
Rido. "Deduco che non sono la tua prima vittima."
Mi fa l'occhiolino. "No. Io conquisto le ragazze in questo modo."
Rido. "Originale."
Apre la porta della classe di Francese ed entriamo. Il professore ci lancia un'occhiataccia. "Siete in ritardo."
"Colpa mia, le ho rovesciato addosso l'acqua." Connor fa spallucce.
Il prof sospira e ci fa cenno di sederci. "Ormai ho perso le speranze con te, Johnson."
Ci sediamo in terza fila e vedo qualche ragazza lanciarmi occhiate piene di rabbia.
Do un colpo leggero sul braccio a Connor. "Penso che verrò uccisa se mi siedo accanto a te."
Connor segue il mio sguardo, poi alza gli occhi al cielo. "É la mia ex ragazza e le sue amiche. Non farci caso." Fa spallucce.
Annuisco leggermente. "Quando vi siete lasciati?"
"Circa sei mesi fa, ma è come se non fosse mai successo. Ogni mattina me la ritrovo davanti a casa, una volta ha perfino rotto la mia macchina per darmi un passaggio."
Scoppio a ridere e il professore mi guarda severo. "Scusi." Sorrido. Continua a spiegare. "Andrò anche in punizione."
Connor ridacchia. "Che fai stasera?"
"Probabilmente bado a mia nipote. Tu?"
"Quanti anni ha?" Mi guarda.
"5."
"Anche mia sorella. Possiamo uscire insieme, portarle al parco." Sorride.
Annuisco leggermente. "Si può fare." Sorrido.

"Lily, lei è Grace." Connor presenta le bambine mentre io mangio il gelato.
Che buono. Sa di melone.
"Ciao! Andiamo sullo scivolo!" Lily prende la mano di mia nipote e corrono via, mentre Connor e io ci sediamo su un tavolo da picnic.
"Com'è andato il compito di Cinese?" Mi chiede.
Annuisco. "Bene, ho preso 8."
Sorride. "Bene. Allora dovresti darmi ripetizioni, io sono una frana."
Ridacchio. "Non ti ho visto al corso di Cinese."
Annuisce. "Cerco di saltarlo per quanto posso. Mia madre mi ha beccato una volta."
"Com'è andata?"
"La vedi questa cicatrice?" Alza la manica della maglietta e mi mostra il braccio.
Wow. "Ti ha picchiato?" Rido.
Ride sarcasticamente. "Come no. No, mi ha tirato il gatto addosso."
Scoppio a ridere e mi sdraio sul tavolo. "Povero."
"Lo so, gr-"
"Ma non tu. Il gatto."
Sbuffa e si sdraia accanto a me. "Vedi quella costellazione?" Alza il braccio e indica un ammasso di stelle.
"Si." Annuisco.
"Ecco, non ho la più pallida idea di come si chiami." Sospira teatralmente e io rido.
"Neanche io. Dovremmo cercarle su Google."
"La prossima volta che veniamo portiamo il computer." Suggerisce.
Annuisco. "E il telescopio."
"Si, e magari un letto, un frigo, un bagno." Rido. "Allora, ti piace il nerd?"
"Chi?" Lo guardo.
"Chad. Quello con cui stavi quando ti ho rovesciato l'acqua addosso."
Scuoto la testa. "No, mi stava facendo un indovinello."
Ridacchia. "Quello sul bacio o quello sul falegname?"
"Qual è quello sul falegname?" Lo guardo.
"Che cosa fa un falegname?" Mi chiede.
Ci penso su.
Magari Justin si sta anche strusciando addosso a qualche ragazza.
Oh, mamma mia.
Non può farlo.
Connor mi passa una mano davanti al viso. "Ehi?"
"Eh?!" Deja-vu.
Ride. "Che cosa fa un falegname?"
"Non so." Faccio spallucce.
"I Tronky."
Scoppio a ridere e mi tengo la pancia con le mani. Oddio, crepo su un tavolino da picnic.
Connor ride e mi picchia piano il braccio. "Dai, non faceva così ridere. Sono le classiche battute idiote che usano i ragazzi per flirtare."
"Beh, tu non puoi dire niente. Tu butti direttamente l'acqua addosso." Prendo un bel respiro.
Ride. "Si, beh, sono originale." Fa spallucce. "Potevo evitare di consumare tutta quell'acqua se avessi saputo che non stavate insieme."
"Allora ammetti che era tutto programmato!" Gli punto il dito contro e lui ride.
"Ammetto." Alza la mani in segno di resa. "Ci guadagno un appuntamento?"
"Questo cos'è?"
"Beh, tecnicamente siamo baby sitter." Guarda Lily e Grace.
Faccio spallucce. "Scommetto che stanno facendo un piano per correre via e farci sclerare."
Ride.

"Devi vederlo! Devo assolutamente mandarti una foto, è un ragazzo stupendo, ed è dolcissimo!" Sospiro con fare sognante mentre mi pettino i capelli, seduta sulle scale che portano al piano di sopra.
Justin sospira. "Eve, sono le 7 di mattina qui..." Borbotta.
Lo ignoro. "Ti manderò una foto. Mi ha chiesto di uscire. Ha degli occhi bellissimi, sono verdi scuro."
"Che cosa emozionante." Lo sento cambiare posizione nel letto.
"Oh, e non ti ho detto la cosa più bella!" Dico velocemente, alzandomi e sparendo in camera mia.
"Dai, spara." Mugugna piano.
"Non è frutto della mia immaginazione!" Saltello intorno al letto e Justin ride.
"Perfetto, sono entusiasta. Posso tornare a dormire?"
"No." Mi butto sul letto. "Secondo te gli piaccio?"
"Se ti ha chiesto di uscire e non avevi una scollatura da troia, allora si."
Alzo gli occhi al cielo. Che carino, oh. "E se non gli piaccio? Magari l'ha fatto per essere carino."
Sospira. "I ragazzi non sono carini."
"Esatto, tu sei figo, ma sei un'eccezione." Faccio spallucce leggermente, poi mi rendo conto di ciò che ho detto.
Troppo tardi.
Justin sta già ridendo beatamente. "Oh, grazie. Bel risveglio."
Sbuffo. "Zitto. E se mi tradisce?"
"Non state neanche insieme!" Sbotta.
Cazzo, vero. "É vero. Devo fare un piano. Il far finta di cadere non funziona."
"Prova a dirgli che ti piace." Suggerisce.
"Sei un idiota!" Mi metto a sedere. "Non puoi andare da un ragazzo e dirgli che ti piace!"
"Perchè no?" Povero ingenuo cucciolo.
"Lo spaventi! Penserà al matrimonio, ai figli, alla suocera, alla casa, alla vostra vita, alla ragazza vecchia e alle unghie incarnite-"
Mi interrompe. "No, no, no! Non andare oltre. Sono dettagli che devono restare privati."
Sospiro e mi sdraio nuovamente. "Secondo te dovrei rapirlo e legarlo a una sedia?"
"Si, starà bene. Basta che gli porti una play station."
Sorrido. "Sei un grande. Buonanotte!"
"Eh." Sospira. Riattacco e guardo il soffitto.
No, andiamo, non posso farlo!

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