Cap. 7

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Marinette si mise a sedere sul suo letto, faticando ad aprire gli occhi per la stanchezza che provava ancora in quel momento.

Si sentiva uno straccio, ma il dolore alla testa e alla gamba erano spariti.

Per fortuna quel giorno non c'era scuola, pensò lei, stirandosi i muscoli intorpiditi.

«Marinette, ti senti bene?» domandò Tikki, volando davanti alla sua custode.
«Sì grazie, credo che le medicine di ieri sera abbiamo fatto effetto. Che ore sono?» sbadigliò la corvina, sistemandosi la maglietta del pigiama.
«Le dieci di mattina. Comunque, ti senti meglio un po' grazie anche a Chat Noir, anzi, soprattutto grazie a lui.» esclamò lo spiritello rosso, notando lo sguardo perplesso della ragazza. «Davvero non ti ricordi cos'è successo ieri sera?»
«No...» rispose la portatrice, squittendo la testa.
«Chat Noir è venuto a farti visita, ma gli antidolorifici e la febbre hanno "compromesso" il vostro incontro tra amici.» spiegò a grandi linee Tikki.

Marinette iniziò a ricordare: la testa e la gamba ingessata le facevano un gran male, così prese degli antidolorifici, ma le era venuta anche la febbre; l'ultima cosa che ricordava furono i bellissimi occhi verdi di Chat Noir.

«Che cos'ho combinato ieri sera?» chiese, preoccupata di aver detto o fatto qualcosa per trovarsi la reputazione rovinata a vita.
«Nulla di che... Solo hai detto a Chat Noir che è un gran bel ragazzo, che la sua tutina attillata mette in risalto le sue curve, che ti piace e che vorresti baciarlo ancora.» rispose il kwami, notando subito l'espressione di terrore della corvina. «Ah sì, ti sei anche spogliata davanti a lui.»

Marinette divenne tutta rossa nell'udire quell'ultima frase, già immaginandosi mentre provava a sedurre Chat in qualche strano modo a cui, prima d'ora, non avrebbe mai pensato.

«Mari, guarda che lui non ha visto nulla: per colpa delle medicine tu davi i numeri e Chat si è offerto di aiutarti; mentre lui era in cucina a prendere una bacinella per l'acqua fresca, io ti ho aiutato a metterti il pigiama, ma Chat è entrato appena prima che potessi sganciarti il reggiseno, così lo ha fatto lui, ma gli davi le spalle e, in tutto questo, non ha cercato minimamente di approfittare di te. Anzi, sei tu che hai spifferato tutto.» disse la piccola divinità quantistica, facendo calmare la ragazza, che però era ancora rossa come un pomodoro.
«I-Io ho detto tutto... Ho detto a Chat che mi piace...» balbettò Marinette, ancora incredula. «E dov'è adesso?»
«Se n'è andato alle sei e un quarto, circa. Credo che sia tornato a casa per riposare: non ha chiuso occhio tutta notte per farti scendere la febbre e controllare che non peggiorassi. Ti abbassava la maglietta ogni volta che provavi a spogliarti; non ti dico la sua faccia quando tentavi di levartela.» ridacchiò il kwami, facendola diventare ancora più rossa.
«Così non aiuti!»

Lo spiritello ridacchiò, divertita dall'innocenza della sua custode; poi, ricordandosi di una cosa, volò fino alla scrivania, lasciando la corvina persa tra i suoi pensieri.

"Ho detto realmente tutto? Ho anche tentato di spogliarmi davanti a lui?" continuò a chiedersi la ragazza, finché non fu riportata alla realtà da un bigliettino che le venne messo davanti al volto; lo prese, incuriosita, vedendo immediatamente che la scrittura non era quella di suo padre o quella di sua madre.

"Buongiorno Purr-incipessa, se stai leggendo questo biglietto è perché sono andato a casa a ricaricare le pile e, conoscendo la fonte dei miei poteri, ci metterà delle ore perché è pigro. Molto pigro. Anche se la febbre ti è scesa avrei voluto restare fino al tuo risveglio per controllare meglio, ma dovevo rincasare prima che mio padre mi cercasse in tutta la casa. Ci vediamo appena sarò carico ;)
Il tuo infermiere a domicilio Chat Noir ;3"

«Beh, è stato gentile ad avvistarti.» commentò Tikki dopo che Marinette ebbe letto il foglio, posandolo sulle coperte sfatte.
«Già... Ora spero soltanto che Chat creda che tutto quello che ho detto ieri sera sia frutto delle medicine e della febbre.» mugugnò, nascondendo il volto cremisi.

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