7.Se Justin fosse un bagnino

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«Ciao, bellissima.» Connor mi affianca e mi bacia una guancia, per poi prendermi i libri di mano. «Te li porto io.»

Che cazzata, odio quando i ragazzi iniziano a fare i gentiluomini che non sono.

Mi riprendo i libri e accenno un sorriso. «Vado dalla parte opposta della scuola e...» Mi guardo intorno e scorgo la pazza, così la prendo sottobraccio. «E poi io e Serena dobbiamo parlare.»

Serena mi da un'occhiata confusa, ma grazie a non so quale Dio capisce e annuisce velocemente. «Già. Sai, balli, mestruazioni, cose da ragazze.»

Connor alza le mani in segno di resa. «Come volete. Allora ci vediamo dopo.» Mi bacia la guancia e si allontana, lasciando me e Serena lì.

«Grazie.» Lancio un sospiro di sollievo e lei ridacchia.

«Ti ha già stufata?» Mi chiede, seguendomi lungo il corridoio verso la classe di Inglese.

«No, è che ieri mi ha tempestato di chiamate per chiedermi se poteva venire a casa mia, e quando non gli ho risposto si è presentato alla mia porta con cioccolatini a forma di cuore e un pupazzo che gracchiava "Ti voglio bene".» Mugugno, alzando gli occhi al cielo.

Lattuga ride e scuote la testa. «Io l'ho sempre detto che i ragazzi portano solo guai. Sempre e solo guai.» Afferma poi, facendo spallucce e aprendo la porta della classe.

Ci sediamo in fondo e tiriamo fuori le nostre cose.

Beh, dipende che ragazzi.

Ad esempio Bieber non porta guai, se quei guai non si chiamano paparazzi che ti seguono fino a casa e ti chiedono la misura di Jerry, e quando non rispondi ti punzecchiano con qualche rametto per vedere se sei uno zombie che cammina.

Che palle, sono arrivata a casa piena di punture violacee e mia sorella ha pensato avessi la lebbra, quindi ha segregato Grace in camera sua e non l'ha fatta uscire neanche per andare in bagno, poi ha lavato i miei vestiti cinque volte.

«Signorina Richards, potrebbe dirmi cosa trova di tanto interessante sulla mia faccia?» Chiede il professore, e la risata generale della classe mi riporta alla realtà.

Oh, merda. Stavo fissando il prof ultra cinquantenne? Perfetto.

Apro la bocca per dire qualcosa di intelligente. Sorprendimi, cervello.

«Scusi, è che trovo il suo taglio di capelli molto interessante. É esotico.» Accenno un sorriso, prima di rendermi conto dell'immensa figura di merda che ho fatto.

É pelato.

L'uomo scuote la testa e va a prendere un foglietto, ci scrive sopra qualcosa e me lo porge, così mi alzo e vado a prenderlo, leggendo a caratteri cubitali 'PUNIZIONE, EVELYN RICHARDS'.

Sbianco. «Non può mandarmi in punizione! Questo corso mi serve, non so un cazzo della letteratura Inglese!»

Il professore si toglie gli occhiali dal naso e incrocia le braccia, guardandomi perplesso. «Lei ha un bel caratterino, signorina. Mi piace.» Annuncia poi.

Arriccio il naso. «Scusi, ma lei è troppo vecchio per me e sono... Sono... Sono lesbica. La mia ragazza è seduta accanto a me.»

Indico Serena e tutti si voltano, compresa lei, ma poi si rigira notando che non c'è nessuno dietro. Si indica leggermente e fa una risativa nervosa.

«Sì, siamo molto innamorate... É davvero adorabile.» Mi lancia un'occhiataccia e io le sussurro 'Scusa' a bassa voce.

«Basta così, per oggi. Richards, se la becco distratta ancora un volta, questo foglietto sarà la sua condanna.» Mi avverte, prima di posarlo sulla cattedra.

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