Cap. 14

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Chat era appena saltato nella stanza della ragazza attraverso la botola-finestra.

A quanto pare l'aveva lasciata aperta per far scorrere un po' d'aria nella stanza e, naturalmente, lui ne aveva approfittato.

Dopo che fu uscito dalla villa seguì la corvina per vedere se fosse arrivata a casa sana e salva, volendole fare una sorpresa.

"Chissà cosa risponderai al gatto geloso, Principessa." pensò il biondo, acquattandosi sul soppalco di Marinette; aveva preso anche la rivista per rendere la scena più realistica.

Le sue orecchie di raddrizzarono non appena sentì la botola aprirsi, segno che l'adolescente era appena rientrata.

«Non vedo l'ora di togliermi queste maledette stampelle.» sbuffò, andando a sedersi sulla chaise longue. «E di togliermi questo gesso. Mi da un sacco di prurito!» aggiunse, recuperando il ferretto con cui era solita grattarsi la gamba, gemendo di sollievo non appena il fastidio fu passato.

Chat la spiava dall'alto, ghignando.

La corvina si rialzò, spogliandosi i vestiti usati durante il giorno per mettersene di più comodi: si tolse la gonna bianca e la camicetta nera, buttandoli nella cesta dei panni sporchi, zoppicando fino all'armadio e recuperando una maglietta grigia extralarge del padre e un paio di pantaloncini sportivi, abbastanza larghi per farci passare il gesso.

Il felino continuava a guardarla, combattendo per distogliere lo sguardo; inutile dire che perse miserabilmente.

Ora, però, bisognava tornare seri: era arrivato il momento di recitare alla grande.

«Così sì che sono comoda.» esclamò, dirigendosi verso il letto. «Tikki? Tikki, dove sei?» la chiamò, cercandola con lo sguardo.
«Chi è Tikki, Purr-incipessa?» miagolò il felino non appena la corvina fece capolino dal materasso.
«Chat! Che ci fai qui?» domandò stupita, aggrappandosi saldamente alle scale per non cadere.
«Forse questa può rispondere alla tua domanda.» disse, gettandole davanti agli occhi la rivista aperta sulla pagina che riguardava il suo bacio con Adrien.
«Q-Questo non è niente...» balbettò la ragazza restando sulle scale, troppo spaventata dallo sguardo minaccioso di Chat per muoversi.
«Non è niente?! Marinette, esci con me è intanto baci altri ragazzi?» domandò, mettendosi a sedere, tirando indietro le orecchie del costume.
«Non esattamente... Vedi... Lui...» mormorò Marinette, distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
«Sali.» le ordinò, facendole cenno con la testa di salire sul letto e mettersi contro il cuscino a forma di gatto.

La corvina non disse nulla, sentendosi in colpa, come se avesse tradito Chat..

D'altronde stava uscendo con l'eroe, ma stava uscendo anche con il suo compagno di classe per capire i sentimenti che provava per entrambi, quindi non aveva nulla da temere.

«Ti ho detto di salire.» ringhiò nuovamente, questa volta con voce più minacciosa.

La corvina non disse nulla, spostando la rivista per andare a sistemarsi dove le aveva detto il felino.

Tornò a guardarlo negli occhi: le sue pupille erano un sottile filo verticale, i denti digrignati e le orecchie rivolte all'indietro.

Sembrava un gatto pronto a graffiare.

«Perché lo hai fatto?» chiese cercando di mantenere la voce ferma.
«Lui...»
«L'hai baciato perché credevo che io non lo venissi a sapere? È così?»
«N-No... Lui è...» balbettò la ragazza, ma le sue parole erano bloccate in gola dalla paura.

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