XIX

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Non ascolto davvero tutto ciò che dice perché mi fermo al mio nome pronunciato dalle sue labbra. Serviva davvero che qualcuno mi sparasse perché mi chiamasse per nome?

"E fa anche male, Juliet"
Affermo a denti stretti, cercando di portare le mani sulla ferita per ridurre un minimo il dolore; ma Juliet me lo impedisce.

"Non azzardati. Hai mai sentito parlare di infezioni?"
Chiede lei controllando la ferita, probabilmente per vederne la gravità.

Fa un male cane e non voglio assolutamente sapere altro.

"Atkins! Chiama un'ambulanza"
Urla, riportando gli occhi ad altezza dei miei.

Stringo i denti per una fitta di dolore improvvisa, accorgendomi che al minimo movimento il dolore sembra amplificarsi.

"Ti avevo detto di baciarmi, non farti sparare,Cristo"
Sbotta lei, mentre io cerco di regolarizzare il respiro.

"Secondo te volevo farmi sparare?"
Esclamo con troppa enfasi, ritrovandomi a fare un gemito di dolore, mentre Atkins si avvicina velocemente.

"Abbiamo fatto uscire tutti. I ragazzi raccoglieranno tutte le informazioni possibili"
Ero così concentrato su ciò che stava succedendo a me che non mi sono nemmeno accorto che siamo gli unici tre in questa sala immensa.

"Ragazzo, sappi che ammiro questo tuo gesto"
Afferma Atkins sussurrando poi qualcosa a Juliet, facendola annuire, prima di allontanarsi di corsa.

"Ti ha mai detto nessuno che sei troppo impulsivo?"
Chiede lei, facendomi ridacchiare. Anche solo questa piccolezza mi provoca un'altra fitta di dolore, facendomi trattenere un respiro.

"Giusto un paio di persone"

Ormai il sangue della mia ferita ha completamente macchiato la mia camicia bianca e anche un pezzo del vestito di Juliet.

"È la prima volta che un ragazzo si fa sparare piuttosto di baciarmi, sai Shawn?"
Dice con un tono di voce estremamente dolce, facendomi ridacchiare ancora.

Dio, che male.

"Smettila di farmi ridere, Juliet"
Ribatto, facendo alcuni respiri profondi.

"Scusa"
Borbotta lei, abbassando lo sguardo sul sangue che impregna la stoffa dei nostri vestiti e le sue mani.

"È arrivata l'ambulanza"
Urla Atkins, poco prima che due ragazzi entrino dalla porta con una barella.

Si avvicinano correndo e con delicatezza mi prendono e mi posano sopra. Prima che possano condurmi all'ambulanza prendo una mano di Juliet, bloccandola.

"Mi piace di più quando mi chiami per nome"
Le dico lievemente, facendola sorridere.

"Ci vediamo dopo, Shawn"
E detto questo le lascio la mano e permetto ai due ragazzi di portarmi via.

Il tragitto in ambulanza è stranamente più corto di quanto avessi mai pensato. Mi portano subito in sala operatoria e non ci pensano due volte a tirare fuori la pallottola che era rimasta incastrata nella pelle, controllando che tutti gli organi siano al loro posto e non abbiano subito danneggiamenti.

Ora che mi ritrovo in una stanza decisamente angusta e troppo bianca, ripenso a quello che hanno detto i dottori.
Secondo loro, sono stato graziato dal cielo. Per poco il proiettile non andava a colpire il rene destro e vari tessuti muscolari dei quali non mi interessa molto.

Chiudo gli occhi, cercando di estraniarmi dal rumore esterno alla mia piccola camera e cercando anche di prendere sonno.

***

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora