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Mentre entro nel magazzino, rimodernato per la mostra, mi stupisco di quanto si possa fare in poche ore. Attraverso velocemente la sala principale, arrivando fino alla porta del mio uffico. Non appena abbasso la maniglia ed entro, la voce di Juliet si espande nella piccola stanza.

"Sei in ritardo"
Mi fa notare, rimanendo con la testa china su alcuni fascicoli, non degnandomi nemmeno di un misero sguardo.

Immaginavo questa sua reazione. E mi sono preparato.

Qui non esiste molto il concetto di liberá, cosí quando mi sono accorto di essere in ritardo, sono semplicemente passato da uno Starbucks per comprare due caffè. Sará una scusa semplice, ma fa comunque il suo effetto.

"Ho fatto una piccola sosta per prenderti questo"
Esclamo, lasciandole davanti agli occhi il caffè, per poi appoggiare anche il mio e togliermi la giacca.

Nonostante stia iniziando ad esserci davvero freddo, qui dentro la temperatura è sempre troppo alta per tenere sia la camicia che la giacca.

"Oh, grazie"
Esclama, apparentemente sorpresa.

"Sono andato sul classico, visto che non sapevo cosa ti piacesse"

"È perfetto"
Annuncia dopo averne bevuto un sorso, mentre io mi arrotolo le maniche della camicia fino ai gomiti.

"Ma indipendentemente da questo sei in ritardo"
Continua duramente per riportare l'attenzione su alcuni fogli probabilmente inutili.

Alzo gli occhi al cielo, sistemandomi meglio sulla mia sedia e guardandola attentamente.

Ha raccolto i capelli in una coda alta e porta un paio di pantaloni neri piuttosto aderenti, ravvivati da una camicetta rosso acceso.

Le sta bene il rosso e poi, io lo adoro.

"Dobbiamo iniziare a rivedere tutti i casi di furto che ha compiuto la Dama Nera"

Annuisco svogliatamente, facendole segno con la mano di continuare il suo discorso.

"Tutti i quadri che ha rubato sono famosi, ma non inestimabili. Fanno parte di aste molto importanti, ma non valgono quanto un Raffaello o un Picasso"
A queste sue parole, per poco non mi strozzo con il caffè che stavo bevendo, rischiando di sputarlo sulla scrivania. Ingoio velocemente, iniziando a tossire.

So che l'FBI è a conoscenza delle mie rapine, ma il Raffaello che posseggo è uno dei miei pezzi migliori, e spero davvero che il suo nascondiglio rimanga tale.
Sentirlo nominare all'improvviso mi ha un attimo destabilizzato.

"Quando ti sei ripreso possiamo continuare"
Commenta tranquillamente Juliet, facendomi fare una smorfia nei suoi confronti.

"Continua"
Dico ricomponendomi totalmente.

"Stavo dicendo che i quadri che ruba, nonostante siano famosi, non valgono un occhio della testa. Questo vuol dire solo una cosa"

"Non vuole rischiare troppo"
Esclamo io, concludendo la frase iniziata da Juliet.

"Anche questo aspetto è estremamente giusto, ma io pensavo ad un'altra cosa. Sono convinta che non abbia mai puntato ai quadri in sè, ma sempre alle mostre. Non posso ancora provarlo, ma ce la faró prima o poi"

Rifletto sulle sue parole, arrivando alla conclusione che potrebbe essere estremamente esatto. Peccato che non si abbia uno straccio di prova reale per dimostrarlo. Fantastico.

"Oltre a questo hai qualche nuova informazione da darmi?"

"Il primo quadro che ha rubato è stato Sunset Rouen e l'ultimo un dipinto del Chrysler Building risalente al 1930"
Continua, mostrandomi entrambi i quadri sui numerosi fascicoli che sono spari sulla scrivania.

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora