Cap. 5

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Il giorno successivo Marinette andò a scuola a testa alta, decisa sul cosa rispondere a Chloé non appena le avesse detto qualcosa –ed era quasi certa che avrebbe tirato fuori l'argomento–

La corvina entrò in classe e subito si ritrovò tra le braccia di Alya, che le chiese se andava tutto bene siccome la sera precedente non aveva risposto ai suoi messaggi e alle sue chiamate.

Tranquillizzata l'amica, le due si sedettero al loro posto e Marinette fu costretta a rispondere alle domande e alle scuse dei suoi compagni di classe, promettendole che avrebbero presto dimenticato la scena visto che era Chloé la causa di tutto.

Senza neanche farlo apposta, la bionda di cui tutti stavano parlando entrò nell'aula, avvinghiata ad Adrien che cercava in tutti i modi di scansarla e rimanere con Nino.

«Oh Marinette.» esclamò sorpresa la ragazza. «Non credevo avessi così tanto coraggio di tornare a scuola dopo l'accaduto.» ridacchiò assieme a Sabrina, entrambe in piedi di fronte al banco di Adrien. «Vuoi cadere un'altra volta ai miei piedi?»
«Chloé, dacci un taglio.» ringhiò il modello, tentando di divincolarsi dalla sua "amica", ma invano.
Marinette ghigno: «Invece sono qui, Chloé, e poi, anche se cadessi di nuovo a terra, sarei sempre più alta della tua popolarità.»

Nella classe esplosero urla divertite, con tanto di applausi per la loro rappresentante; Chloé, invece, ribollì di rabbia, per poi uscire dall'aula sbattendo i piedi per terra, seguita da Sabrina che cercava di calmarla.

«Sei stata grande, ragazza.» le ammiccò Alya, alzando la mano per battere il cinque con l'amica, cosa che fece subito.
«Mari, sei la nostra eroina. Ti adoro!» esclamò Rose, saltellando sul posto.
«È vero: sei stata eccezionale!» ribadì Nino, sistemandosi al suo posto ora che la loro nemica se n'era andata.

Adrien, dopo che i suoi compagni di classe ebbero lasciato libera la sua corvina, fece per avvicinarsi a lei, ma la professoressa Bustier entrò in classe subito dopo, dando inizio alle lezioni.


Marinette ed Adrien erano di nuovo da soli in classe, portandosi avanti con i compiti che i professori avevano dato loro durante le prime ore per i giorni successivi.

I due erano seduti vicini ed il ragazzo non ne poteva più di stare accanto alla corvina senza dire nulla: quel silenzio lo faceva sentire in imbarazzo e non sapeva il perché.

«Mari, ti volevo ringraziare per stamattina.» disse il biondo, attirando l'attenzione dell'adolescente. «Se non fosse stato per te Chloé sarebbe ancora qua avvinghiata a me come una piovra.» ridacchiò subito dopo, grattandosi nervosamente la nuca.
«F-Figurati, ma sinceramente non l'ho fatto per te.» rispose lei, lasciandolo perplesso. «L'ho fatto per me: dopo anni di prese in giro e sopportazione del suo comportamento da bulla nei miei confronti non ho potuto fare a meno di reagire. L'unica cosa che mi dispiace è che ora mi sono messa sul suo stesso livello a rispondere in quel modo...»
Adrien, notando il suo sguardo triste, si avvicinò a lei, poggiandole la mano sulla sua: «Non sei per niente al suo livello. Hai reagito per autodifesa e sono sicuro che ora Chloé limiterà le sue provocazioni.»
«Io non credo...» sospirò la ragazza, spostando la mano da quella dell'amico, interrompendo così il loro contatto fisico per tornare a scrivere.

Il ragazzo rimase deluso da quella reazione, ma era deciso di non vederla più triste, così cercò un argomento che non riguardasse la caduto del giorno precedente o Chloé, pensando anche al più stupido.

Si guardò intorno, non trovando nulla, fino a che i suoi occhi non caddero sul suo gesso: la firma di Chat Noir!

«Non mi sembra una firma di una persona della nostra classe quella.» ghignò il biondo, indicando la scritta nera.
Marinette s'irrigidì sul posto: «G-Già... È quella di un mio amico.»
«Non sapevo che Chat Noir fosse tuo amico.» ammiccò, facendo arrossire violentemente l'adolescente.
«Come fai a sapere che è quella di Chat Noir?» domandò sorpresa, strabuzzando gli occhi.
«L'ho riconosciuta perché anch'io ho un suo autografo a casa.» mentì, ma notando che la ragazza ci aveva creduto. «L'ultima volta mi avevi detto che viene a farti visita tutte le sere perché si preoccupa per la tua gamba. Come si comporta?»
«Più che altro viene per flirtare e robe varie.» sospirò lei, poggiando la penna sul banco.
«Davvero?» domandò fingendosi sorpreso.

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