8. Giusy

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Se dovessi autodefinirmi con una parola, sceglierei ''ingenua''. Sì, mi sento una bambina in confronto ai miei amici. Non lo faccio apposta, non sono così perché voglio esserlo, fa proprio parte di me. Non ho mai fatto sesso e credo di essere l'unica verginella del gruppo. Se questo per alcuni potrebbe essere una cosa positiva, per me e per i miei amici è solo un fatto di cui vergognarmi. Nel quartiere in cui viviamo i ragazzi dopo i quattordici anni sentono il bisogno di rendersi ''impuri'', dato anche dal fatto che i genitori danno loro molta libertà, a differenza di mia madre.
L'unica cosa di cui lei si preoccupa, è proprio che possa perdere la verginità. Non vuole nemmeno parlarmene, eppure sono convinta che per quanto il sesso possa essere spinto, sia una cosa bellissima ma anche pericolosa. Lei si rifiuta di parlarmi di contraccezione, di malattie che possono essere sessualmente trasmissibili, dicendomi semplicemente che è troppo presto per farmi certi discorsetti. Allora le ricordo che ho quasi diciassette anni e che per me è imbarazzante non sapere minimamente di cosa si tratti quando sono con gli amici e casualmente si parla di questo. Mamma vorrebbe avermi sotto una campana di vetro, dimenticando che ormai non sono più una bambina.
La materia scolastica che in assoluto preferisco, è l'arte. Mi permette di esprimere me stessa senza che nessuno mi giudichi. Proprio attraverso questa materia, ho conosciuto una delle persone più importanti della mia vita: Sophie.
Io e lei abbiamo legato commentandoci a vicenda un dipinto assegnatoci dalla nostra docente. La consegna non era specifica, dovevamo semplicemente dipingere un'emozione. Io dipinsi l'amore, disegnando un grande cuore di tutti i colori dell'arcobaleno su un foglio abbastanza spazioso, il tutto era contornato con una leggera polverina azzurrina. L'amore non è un'emozione, ma un sentimento che genera un mare di emozioni piacevoli e non. Ogni colore ne rappresentava una, dato che ero stufa del solito cuore rosso. Sophie dipinse la paura e si limitò a colorare tutto il foglio di nero, così mi avvicinai a lei e alla sua opera ed espressi tutto il mio stupore. Con la sua aria da persona disinteressata, mi disse che non avrei mai potuto capire quel dipinto, dal momento che forse non avevo mai provato una paura così grande. Di fronte ad opere così diverse, ci confrontammo e scambiammo pareri riguardo il nostro dipinto. Sono passati quasi tre anni da quando io e Sophie legammo per la prima volta, ma non sono ancora riuscita a capire da cosa fosse scaturita tutta quella paura.
''La vita, Giusy, è un grande tunnel nero. In tutto quel buio non riesci a distinguere quale sia la cosa giusta, quella sbagliata, le persone da amare e quelle da odiare. Sei al buio e non fai altro che affidarti al tuo istinto, e il mio sbaglia spesso. L'unico modo per uscirne è la morte. La morte mette fine a tutta la sofferenza accumulata in quel tunnel nero, perché quando sei a quel punto, cominci a vedere uno spiraglio di luce, una porticina che si apre e ti accoglie in quella che diventerà la tua pace eterna. Non sono mai stata credente, Giusy. Dopo la morte c'è qualcosa, qualcosa con la Q maiuscola. Non so cosa sia quel qualcosa, nessun morto è poi sceso in terra a raccontare in cosa consiste la vita eterna. Ma sono sicura che ci sia un'altra vita, una bella vita proprio perché c'è luce e non buio. La morte è luce, è salvezza.'' Parlava quasi come una credente, ma vi assicuro che non lo è, non lo è mai stata. Da amica dovrei capire cosa la stia turbando così tanto, ma lei non si apre né con me né con nessun altro. Non fa altro che scrivere tutto il giorno quel diario come fosse una persona. Ma il diario non dà consigli, non dà forza, il diario non parla. Non sapendo cosa fare, qualche mese fa decisi di organizzarle una festa a sorpresa a casa sua. Dissi a Lucy di aiutarmi portandola a fare compere prima di farla rientrare a casa, perchè un minimo colpo sbagliato e sarebbe saltato tutto. Così Lucy, da persona gentile, la distrasse portandola a fare shopping ma quando tornò a casa, la sorpresa la ricevemmo noi. Si mise a urlare e si diresse in camera piangendo. Sconvolti, iniziammo a preoccuparci seriamente; non solo erano mesi che si rifiutava di uscire, le avevamo organizzato una festa e le aveva dato fastidio. Usciva solo per andare a scuola. Tutto ciò che faceva, era studiare, fare sesso, drogarsi, bere. E poi iniziava un'altra giornata e la routine si ripeteva: studio, droga, sesso, alcol. Niente più uscite, risate e pasticci tra amici. Lei non era più lei, ed è così ancora adesso.
Sarà che sono sempre stata una ragazza abbastanza tranquilla, ma non ho mai fatto niente di tutto ciò. Beh, se dovessi cominciare, non credo che riuscirei comunque a reggere quegli estremi.
Sebbene mia madre cerchi di tenermi protetta, sono abbastanza matura. Di certo non sono la ragazza giusta con cui parlare di sesso, droga e roba varia, ma sono abbastanza sicura di me.
Credo che gli amici siano i fratelli che ti scegli e per questo sono seriamente preoccupata per Sophie perché lei rifiuta di aprirsi con chiunque, me compresa. Lei per me è come una sorella.


Il Male DentroWhere stories live. Discover now