Capitolo 81

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«Dove state andando voi due?» domanda Anya con uno strano sorrisetto stampato in faccia.
Ethan mi stava trascinando a casa dove finalmente gli avrei detto quello che mi sta succedendo. Invece notando lo sguardo della mia amica, capisco che c'è dell'altro.
«Siamo un po' stanchi e stavo portando via mia moglie!» Ethan ghigna abbracciandomi da dietro.
«Dobbiamo festeggiare da David. Ha organizzato per noi una serata quindi voi due non potete scappare!»
Ethan sbuffa io rido. «Ok! Andiamo allora» stringo la mano della mia amica seguendola.
Forse sto cercando di rinviare il momento. Non sono ancora pronta. Non posso rovinare il nostro giorno speciale. Dobbiamo viverlo fino in fondo per come deve essere vissuto. Dovrò solo trovare un modo per spiegare il perché non ho ancora bevuto un goccio di alcol. Forse Lexa mi aiuterà facendomi preparare dei cocktail analcolici.
Arrivati al locale Anya mi trascina in bagno. Mi porge un vestitino bianco attillato. Oggi ha proprio pensato a tutto. La abbraccio. «Grazie!» sussurro stringendola tra le mie braccia. «Grazie per tutto!»
«Sono davvero felice! Ho una cognata meravigliosa. Sappi che ho sempre fatto il tifo per te», ci guardiamo e ridiamo.
Mi cambio. Il vestitino è abbastanza attillato e in più si intravedono le calze autoreggenti. Anya sorride indicando anche il suo vestitino. Mi sento un po' a disagio e avrò di sicuro gli occhi puntati addosso non appena usciremo da questo bagno.
Lexa entra per cambiarsi e in breve il bagno sembra più uno spogliatoio per ragazze.
«Come ti senti?» domanda mordendosi il labbro e lanciando sguardi alle altre per assicurarsi che non ci sta ascoltando nessuno.
«Sto meglio ma sono ansiosa...» ammetto.
Sorride. «Andrà tutto bene! Sono felice anch'io...»
Non riesco a chiederle il perché visto che mi trascinano fuori dal bagno. Usciamo tutte insieme dirigendoci al tavolo.
Ethan mi fa sedere sulle sue gambe. «Come stai?»
Mi irrigidisco. Perché questa domanda?
Mi riscuoto. Non è il momento di essere paranoica. «Sono felice», mi rilasso tra le sue braccia. «Tu?»
Bacia le mie labbra. «Sono al settimo cielo!» abbassa lo sguardo sulla scollatura e poi sulle mie cosce. «Sto anche immaginando qualcosa di estremamente sconcio per queste...» ride sfiorando le calze.
Mordo leggermente sotto il suo orecchio. Trattiene il fiato. «Giochi sporco!» mette il finto broncio e io rido. Si imbambola prima di stamparmi un bacio.
«Allora, iniziamo con un brindisi. A questa nuova anzi vecchia coppia!» Mark ride alzando il bicchiere. Tutti lo seguono a ruota.
Prendo il mio bicchiere portandolo per finta alle labbra. Lo riposo intatto. Lexa mi fissa attenta. Neanche lei ha toccato un goccio d'alcol. Perché?
Mi alzo di scatto. Tutti si allarmano. Sorrido in imbarazzo. «Scusate ma ho bisogno della mia amica un momento», afferro il suo braccio trascinandola fuori dal locale.
Inizio a camminare da una parte all'altra anche se ho i piedi in fiamme. «Hai per caso dimenticato qualcosa?» le domando con un mezzo sorriso e incrociando le braccia.
Lexa arrossisce. «Cosa? No!» mente. Ridacchia e porta una ciocca dietro l'orecchio. «Te lo avrei detto ma...»
La abbraccio. Non abbiamo bisogno di parole noi due. Per un momento non ho più paura. Non ho più paura di affrontare tutto questo da sola. La mia amica ci sarà per me e io per lei. Vivremo questo momento insieme.
Prima di tornare al tavolo ordiniamo due cocktail analcolici. Quando raggiungiamo gli altri, ci guardando in cerca di risposte.
«Avevo dimenticato di aggiornare Emma su una cosa di lavoro», ammette Lexa strizzandomi l'occhio.
