2.Pretese

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Il bambino piange nella culla, una donna con i capelli neri, mossi e abbastanza alta tenta di calmarlo; si gira: è Sophie. Canta una ninna nanna e man mano si avvicina a lui. Mark si sveglia in un bagno di sudore nel bel mezzo della notte, leggere quella lettera è stato straziante. Gli è cascato il mondo addosso dopo averlo fatto - sapere di essere figli dello stesso padre, quel bambino che non arriverà mai. Non riesce a superare la cosa, vuole spiegazioni da suo padre, quello vero. Ora ha bene in mente cosa per tutto quel tempo la sua mamma gli ha nascosto, perché suo padre ha determinati atteggiamenti nei suoi confronti. È una lotta continua tra quello che è e quello che vorrebbe essere: ora che ha perso sua mamma gli resta un papà che molto probabilmente non l'ha mai visto di buon occhio, il suo biologico che è anche quello della sua ragazza che si è tolta la vita. Amava sua sorella, l'amava come si amano due persone innamorate. Hanno fatto l'amore e lei ha concepito un bambino. Sophie l'ha tenuto all'oscuro da tutto, questo è ciò che esattamente a lui non va giù; avrebbe accettato la situazione, forse l'avrebbe anche sostenuta, ma a patto che lei avesse evitato di tenerlo fuori come se non c'entrasse niente.


Alza gli occhi al cielo aspettando che gli torni il sonno, ma prima che possa tornare, la sveglia suona. Oggi è il gran giorno, e cioè quello di leggere in classe ad alta voce il pensiero sul coraggio. Il giorno precedente ha stilato una specie di tema, ma non è riuscito a fare molto perché Sophie ritorna assillante nella sua mente, senza sosta, come se volesse impedirgli di continuare a vivere. Nella sua testa ha mille pensieri, uno dei quali è: perché si è uccisa?


Non crede che il motivo sia soltanto quello scritto nella lettera, poi si sente in colpa perché pensa di non aver fatto abbastanza per lei, ed è vero, ma gli ha esplicitamente scritto che non deve sentirsi così. La verità è che Sophie l'aveva sia progettato e sia provato più di una volta. Aveva scelto il modo in cui andarsene da questa terra e l'ha fatto, senza alcuna esitazione. Domattina ci saranno i funerali e quasi tutti i compagni di classe scriveranno qualcosa da leggere, ma lui non ci riesce. Non è molto bravo a scrivere, soprattutto in casi come questi, in cui il dolore e la tensione sono tali da impedirgli di essere se stesso annebbiandogli la mente.


Si alza dal letto e fa colazione con un bicchiere di latte e un paio di fette biscottate, poi si lava e si veste e dopo si incammina verso la scuola. Durante il tragitto indossa gli auricolari e il cappuccio del giubbino per ripararsi dalla pioggia. Vuole solamente isolarsi dal mondo intero e pensare a se stesso. In quei pochi momenti di lucidità che ha in questi ultimi giorni, si rende conto di essere diventato una persona egoista, sia augura sempre che la smetterà presto, poi però si rende conto che proprio non riesce a farne a meno. Mark sta cambiando, il suo lato peggiore si sta impossessando di lui, facendolo diventare tutto ciò che ha sempre odiato.


Entrato in classe si siede e non parla con nessuno, accanto a lui si accomoda Lucy, che con un tocco delicatissimo gli accarezza la mano. Lui però non risponde a questo tipo di manifestazioni d'affetto che gli altri hanno nei suoi confronti. Più che affetto è un segno di comprensione che le persone altrui gli vorrebbero rivolgere. Anche Lucy è sconvolta; quel pomeriggio le aveva parlato della sua menopausa precoce, ed è stata la prima persona, dopo più di un mese, a cui l'ha detto. L'ha tenuto dentro per moltissimo tempo, ora questa notizia insieme a tutti gli altri avvenimenti, le stava lacerando il cuore.


Angela entra in classe come ormai da giorni, ovvero triste in volto. Si siede dietro la cattedra e fa l'appello, oggi ci sono quasi tutti, sono pochi quelli che saltano le sue lezioni.


"Dunque, avevate un compito particolare da svolgere per oggi. Lo avete fatto?"


Ovviamente nessuno si degna di rispondere, quindi scatta l'opzione 'chi vuole cominciare inizi a parlare'. Questa funziona sempre. Mark alza il braccio sinistro, è mancino, così la sua insegnante presuppone che lui voglia cominciare. Scuote la testa quasi per dargli il permesso di iniziare a leggere:

Il Male DentroWhere stories live. Discover now