Capitolo 24

5.3K 283 34
                                    

Infilo gli auricolari dentro le orecchie, avvio la musica e inizio a correre sul tapiroulant della palestra aperta 24 ore su 24 in cui mi sono iscritta di recente. Dista pochi passi dal mio appartamento e adoro passare del tempo qui dentro visto che ho avuto bisogno di ridimensionare la mia vita e i confini necessari per non soffrire e per non pensare troppo. Sono passate cinque settimane e Novembre sta lasciando il posto ad un freddo Dicembre. Attorno si inizia a respirare già aria natalizia.
È l'alba, il momento migliore per ammirare la città nell'attimo in cui si sveglia. Come al solito non sono molte le persone presenti a quest'ora ed è per questo che mi piace parecchio questo momento. Vado avanti con gli esercizi per un'ora. Passo dal tapiroulant alla cyclette ai pesi. Terminati gli esercizi mi stiracchio sul tappetino e mi concedo una bevanda energetica per riprendermi dalla fatica. Mi sento rinvigorita. È rigenerante muoversi e scaricare le energie in modo produttivo.
Nei giorni scorsi ho parlato con le mie amiche, mi sono aperta con loro e le ho pregate di non riparlare di un certo argomento. Sembrano avere accettato anche se sono preoccupate riguardo le mie fughe notturne e sul mio aspetto. Non sanno che vado a sedermi al bar a parlare con Luke e a passare del tempo a ridere, ridere sul serio e senza pensieri con lui.
La mia vita ormai sembra divisa. Di giorno sono la comunissima e noiosa Emma impegnata nel lavoro. Di notte invece sono la Emma spensierata, in cerca di un posto tranquillo e divertente in cui passare il tempo.
Saluto il proprietario della palestra e mi dirigo a casa. Le strade iniziano a riempirsi di auto, persone, corridori, scolari ma anche di odori come quello del pane appena sfornato del panificio italiano all'angolo, quello del caffè, del fumo e tanto altro.
Arrivata a casa, sudata e accaldata, mi infilo dentro la doccia e poi con cura mi rivesto e mi trucco. Di recente, ho trovato lavoro in un piccolo studio legale. La paga non è alta come nel precedente impiego ma riesco a coprire le spese e questo mi permette di avere una vita quanto meno dignitosa.
Il capo è gentile e attento. È anche uno dei più bravi avvocati della città. In più mi permette di partecipare alle udienze per fare pratica e questo mi aiuterà non solo ad incrementare le mie conoscenze e competenze nel settore ma anche con il curriculum.
Infilo i tacchi ed esco di casa. In ufficio ci siamo solo io, il capo e una segretaria di nome Jessy. Qui dentro è tutto tranquillo, ordinato ed essenziale. Siedo alla mia piccola scrivania bianca, accendo il computer e mi metto al lavoro.
Ho solo una breve pausa pranzo ma ho chiesto il permesso di uscire prima dal lavoro il venerdì così posso incontrare il mio piccolo ometto: Jason. Mi sono affezionata tantissimo a quel ragazzino. Andiamo molto d'accordo e ormai mi vede come una sorella maggiore. La scorsa settimana l'ho portato con me in palestra. Ci siamo divertiti un sacco soprattutto dopo perché siamo andati a mangiare una mega fetta di torta annullando l'allenamento fatto pochi minuti prima.
Ricevo parecchie chiamate da parte dei clienti del capo e segno attenta gli appuntamenti. Il signor Marshall, già si chiama Marshall ed è il cugino del capo di Lexa. Temo sia stato lui a farmi ottenere il posto anche se non lo ammetterà mai. E' stato gentile da parte sua.
Insomma, il signor Marshall oltre ad essere un tipo tranquillo, sa essere autoritario e spietato. Più volte l'ho visto in azione e più volte sono rimasta impalata e sconvolta dalla grinta e dalla passione che mostra per la sua professione. Esce dall'ufficio e si serve una tazza di caffè. «Emma?»
«Si signore?»
«Per domani non prendere impegni. Saremo occupati in tribunale.»
«Quale causa?», domando eccitata. Preferisco leggere qualcosa in più perchè spesso e volentieri pone delle domande alle sue dipendenti e dobbiamo essere preparate per non fargli fare delle brutte figure.
Marshall sorride. «Ci sarà anche la tivù. È un caso mediatico e dobbiamo difendere per bene la nostra cliente accusata di avere rubato al marito una collana da un mucchio di soldi e altri gioielli e cimeli di famiglia. Abbiamo trovato il testamento?», domanda rivolgendosi alla segretaria la quale si alza e mostra subito soddisfatta il figlio. Il capo le sorride soddisfatto. «Domani sarà un grande giorno. Vi porterò a cena in ogni caso.»
Io e Jessy ci lanciamo uno sguardo solidale e torniamo al nostro lavoro.
A pranzo ci fermiamo nella piccola mensa al piano di sotto. Pranziamo sempre insieme da quando ho iniziato a lavorare e Jessy è una tipa abbastanza riservata ma solare e divertente. Chiacchieriamo più che altro di lavoro e la cosa non mi dispiace.
Dopo il lavoro, torno a casa preparo una cena veloce e poi esco. Rifiuto l'invito di Lexa con una scusa e mi reco nel mio nuovo posto preferito. Luke mi serve subito un drink analcolico e domanda della mia giornata.
«Oggi giornata tranquilla. Domani non verrò a trovarti.»
«Lavori?»
Annuisco. «Una cena, mi annoierò a morte», piagnucolo.
Sorride e passa delle birre a dei ragazzi che continuano a scherzare con le loro amiche sedute a poca distanza. «Domani qui ci sarà un compleanno e un addio al celibato. Immagina il caos! Perderai la più bella serata della tua vita», continua a spostarsi da una parte all'altra del bancone. Al locale lavorano anche altri tre ragazzi e due ragazze che si aiutano e sono abbastanza in sintonia. Ormai mi conoscono tutti e nessun fa domande se mi siedo dietro il bancone quando c'è troppa gente ubriaca. È stato Luke a chiedermi di sistemarmi sempre dietro il bancone quando la situazione degenera o sfugge di mano al locale. Come ho avuto modo di vedere ci troviamo in una zona particolare e bisogna sempre fare molta attenzione.
Luke è un ragazzo alto, snello, biondo e occhi nocciola chiarissimi. Ha la barba lunga e un sorriso dolce. Ha proprio l'aspetto da psicologo e ogni volta che lo prendo in giro con questa storia delle sedute serali scoppia a ridere anche se poi si rende conto che ho ragione visto che riesce sempre a farmi ragionare e a parlare apertamente. Cosa che non faccio mai solitamente a causa del mio carattere chiuso. Insomma, prevale il suo istinto in modo incondizionato.
«Passaggio verso casa?»
«Si, perché no?», ci incamminiamo verso il mio appartamento l'una accanto all'altro.
«I tuoi silenzi parlano Emma.»
Inarco un sopracciglio poi rido. «Sei senza speranze. Apriti uno studio. Mi spilleresti più soldi rispetto al bar.»
Ride divertito. «Non ho bisogno di soldi. Sai che sono ricco? La mia è solo una copertura per vedere chi mi accetta per come sono.»
«Sei il mio Superman psicologo personale preferito. Tranquillo non lo dirò a nessuno.»
Soffia sulle mani per riscaldarle. Questa volta non si ferma nella strada che porta al suo appartamento ma prosegue e io non faccio obiezioni. Se vuole accompagnarmi a casa per me va bene.
«Dovresti aprirti e non richiuderti. Buona notte Straniera.»
«Notte doc!»
Salgo in casa con un sorriso sulle labbra. È stata una giornata tranquilla. Ne ho avute poche come questa e mi sento parecchio rilassata. Trovo Anya davanti la porta. Tiene in mano un cuscino e un sacchetto di patatine. La sua pancia cresce di giorno in giorno. «Film e dormita insieme?»
Alzo gli occhi al cielo. «Mark non sarà geloso delle tue fughe notturne? Non si è ancora insospettito?» la prendo in giro.
«Sono incinta dove vuoi che vada?», ride mentre apro la porta lasciandola passare.
Sistemo il divano letto così staremo comode e poi accendo la tivù a schermo piatto per scegliere un film. Decidiamo per una commedia e ci sdraiamo tranquille.
«Oggi è venuto a trovarmi. Sperava di vederti. Gli manchi sai?»
«Anche lui mi manca ma non credo sia giusto per lui. Spero stia bene.» Replico in tono distaccato continuando a fissare lo schermo.
Anya sospira morde il labbro come se volesse trattenere i pensieri e sfiora la pancia. I miei occhi saettano sulle sue dita poi distolgo lo sguardo. Ogni volta è come un pugno allo stomaco. Facevo anch'io lo stesso gesto mentre ora non riesco neanche più a guardare la mia pancia allo specchio perché mi fa stare male.
Qualcuno bussa alla porta interrompendo i miei pensieri. «Aspetti qualcuno?», domando mentre vado ad aprire curiosa.
Mi ritrovo Mark, Lexa, David e anche Ethan davanti la porta. Ognuno con qualcosa di diverso in mano dai cuscini agli snack. «Sappiamo che c'è un pigiama party!» Lexa fa la finta innocente. Stringo i pugni lasciandoli passare. «Peccato, avete dimenticato i sacchi a pelo.» Torno sul divano letto e fisso lo schermo ignorando la persona che non credevo di dovere rivedere così in fretta dopo averne parlato pochi attimi prima.