Non so se ci credono o meno ma non lo fanno notare. Solo Anya continua a guardarmi in tralice.
Dalle casse parte la musica movimentata e in pista si crea subito il caos di gente. Ci alziamo tutti per ballare. Mi stringo a mio marito e rido. Rido quando mi sussurra qualcosa di sconcio. Rido perché sono davvero felice. Lo so che la felicità è effimera e illusoria ma voglio godermi al massimo questo bellissimo attimo. Voglio viverlo insieme a lui. Perché insieme a lui tutto diventa leggero e speciale.
Le sue mani si posano sotto i miei glutei. Trattengo il fiato ritrovandomi stretta al suo corpo. Il suo fiato caldo sul mio.
Le mie labbra formicolano quando le sue si avvicinano. Chiudo gli occhi lasciando attraversare dal brivido e dall'amore ma anche da quel senso di piacevole appartenenza. «Io ti amo», sussurro contro le sue labbra baciandolo con più trasporto fino ad avere male alle labbra.
Ethan si ferma mentre attorno la gente si dimena. Ma a noi non importa. Come sempre il tempo assume il significato del niente. Tiro leggermente il suo labbro tenendolo tra i denti. «Sei come un sogno che si avvera Emma. Adesso posso portarti a casa?» mormora.
Sono scossa dai brividi. Sono elettrizzata. Basta un suo gesto, una sua parola a mandarmi il cervello in tilt. «Non abbiamo la nostra casetta in mezzo al verde però la mia può ospitarti», rido mentre mi stuzzica passando le labbra sotto l'orecchio. «Ospitarmi? Sul serio? Io pensavo di viverci diciamo come marito e moglie...» massaggia la mia nuca con i polpastrelli prima di avvicinare il mio viso al suo.
«È spaziosa e si, possiamo viverci come marito e moglie», rido quando mi solleva.
Prendo il suo viso. Bacio le sue labbra perdendomi ancora nell'intensità del nostro amore.
«Non posso più aspettare...» mugola. Stringe la mia mano pronto a portarmi fuori. Ancora una volta i nostri amici ci bloccano.
I miei occhi vengono tappati poi vengo sollevata.
«Che sta succedendo ora?» mi allarmo.
Qualcuno mi sistema le cuffie e dentro le mie orecchie si diffonde una playlist che riconosco. Mi ritrovo a sorridere e ad emozionarmi rivivendo con la mente quei ricordi. Ne abbiamo passate tante insieme in così poco tempo. Passo la mano sul ventre. E se ci fosse anche lui? Mordo le guance trattenendo le lacrime. Sono davvero impaurita. Non so come reagirà Ethan. Spero rimanga al mio fianco.
Capisco di essere in auto con Anya dall'odore dell'alberello nauseante alla vaniglia ma non so dove mi sta portando. Mi agito impercettibilmente. Dov'è Ethan?
Non so quanto tempo sia passato. Avverto solo che ci siamo fermate. Vengo sollevata nuovamente. Quando vengo liberata dalle cuffie e dalla benda batto le palpebre e rimango stupita.
«Sul serio?» strillo ad Anya entusiasta. Non sta più nella pelle trascinandomi verso la folla di persone in trepidante attesa. Non posso crederci.
Ci ritroviamo in una vecchia pista proprio come a New York. Tante auto sono disposte in fila l'una accanto all'altra. Sono spettacolari. Dalle casse di diffonde la musica ad alto volume. Incredula seguo la mia amica affiancandoci alle ragazze. Lexa si lascia abbracciare da David che ora la guarda con occhi diversi. Le sussurra qualcosa e lei ride spingendolo prima che la sua mano si posi sul ventre.
Anya mi indica Eric con in mano un megafono. Parla allegramente facendoci i suoi migliori auguri. Gli mando un bacio volante e lui mi strizza l'occhio.
Non posso crederci. Non posso credere che siamo al punto di partenza. Questo è un sogno. Sto per rivivere tutto. Sto per riprovare quel brivido, quell'emozione, quella sensazione di pericolo e vita.
Una ragazza si posiziona al centro con una bandiera a scacchi. Le auto avviano i loro motori in sincrono perfetto creando un rombo impressionante. Tutte le luci si accendono in sequenza creando una coreografia di luci pazzesca. Al centro della pista c'è disegnato un cuore e la scritta:

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