XXIV

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Prima che Atkins risponda, passano solo alcuni istanti.

"Mendes?"
Chiede d'impeto mentre io mi butto senza peso sul divano.

E io che avevo già iniziato la lista delle cose da fare. Tutto questo non è molto giusto. Eppure, voglio assolutamente arrivare a capo di questo enigma.

"Abbiamo un nuovo indizio"
Esclamo semplicemente continuando a rigirarmi il bigliettino fra le mani.

Non solo è una ladra perfetta, ma è anche una spia d'eccellenza. Ci sta tenendo d'occhio. Sta tenendo d'occhio tutti. Ed è una cosa che non dovevo dare per scontata visto che l'ho sempre fatto anche io. Dovevo prestare maggiore attenzione a tutto. D'ora in poi lo farò.

"Che tipo di indizio?"

"Se la prima la parola chiave era data la seconda è nome dell'opera"
Spiego iniziando a pensare di passare almeno uno dei due indizi, o quello mio o quello di Juliet, a Jax per farglielo analizzare.

"Perfetto! Mettetevi subito al lavoro e domani portami il bigliettino trovato oggi. Devo consegnarlo alla scientifica"
Sapevo che avrebbe detto così, ed è proprio per questo che gli consegnerò solo uno dei due. L'altro serve a me.

"Va bene"
Borbotto, scompigliandomi i capelli.

"È tutto nelle vostre mani, Mendes"
E detto questo chiude la chiamata lasciandomi nel silenzio della mia stanza.

Mando un veloce messaggio a Jax, spiegandogli la tattica della Dama Nera degli indizi e chiedendogli di raggiungermi domani mattina nel mio appartamento per delle delucidazioni e soprattutto per chiedergli di esaminare questo dannatissimo post-it. So che probabilmente non si troverà nulla, ma tentare non nuoce.

Mi alzo di scatto e prendo qualcosa per questo mal di testa, sperando che possa passarmi, per poi cambiarmi e mettermi un paio di pantaloni della tuta e una semplice T-shirt. Ho bisogno di essere comodo. Mentre aspetto l'arrivo di Juliet ne approfitto per preparare una tisana e, quando suona il campanello, realizzo che questa sarà un'altra serata di lavoro.
Chi mi ha fatto accettare questa cosa?

Apro riluttante sia il portone d'ingresso che la porta d'entrata, facendola entrare.

"Ben tornata"
Esclamo con fare teatrale mentre mi supera, togliendosi la giacca.

Indossa dei semplicissimi leggings abbinati ad un maglione azzurro che le fa risaltare il colore degli occhi contornato dalla montatura blu scuro degli occhiali. Possibile che stia bene con qualsiasi cosa?

"Ormai sono più al lavoro o a casa tua che nel mio appartamento"
Borbotta lei, prendendo dei nuovi fogli, alcune penne, ed appoggiando il tutto sul tavolo della cucina.

"Dovresti essere grata di passare tutto questo tempo con il sottoscritto"
Esclamo cercando di sembrare offeso, mentre la raggiungo.

"Certo"
Ribatte lei con tono palesemente sarcastico.

"Visto che abbiamo capito che la data di rapina e il nome dell'opera sono correlati, non ci manca che scoprire come lo siano"
Esclama Juliet, sedendosi sulla sedia ed incitandomi a fare lo stesso.

"Tutto molto semplice"
Mi lamento, iniziando ad analizzare altre possibilità.

Dopo soli venti minuti di lavoro sono stremato. Non ce la faccio davvero più.

"E se si dovesse moltiplicare il giorno della rapina per le vocali presenti nel nome dell'opera?"
A questo tentativo alzo lo sguardo su di lei con un'espressione fra il divertito e lo stupito.

"Juliet, io direi che per questa sera abbiamo finito"
Sentenzio raggruppando tutti i fogli e spostandoli sopra uno dei mobili vicino al tavolo da cucina.

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESWhere stories live. Discover now