Tutti si sistemano accanto a me e ad Anya e continuiamo a guardare il film. Finito quello scelgono un nuovo film uscito di recente al cinema ma io non riesco proprio a seguirlo. Mi sento sempre più sotto pressione. Ad un certo punto, mi rialzo e corro fuori, sul piccolo balcone. Il freddo penetra dentro la giacca facendomi rabbrividire. Mi appoggio alla inferriata e respiro lentamente fissando la strada nel tentativo di calmarmi. Conto mentalmente perché sto per avere un attacco di panico e non voglio. Non quando in casa ci sono loro e anche lui.
«Sta per iniziare il secondo... tempo», Ethan esce immediatamente sul balcone. «Cosa succede?»
Stampo un sorriso sulle labbra. «Niente. Arrivo subito.»
«No che non è niente!» sbraita incapace di trattenersi. «Sono giorni che mi eviti come la peste Emma. Voglio sapere cosa ho fatto per meritarmi questo da parte tua! Stai avendo un attacco di panico e non so neanche perché visto che scappi di continuo.»
Mi volto verso di lui. «Ti evito perché è andato tutto a puttane! Non voglio farti stare male perché non riesco proprio a decidere. Sono stata male e sto cercando di trovare un mio equilibrio per uscirne illesa ma so già che mi farò male di nuovo se continuo in questo modo. Sto avendo un attacco di panico perché odio queste sorprese e questi colpi bassi. Odio il sentirmi l'unica a non sapere mai niente. Odio anche me stessa.» Strillo adirata e le lacrime affiorano incontrollate sugli occhi.
Ethan mi stringe subito tra le sue braccia proteggendomi dal freddo, da me stessa.
«E non dire che andrà tutto bene. Non dire che sarà tutto rose e fiori perché non è così, non lo è mai nella mia vita. Sta zitto!», continuo agitata tra le sue braccia.
«Starò zitto ma tu smetti di tremare e di strillare.»
«Non sto tremando. Sono incazzata!»
«Lo so. Devi fare un grosso respiro e calmarti. Non sono qui per tormentarti. Sono qui per dirti che mi trasferirò prima di Natale per passare qui solo le vacanze e poi tornerò a Las Vegas per qualche mese. Mi hanno affidato un caso importante, probabilmente l'ultimo della mia carriera. Voglio solo che tu stia bene e mi dispiace avere creato un casino con quello stronzo! Mi dispiace per te e non per lui.»
«Lo so. Dispiace anche a me.» Tiro su con il naso ripensando a Parker e alle sue parole che hanno demolito dentro di me ogni cosa.
Ethan Stringe la presa sulla mia vita.
«Ragazzi tornate dentro», Mark ci sorride e torna accanto ad Anya baciandole la pancia e imboccandola come una bambina.
Io e Ethan ci guardiamo a lungo negli occhi incapaci di staccarci. Sfiora le mie guance e poi bacia la mia fronte. «Ti amo», sussurra prima di sciogliere l'abbraccio e tornare dentro.
Il problema è che anch'io vorrei urlargli che lo amo ma amo anche un altro ragazzo che non è accanto a me e mi manca. Mi manca davvero. Ho sbagliato parecchio nei suoi confronti e non riesco a perdonarmelo. Non riesco a farmene una ragione perché è come se avessi ancora un conto in sospeso con lui.
Attendo un momento per riprendermi e poi torno dai miei amici.

N/A:
~ Siamo così insicuri e impauriti a volte. Non ci rendiamo conto del tempo che perdiamo dietro i se e i ma. Continuiamo a fare scorrere le lancette e poi a vivere nel rimpianto. Dovremmo essere coraggiosi. Lottare per le cose che ci fanno stare davvero bene e cogliere l'attimo.
~ Emma sta davvero andando avanti? Crollerà? Cosa farà Ethan? Parker prenderà coraggio e ritornerà nella vita di Emma?
Piccola parentesi: (Non accanitevi contro Luke. Non è un nuovo pretendente. Non sono così pazza da impigliarmi ancora con un altro ragazzo!!! Già è difficile scegliere tra Parker e Ethan. Credetemi lo è! Diciamo che Luke è un nuovo amico per Emma perché in questo momento è l'unico che non le mette pressioni per scegliere. È l'unico che la fa sentire libera e senza vincoli. È una piacevole compagnia.)
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Come sempre potete dirmi la vostra al riguardo nel rispetto. Scusatemi per gli errori.
Ringrazio ognuno di voi per il continuo sostegno e impegno nel leggere questa storia. Spero di non deludervi perché come voi io ci tengo. GRAZIE ❤️
Se volete passate a leggere: "Ogni traccia che ho di te"
"Forbidden"
Buona serata :* ~

Unstoppable 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora