XXXVII

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Senza rispondere al suo saluto, cercando di guardarla il meno possibile, mi siedo sulla sedia proprio di fronte alla sua e, in questo momento, l'idea di essere a pochi passi da lei, mi fa sentire ancora peggio di quanto non mi sentissi precedentemente.

"Hai ascoltato tutto l'interrogatorio, vero?"
Le sue parole mi risvegliano da quello stato di trance nel quale mi trovavo e mi fanno annuire quasi inconsciamente.

Mi sistemo la giaccia del vestito che indosso nella speranza che non noti affatto il mio nervosismo; ma per quanto è brava lo dubito fortemente. Faccio un respiro profondo e punto gli occhi direttamente sui suoi, perdendomi per un secondo nel loro colore così chiaro.

"Mi dispiace averti mentito su così tante cose, ma tu, meglio di chiunque altro, sai che a volte è davvero necessario"

Nonostante io sappia alla perfezione di essermi trovato nei suoi stessi panni più di una volta, ora come ora, non riesco ad accettarlo. Anche la sola idea che non abbia fatto altro che mentirmi quando abbiamo passato intere giornate insieme, mi destabilizza e conosco perfettamente il motivo del perché sto reagendo in questo modo: perché sono innamorato di lei.

In questo lavoro, nell'essere un ladro, la cosa peggiore è proprio farsi trascinare a fondo dai sentimenti. Non dovrebbero esistere se vuoi che tutto vada per il verso giusto, perché qualsiasi tipo di sentimento verso un'altra persona, non fa altro che renderti debole. Ti rende debole non solo ai tuoi stessi occhi ma anche agli occhi dei tuoi nemici e allora sì che sei davvero spacciato.

"Tu però, Kara, hai mentito su tutto, non solo su tante cose"
Preciso con tono tagliente, incrociando le braccia sul tavolo, ed evidenziando il suo nome più di quanto me ne accorga io stesso.

"No, non è vero. Non ti ho mai mentito sui miei sentimenti"
Aggiunge così come avevo programmato che facesse. 

La cosa che non mi aspettavo è che appoggiasse delicatamente una mano sulla mia, stringendola fra le sue dita come se volesse convincermi che non sta mentendo, così come ha appena fatto.

Il suo tocco leggero e il calore della sua pelle sulla mia non fanno altro che riportarmi indietro all'unica notte che abbiamo passato davvero insieme, facendomi pensare che se tutto è stato una menzogna, allora, anche in quel momento stava solo recitando una parte da Oscar.

Osservo le nostre mani, una sopra l'altra, continuando a ripetermi mentalmente che non mi sta dicendo la verità per il semplice motivo che io non sono pronto ad accettare che lei sia sincera. So che potrebbe esserlo, so che i suoi sentimenti potrebbero essere davvero simili ai miei, ma non riesco a crederle. È come se qualcuno mi stesse bloccando e trattenendo, quasi per il mio stesso bene.

Ritiro la mia mano dalla sua e continuo a guardarla negli occhi, cercando di capire quanto sia sincera. Nel suo sguardo e nella sua espressione, però, non c'è assolutamente niente che mi aiuti a capire. 

Sembra semplicemente sé stessa, pronta a mettersi a nudo, ma chi è davvero la donna che ho di fronte?

"Non so se posso crederti, non dopo tutto questo"
Rivelo sentendomi improvvisamente troppo esposto per i miei gusti.

"Ho mentito sulla mia identità, sul mio passato, ho sfruttato la situazione e non ti ho detto che ero e sono io la Dama Nera; ma ti giuro che non ho mai mentito sul fatto che provavo e provo tutt'ora dei sentimenti per te"
Le parole le escono in un sussurro e gli occhi velati dalle lacrime dovrebbero convincermi completamente che non sta mentendo, che è sincera, ma io non voglio vedere questi suggerimenti.

Sono troppo ferito dal suo comportamento e da tutte le sue scelte per riuscire a capire davvero chi ho davanti e, soprattutto, per riuscire a perdonarla.

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora