Capitolo 5

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~ Ethan's POV:

È una giornata luminosa e afosa qui a Las Vegas ma non mi manca affatto lo smog e il caos di New York. Ho sempre detto che prima o poi avrei fatto le valigie e me ne sarei andato da quel posto. Ovviamente sento la mancanza della mia famiglia ma ancora di più sento la mancanza del mio bellissimo scricciolo. Spero le sia piaciuto l'album con le nostre foto. Ne ho una copia dentro la valigia. Porto sempre dietro tutto quanto anche l'anello e il piccolo foglio di carta. Sono promemoria. Mi ricordano quanto sto lottando per riprendermi ciò che è mio!
TJ continua a prendermi in giro ma lui sa che amo alla follia una ragazza che ora come ora non posso avere. Lui sa quanto mi sto impegnando per essere l'uomo che merita. Lui sa che farò di tutto pur di riconquistarla. Mi dispiace per Parker ma Emma è e sarà solo mia. Con lei avrò sempre un rapporto speciale e nessuno riuscirà a portamela via. Non ora che sto mettendo la testa a posto. Non ora che sto crescendo. Non ora che sto arrivando a tanto così dall'essere libero.
Indosso dei vestiti comodi. Girare in borghese è sempre meglio. Infilo il distintivo dentro il portafogli e sistemo con la sicura la pistola. Mi guardo attorno prima di chiudere la porta e iniziare una nuova giornata. Questa suite sarà sempre la mia preferita. Io e lei qui dentro abbiamo scritto la parola inizio.
«Pronto per un'altra giornataccia?» domanda TJ mettendo gli occhiali da sole e facendo schioccare la gomma che tiene in bocca mentre allaccia la cintura. Oggi guido io per fortuna.
Ci fermiamo al solito locale pieno di colleghi. La cameriera prepara subito qualcosa di dolce per noi e una caraffa di caffè. Ormai è routine. Oggi faremo qualche appostamento poi qualche interrogatorio. La parte che mi diverte parecchio è proprio quest'ultima.
Alcuni dei miei colleghi salutano con la pacca sulla spalla mentre altri fanno solo un cenno ancora assonnati. Altri stanno per rientrare a casa dopo una lunga nottataccia.
Recupero il sacchetto, pago alla cassa, bevo un sorso di caffè e torno in auto.
Il sole è già alto sulle nostre teste. Farà davvero caldo oggi. TJ entra in auto. Ha del rossetto sulla guancia. Decido di non dirgli niente. Se ne accorgerà quando il capo gli farà una delle sue battute incomprensibili e lui ci rifletterà su per un paio di minuti prima di capire e darmi un colpo sulla nuca per non averlo avvisato e per avergli fatto fare una pessima figura. A me diverte tanto la scena quindi continuo a non dirgli niente. Prima o poi ricorderà da solo di contenersi.
In centrale c'è il solito caos. Gente che urla, persone che arrivano in arresto e poi ci sono loro, i veri criminali. Da quando Drew è in prigione a scontare la sua pena, abbiamo catturato altri suoi scagnozzi convinti di passarla liscia. Ormai il suo piccolo castello è stato distrutto. Anche Tara si trova in prigione e le hanno tolto la custodia della bambina. Il karma forse esiste.
Interrogo con la mia solita freddezza due individui. Passo le ore dentro una piccola stanza nel tentativo di estorcere informazioni utili. Ormai è una questione di mesi poi abbonderò questo lavoro e troverò il mio posto tranquillo e magari riavrò accanto la mia dolce metà.
A pranzo siedo nel mio piccolo ufficio mentre fuori è un continuo susseguirsi di voci, radio che emettono suoni, ambulanze in lontananza, sirene spiegate che partono per stanare dei ladri, per aiutare una donna in difficoltà con il marito ubriaco e violento. Las Vegas non è solo divertimento e perdizione. Las Vegas è anche criminalità. Ogni giorno arrivano persone pronte a denunciare degli scippi, delle violenze di vario genere.
La giornata non è ancora del tutto finita. Il capo mi porta un paio di fascicoli. Devo studiarli e poi con il resto degli agenti provare a stanare il resto dei criminali ancora a piede libero.
TJ mi lancia uno sguardo torvo. So che me la farà pagare prima o poi ma è l'unico momento che ho per svagarmi e per divertirmi qui dentro.
Quando finalmente usciamo dalla centrale è già buio. Ci fermiamo per cenare in uno dei migliori ristoranti presenti in zona e parliamo del più e del meno.
Stiamo cercando un appartamento per due. Non è poi così facile come si crede. Le esigenze sono diverse. Mentre a me basta una stanza, una cucina e un bagno, TJ cerca qualcosa di spazioso e comodo.
«Che ne dici di questo?»
Fisso lo schermo del suo cellulare. «Dico che andrà bene. Domani lasciamo l'hotel!» mando giù del riso piccante. Ci ritroviamo in un locale di sushi. Emma odierebbe questo posto.
«Pronto per le feste?» domando entusiasta TJ.
Alzo gli occhi al cielo. Sono troppo stanco per replicare. Il mio telefono squilla. Non riconosco il numero così rispondo.
«Sei l'ultima persona a cui voglio chiedere aiuto ma è importante! Oggi Emma è scappata dall'ospedale dopo che ha conosciuto la mia ex. Prima che tu possa aggredirmi, io non ho nessuna colpa! Ho trovato la mia ex lì e lei era pallida e non stava bene perché il medico...»
La voce di Parker si confonde alle mie orecchie. Stringo le bacchette e tengo a bada ogni tipo di reazione negativa. «Ok, Parker calma! Calma ho detto! Una cosa alla volta! Dov'è Emma? Cosa è successo? Perché eravate in ospedale?» il mio istinto di protezione prende il sopravvento.
Parker mi spiega ogni cosa provando con calma anche se alla fine crolla disperato. Ama davvero la mia Emma ma continua a perdersi in un bicchiere d'acqua.
Anche se l'istinto e la gelosia tentano di trattenermi, provo a rassicurarlo.
Quando stacco, TJ mi fissa e domanda silenziosamente cosa è successo. Spiego brevemente la situazione al mio amico il quale scoppia in una delle sue fragorose risate facendo girare tutte le ragazze nella nostra direzione e poi inizia a prendermi in giro. Quando torna serio però prova a farmi ragionare. «Sicuro di volerlo aiutare?»
«Sta con Emma e non posso...» passo una mano sul viso e sbuffo. «Non lo so! Da una parte vorrei che si lasciassero mentre dall'altra ho paura che lei soffra ancora. Non lo merita! Non merita di piangere e soffrire ancora!»
«Lo capisco ma dovresti riconquistarla. Migliore occasione di questa no?» continua a mangiare tranquillo mentre il mio stomaco ormai si è chiuso e inizia a fare a pugni. Quando si tratta di Emma, il mio cervello va proprio in fumo. Anche se da lontano, riesce ugualmente ad influenzarmi.
Chiamo Lexa. È l'unica in questo momento a sapere dove si trova esattamente Emma. Saranno sicuramente insieme. Ho visto come la protegge e quanto sono complici.
«Pronto
«Sono Ethan, dimmi dov'è? Che cosa è successo?»
Sospira. «Sta male. È dura ammetterlo ma credo tu sia l'unico in grado di farla ragionare e riprendere anche solo un po'. È tornata a casa...»
«Mandami il suo numero, ci penso io! Grazie Lexa!»
«Sarà fatto! Buona serata!» risponde la ragazza sempre allegra e pronta a tutto pur di vedere la sua amica felice. So che Lexa non è dalla mia parte e spero un giorno possa ricredersi perché io riuscirò a stare di nuovo con Emma.
Saluto TJ al suo piano e corro nella suite. Faccio una doccia veloce e poi mi trascino stanco sul morbidissimo letto dove io e lei ci siamo amati per davvero.
Recupero il telefono, digito il numero e avvio la chiamata cliccando sul tastino verde. Attendo in ansia uno, due secondi mentre mi preparo mentalmente alla sfuriata da farle. Non può scappare. Non può farci preoccupare così tanto. Non può stare male.
«Pronto
Quando sento la sua voce dimentico tutto. Il mio cervello va in tilt. «Emma...» provo a non balbettare. Ho il cuore a mille. È bastato solo il suono della sua voce a provocare tutto questo strano frastuono dentro la mia gabbia toracica. La immagino arrossire e aggrottare la fronte nel suo modo adorabile. Le si forma una rughetta al centro della fronte proprio sopra le sopracciglia.
«Come... come hai avuto il mio numero? È successo qualcosa? Sai che ore sono?»
Sbotto inevitabilmente. «Che cazzo ti succede? Ha chiamato il tuo ragazzo agitato, dicendo che sei sparita dopo che hai incontrato la sua ex. Ho chiamato Lexa per sapere come stavi e lei mi ha consigliato di chiamarti personalmente. Allora? Che succede?»
Scoppia a piangere e il mio cuore ha uno strano spasmo. «Non ce la faccio... Non ce la posso fare. Lei lo guardava come se fossero ancora legati e ha fatto di tutto per concentrare l'attenzione su di sé mentre io me ne stavo in un angolo dopo avere fatto di tutto per rendermi utile ed essere accettata per quella che sono. Mi sono sentita una stupida. Io non ho niente in più di lei. Non sono ricca, non ho un fisico come il suo e non ho mai trattato Parker con sufficienza come invece ha fatto lei. Sto male, sto tanto male. Non riesco più a dormire da quando sono tornata... ho continui incubi e ho pure sognato mia nonna. Io non riesco più a respirare...», singhiozza sonoramente e tira su con il naso. Stringo il pugno e anche i denti. Questa non ci voleva.
«Cazzo, piccola adesso calmati ok? Fa un grosso respiro!»
Sembra ascoltarmi una volta tanto ma continua a piangere come una bambina. Temo che da un momento all'altro possa avere un brutto attacco di panico e mi si stringe il cuore per lei.
«Ho distrutto tutto quanto nella mia vita! Ho sempre fatto le scelte sbagliate...»
La mia lingua agisce prima del mio cervello e l'istinto di proteggerla prevale sulla gelosia e la voglia di picchiare quell'imbecille che sento addosso. «Vorrei essere lì con te in questo momento Emma. Mi manchi davvero tanto e sono davvero preoccupato. Una parola e parto subito...»
«No, rimani lì dove sei. Starò bene. Sono solo un po' sotto stress in questi giorni e sai come sono...»
Mi sento un po' deluso per questa sua risposta ma non mi abbatto. «Lo so. Hai bisogno di scappare per tornare a respirare. Hai bisogno dei tuoi spazi e dei tuoi silenzi. Gliele ho dette queste cose sai?
Al telefono era davvero preoccupato. Mi ha pure detto che sono l'ultima persona sulla terra che vorrebbe cercare ma per te lo ha fatto. Ti ama Emma. Richiamalo!»
Mi costa fatica ammetterlo ma quel ragazzo è riuscito a farla innamorare e se lei sta piangendo per lui, significa che prova davvero qualcosa e io non posso impedirgli di stare insieme. Prima o poi si accorgerà da sola che i suoi sentimenti per lui non sono gli stessi di quelli che nutre per me. Prima o poi aprirà gli occhi.
«Ethan... Come stai? Tutto bene lì a Las Vegas?», domanda quasi turbata. Ha capito che c'è qualcosa che non va? Avrà sentito qualcosa di strano nella mia voce?
Sospiro confuso. «A parte il lavoro, qui senza di te è una vera noia. Mi mancano i tuoi commenti sarcastici sull'abbigliamento della gente. Mi manca il tuo entusiasmo di fronte ai piatti di pesce più strani. Mi manca il tuo profumo, il suono della tua risata. Mi manchi tu Emma. Vorrei poterti abbracciare e amare per come meriti».
Singhiozza sonoramente. «Anche tu mi manchi. Sei nella nostra suite
«Si, ultimo giorno e poi troviamo un alloggio», lancio uno sguardo attorno.
«Dormi con TJ?»
Ridacchio. Come fa? Come riesce sempre a strapparmi un sorriso?
«Ci ha provato ma l'ho cacciato dalla stanza. Non doveva rovinare il ricordo di noi qui su questo comodo letto. Sicura che non vuoi che ti raggiunga?»
«Non voglio che tu abbia distrazioni. Starò bene.»
Immagino il suo sorriso e i suoi occhi tristi ma sempre attenti. Immagino i suoi capelli sul morbido cuscino. Il suo profumo tenue di pesca. Il labbro tra i denti. «Me lo prometti?»
«Sai che non posso ma ci proverò», sussurra.
«Stai abbracciando il cuscino vero?» ridacchio mentre la immagino arrossire.
«Ti sei messo con le spalle contro la testiera del letto vero?»
Rido ancora incapace di trattenermi. «Ci conosciamo. Sai, oggi ho sentito Anya. Le manchi. Vorrebbe venire a trovarti ma non sa come chiedertelo.»
«Può venire a trovarmi quando vuole. Casa mia è sempre pronta ad accogliere tutti.»
Il suo tono di voce non mi convince. «Come stai Emma?»
«Un vero schifo Ethan. Tu come stai?»
«Male senza di te.» Sospiro pesantemente. «Vuoi che stacchi?» domando mentre spero in un suo no.
«No»
Il mio cuore sussulta. «Vuoi che lo richiami per dirgliene quattro?»
«No»
«Vuoi che lo picchi?»
«No»
«Vuoi che ti parli fino a quando non ti addormenti?»
«Si», sussurra flebile. «Raccontami del lavoro, della casa che vuoi prendere... Parlami di come ti senti, di come dormi, di cosa pensi...»
Inizio a parlare senza fermarmi. So che non perde una sola parola del mio discorso. Le racconto del lavoro, lo stress accumulato in questi giorni caotici e pieni alla centrale. Le apro il mio cuore dicendole che sto male perché sento la mancanza della mia famiglia ma sono anche contento e sereno di avere ritrovato un mio equilibrio. Racconto le avventure con TJ in città e la sento ridere. La immagino abbracciata al cuscino, con le guance rosee, gli occhi grandi e tristi. Spero di aiutarla anche da lontano.
«Sai? Amo una ragazza lontana. La amo così tanto da volerla vedere felice tra le braccia di un altro perché so di non poterle dare un futuro certo accanto a me. Mi manca davvero tanto e vorrei poter essere io quell'uomo dei suoi sogni e della sua vita. La amo così tanto...»
«Anche lei ti ama così tanto. Ti ama tanto da lasciarti libero...», biascica.
Non voglio che si addormenti. Ho bisogno di parlare ancora un po' con lei. Sospiro. «Buona notte piccola»
«Buona notte piccolo».
Mi guardo attorno frastornato. Recupero un foglio e una penna. Ormai è l'unico modo che ho per sentirmi vicino a lei e per essere davvero sincero.

"Ciao piccola,
Sembra assurdo ma ho appena sentito la tua voce al telefono e già mi manchi. Abbiamo chiacchierato come una coppia che vive a distanza. Sdraiati su letti diversi, sotto lo stesso cielo a distanza di qualche stella. Sembra assurdo ma il tempo passa e tu continui ad essere per me il centro di tutto. Poco fa ho messo da parte un po' del suono della tua voce, del tuo respiro e quel sorriso come riserva per quando continuerai a mancarmi come in questo momento.
Sai? Avrei voluto dirti che ci sarò. Si, ci sarò anche quando tu avrai qualcuno accanto che amerai e troverai pronto ad abbracciarti al posto mio. Ci sarò ora e ci sarò domani. Mi troverai sempre pronto a proteggerti e a sostenerti. Mi troverai sempre, quando avrai bisogno di piangere, di sfogarti o di ridere. Non importa la distanza, io ci sarò per te! Sarò il tuo angelo custode personale. Proverò a difenderti dai tuoi nemici invisibili che spesso rischiano di farti perdere la rotta.
Proverò ad essere forte per entrambi perché questa distanza ci sta annientando. Proverò a non farmi vedere giù di morale perché so che te ne accorgi in fretta. Proverò ad essere quello che meriti. Proverò a crescere ancora, per te.
Ti amo Emma."

N/A:
~ Non tutti gli amori sono impossibili. Basta un gesto, uno sguardo, una parola per amarsi. Rimaniamo intrappolati in una sequenza senza fine di sentimenti e lacrime.
Rimaniamo intrappolati in delusioni impossibili da dimenticare perché hanno lasciato una profonda ferita dentro il nostro cuore. L'amore non è un gioco modellabile. L'amore non arriva quando lo decidi tu. L'amore ti travolge improvvisamente e non hai scampo. Puoi amare qualsiasi cosa a modo tuo ma alla fine troverai quel qualcosa che avrà un certo valore ai tuoi occhi più degli altri. Certi amori te li porti dentro come scritte indelebili su un post-it ingiallito. Certi amori non passano. Certi amori ritornano. Certi amori non iniziano. Sta a noi decidere...
- Cosa succederà? Ethan avrà convinto Emma? Sarà riuscito ad influenzarla? È cresciuto davvero? Proverà a riconquistarla?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Scusate per gli errori. Grazie per avere scelto questa storia ❤️
Buona giornata!!! :* ~

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