08. A Date

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Mi misi in pace con me stessa e accettai il fatto di dover stare tre giorni senza Travis. Avevo deciso di non scrivergli, perché mi sarebbe mancato ancora di più, perciò lo avevo bloccato su whatsapp senza pensare alla cavolata che, molto probabilmente, avevo appena compiuto. Salendo le scale della mia scuola per poter arrivare al terzo piano e posare qualche libro nel mio armadietto come ogni santo giorno da quando ero lì, incontrai Lin che mi salutò e mi chiese dove fosse Travis.
«Non lo so. Non l'ho sentito questi giorni.» Mentii, senza volerle dire la verità. «Perché?»
Chiesi poi.
Lin mi indicò una ragazza bionda che ci stava guardando dalle scale, la stessa che settimane prima mi aveva fatto i complimenti vedendomi con Travis. «Melanie non fa che parlare di lui e ho bisogno di tirarmi fuori da questa situazione, così ho pensato di farli incontrare.» Abbassò la voce. «Secondo me, starebbero molto bene insieme.»
Spalancai gli occhi e venni colpita da una sorta di pugno allo stomaco. «Ehm... io non ne sarei così sicura...»
Lin fece una smorfia abbastanza buffa che mi fece scappare una risata di pochissimi secondi.
D'altronde, non volevo assolutamente che Melanie parlasse con Travis; non volevo assolutamente che nessuno parlasse con quello che, giorno dopo giorno, stavo definendo il mio migliore amico. Quella ragazza bionda non aveva alcun diritto di poter decidere da sé quando e come parlargli. «Voglio dire... Travis non è adatto ad una relazione.» Continuai io, mordendomi la lingua. Mi voltai e camminai verso il mio armadietto, con Lin alle calcagna. Se avesse continuato in quel modo, sarei scoppiata da nervosismo, perché non volevo che le persone mi assalissero in quel modo.
Lin aveva incrociato le braccia e alzato un sopracciglio. «Ehi, non sto dicendo che devono stare insieme. So benissimo che Travis non è uno dei migliori. Solo... penso che starebbero bene insieme.» Quel so benissimo mi irritò più di tutte le brutte parole che avevo sentito fino ad allora. «Voglio soltanto far felice la mia amica.»
Quella definizione che aveva usato con antipatia e acidità, voglio solo far felice la mia amica, mi fece male al petto ma allo stesso tempo mi fece drizzare ogni pelo sulla pelle. Stava intendendo che io non ero sua amica? Stava, per caso, pensando di farmi ingelosire mettendo in mezzo Travis? «Senti... io non so cosa tu stia facendo, ma non credo che sia un'ottima mossa chiedere a Travis una cosa del genere.»
Lin aveva alzato entrambe le sopracciglia. «Perché? Cosa succederebbe?»
Mi sbrigai ad aprire il mio zaino, presi qualche libro e quaderno di troppo, richiusi lo zaino e lo misi in spalla. Successivamente, e con molta fretta, aprii l'armadietto, componendo le quattro cifre del codice senza farmi vedere dagli occhi vispi di Lin, e vi infilai dentro gli oggetti scolastici che avevo in mano. Lo chiusi ma, per mia sfortuna, Lin era ancora al mio fianco: stava cominciando a farmi avere una brutta opinione su di lei, e non perché stava risultando acida e fredda, ma perché si stava comportando come una nemica. «Non succederebbe niente, ma Travis è irritabile e credo che Melanie lo irriterebbe.» Risposi alla domanda posta secondi prima, sistemando lo zaino in spalla.
«Melanie non lo irriterebbe mai.» Ammiccò.
Sospirai pesantemente e mi lisciai le labbra con la lingua. Decisi di farla stare zitta per non creare nessun problema. «Ma non eri tu quella che cercava di farmi cambiare idea su Travis?» La guardai, aggrottando la fronte. «Non eri tu quella che mi ha pregata di stargli lontano?» Spostai lo sguardo da Lin, ora piccola piccola, a Melanie che stava studiando le sue unghie. «Se è quello che avevi intenzione di fare, sappi che non è successo. E se hai detto quelle parole solo per far passare al primo posto la tua amica, sappi che sei una persona orribile.» All'improvviso, mi tornò in mente la scenata di Travis che lo aveva portato, poi, a rompere tutte le vetrine della sua cucina: aveva provato - a causa mia - la stessa cosa che ora stavo provando nei confronti di Lin; delusione. E non era affatto una sensazione accettabile.
«Ehi, Lux!» Dalle spalle di Lin comparve Todd, con quei suoi occhi verdi scintillanti che mi sorrisero all'istante. «Buongiorno!»
Gli sorrisi immediatamente, sentendo il mio cuore accelerare contro il mio petto. Benedetto Todd che era arrivato proprio in quel momento! «Buongiorno, Todd.»
Indicò dietro le sue spalle. «Ti va di fare un salto al bar della scuola o sei...» Guardò Lin e poi tornò a guardare me.
Scossi la testa, ridendo. «No, tranquillo.» Smisi di ridere e guardai Lin. «Non sono impegnata.» Feci un passo verso Todd e lo presi per un braccio, lasciando Lin da sola a contemplare le mie parole. Poi, senza far vedere a Todd che stavo usando il cellulare, sbloccai Travis su whatsapp e gli scrissi che gli volevo bene e che mi mancava.

◊ ◊ ◊

Molto probabilmente, si accorse che qualcosa non andava quando sospirai e posai il mento su un palmo della mano. Todd mi aveva messo un cornetto sotto al naso, pur sapendo che non facevo mai colazione durante la mattinata, e mi stava spronando per farmi mangiare qualcosa.
«Ho lo stomaco chiuso.» Dissi per farlo smettere di dirmi la stessa cosa.
Todd serrò le labbra e prese la mia colazione in mano. «Quindi non ti dispiace se lo mangio io al posto tuo?» Domandò con uno strano modo teatrale che, aimè, mi fece ridere per davvero. Annuii comunque.
«So benissimo che ci siamo conosciuti soltanto ieri, ma ho la sensazione che qualcosa non va.» Mi intimò.
Mi lasciai cadere sullo schienale della sedia. Se mi stava chiedendo, in un modo al quanto contorto, di parlare di cosa mi affliggeva, ero nei guai: volevo sfogarmi con Travis, dirgli tutto ciò che era appena successo e risolvere il mio problema interiore con un suo consiglio, ma non era presente e dovevo accontentarmi di un estraneo che avevo conosciuto per opera di mia madre.
«E' da un po' che le cose non vanno bene. L'unica gioia che fino ad ora mi è capitata è Travis.» Risposi in modo al quanto normale, buttando fuori ogni durezza e acidità.
Todd sbiancò e spalancò gli occhi. Dalla sua bocca, abbassò il cornetto che gli nascondeva la bocca e masticò il tutto per potermi parlare civilmente. «Travis Bernard?» Chiese con un filo di voce.
Il suo appellativo mi fece innervosire come ogni volta. Sembrava che quando nominavo Travis, tutti si spaventavano e si allontanavano da me. Perché succedeva? Perché non accettavano il fatto che Travis non era l'immagine che tutti avevano stampato in mente? «Avanti: qual è il tuo problema con lui? So che non ha una bella reputazione a scuola, so che le relazioni – amicizia o amore che siano – non sono il suo forte, so che è uno stronzo e basta. Devi aggiungere qualcosa alle mie informazioni?» Non volevo sembrare per niente acida o fredda, ma succedeva così quando si parlava di Travis: era un pulsante rosso nella mia vita. Sentivo il bisogno di proteggerlo e lo facevo con tutto il mio cuore.
Todd arrossì un po' e si toccò la nuca, respingendo il cornetto che non venne più mangiato. «Non intendo questo...» Sussurrò. «Intendo... beh...»
Alzai le sopracciglia ed ebbi l'istinto di alzarmi. «Se devo perdere tempo con te che non trovi le parole, preferisco andarmene.» Strusciai la sedia sul pavimento e feci per andarmene.
Piroettai indietro quando Todd serrò la sua mano intorno al mio polso e mi obbligò a guardarlo negli occhi. Si era alzato con uno scatto e da quella vicinanza notai finalmente quanto fosse più alto di me. Mi irritò ancora di più.
«Travis cercherà di portarti a letto, ne sei consapevole?» Sussurrò a pochi centimetri dalla mia bocca.
Non arrossii stavolta. La sua vicinanza mi faceva più che piacere. Era bello, alto, gentile... un ragazzo a cui avrei potuto donare il mio cuore, e che mi stava dicendo qualcosa che non sapevo se si potesse avvinare alla realtà oppure no. «Non sono come ogni ragazza che si avvicina a lui. Io non cerco la sua attenzione.» Ringhiai in modo non troppo aggressivo. «Lui non cerca di persuadermi.» Lo allontanai da me con una piccola spinta. «E a me non piace lui.» Aggiunsi.
Lo vidi abbozzare un sorriso. «Perciò se dico che trovo i tuoi occhi azzurri molto belli, lui non sarebbe geloso?» Stava stringendo lo schienale della sedia, adesso.
Ammiccai ad un sorriso. Per quanto ne sapevo io, ero sicura che stesse flirtando con me. Non avevo mai flirtato in vita mia, ma scossi lo stesso la testa per rispondergli.
«E se ti chiedessi di uscire con me, lui non direbbe nulla, vero?»
Aggrottai la fronte. «Lui non è il mio capo!» Protestai.
Scoppiò a ridere e gli diedi un piccolo schiaffo sulla spalla tonica e ampia. «Allora? Vorresti uscire con me?»
Annuii, unendo le mani dietro la schiena. «Mi farebbe molto piacere.»
«Allora... ti va bene domani pomeriggio?» Chiese lui.
Annuii.
Todd si lisciò le labbra. «Quindi va bene se ci incontrassimo da Jimmy's Famous American Tavern
Socchiusi gli occhi. Jimmy's Famous American Tavern era un ristorante su Ocean Avenue e quindi non molto distante da casa mia. Mi uscii spontaneo chiedergli dove abitasse lui.
«Pacific Terrace.» Mi rispose.
Neanche quella strada, come quella di Travis, si trovava non molto lontano da Nelson Way.
La campanella suonò disperatamente all'interno del bar e sospirai. Avevo fisica alla prima ora e dire che mi piaceva era semplicemente una grande ed eterna bugia. «Ci vediamo in giro.» Lo salutai con una tristezza in viso.
Lui si avvicinò al mio volto, si abbassò e sentii le sue labbra contro la pelle della mia guancia. Semplicemente fantastico. «Ci vediamo in giro.» Mi sussurrò, prima di superarmi ed andarsene in modo al quanto teatrale.

BROKEN | Cercavo di salvarloWhere stories live. Discover now