12.Cannes

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I wanna go home.

Scoppio a ridere appena Chad va a sbattere contro il portone d'uscita del college, per poi trascinarsi fuori con le mani premute sulla fronte.

Mi da una leggera spinta verso destra, alzando gli occhi. «Non ridere, mi sono fatto male.»

«Oh, ne sono sicura.» Commento, notando una cerchia di ragazze attorno a una macchina. «Dai, andiamo.»

«Aspetta, dici che ora ho una crepa nel cranio?» Mi chiede, seguendomi giù per le scale.

Alzo gli occhi al cielo, guardandolo stranita. «Davvero me lo stai chiedendo?»

Fa spallucce innocentemente e il mio telefono vibra, così lo tiro fuori dalla tasca e leggo il messaggio.

'Non urlare quando ti afferro.'

Aggrotto la fronte.

Justin è impazzito, è ufficiale.

«E se mi entra aria nel cranio? Insomma, potrei morire!» Continua Chad, mentre io mi guardo intorno alla ricerca di Justin.

«Sì, magari ti gonfi come una mongolfiera e vai in esplorazione.» Borbotto ridacchiando.

Smette di camminare e mi fissa sconvolto. «Dici che potrebbe capitare?»

«Ovvio. A mia cugina è successo qualche anno fa. Si è gonfiata ed è volata via. Le ultime notizie che abbiamo di lei vengono dalla Lapponia.» Faccio spallucce.

«Oh, mio Dio.» Balbetta.

Qualcuno mi afferra e fa appena in tempo a mettermi una mano davanti alla bocca, perchè caccio un urlo a cui tutti si girano.

«Ti ho detto non di non urlare!» Mi ammonisce Justin, mentre mi carica in un'auto e sale al volante, partendo alla velocità della luce.

«Scusami?! Mi hai fatto prendere un infarto, dovevi darmi un avviso o qualcosa!» Sbraito, allacciandomi la cintura mentre lui imbocca l'autostrada.

Metto le gambe sotto il sedere e mi guardo intorno, scoprendo che siamo in una macchina diversa per la milionesima volta.

«Che macchina è questa?» Chiedo, esaminando i sedili in pelle marrone su cui siamo seduti e quelli in pelle nera dietro.

«Una normalissima Audi.» Annuncia fiero, per poi sorridere. «Sai dove stiamo andando?»

«No, dove?» Mi giro verso di lui e smetto di allungarmi verso il piccolo cuscino sui sedili posteriori.

«Santa Barbara.» Mi informa piano, prima di girare a una curva e accelerare come un pazzo, non lasciandomi altra possibilità che aggrapparmi a tutto ciò che trovo e affondare la faccia nel cruscotto.

Lo sento ridere prima di sentire One More Night partire a tutto volume e il tettuccio dell'auto reclinarsi, lasciando che il vento mi incasini i capelli.

Cazzo.

«Quindi questo è il posto per i figli di papà che quando non sanno cosa fare, vengono a spendere soldi a palate?» Mi assicuro, guardandomi intorno mentre pasticcio con il gelato che riempie la coppetta, rigorosamente viola.

Mi ha ricattata perchè la prendessi viola.

«Sì.» Conferma, appoggiandomi il braccio intorno alle spalle e appendendosi, bevendo il suo milkshake al limone. Non ho idea di come faccia ad ingoiarlo, onestamente.

«Pesi.» Borbotto, levandomelo di dosso e scendendo le scale per raggiungere la spiaggia, sedendomi poi su una barca blu rovesciata.

Justin mi imita, fissandomi insistentemente senza proferire parola, cosa che mi fa impazzire.

Can you keep a secret?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora